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Dal 17 al 26 gennaio, viaggio pastorale nella Diocesi gemella di Butembo-Beni

“Questo viaggio nella diocesi gemella di Butembo-Beni possiamo inscriverlo dentro la Visita Pastorale che sto facendo in diocesi, come occasione per rafforzare la comunione e la sinergia pastorale tra le due chiese gemelle”. Con queste parole il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha dato il tono all’imminente viaggio nella Chiesa congolese gemella, che quest’anno sarà coronato dall’inaugurazione ufficiale del Centro Cardiologico “Pino Staglianò”, operativo già dal 14 luglio 2014.

“Dal 17 al 26 gennaio avrò la gioia di inaugurare il Centro Cardiologico – ha dichiarato ancora il Vescovo – mentre presenteremo un progetto di ampliamento della struttura, che prevede stanze più appartate, uno spazio cucina più ampio per le famiglie e uno spazio dedicato alla farmacia”. La Visita Pastorale a Butembo-beni prevede un ricco calendario: oltre all’inaugurazione della clinica, il Vescovo parteciperà al rito di Ordinazione di alcuni sacerdoti, incontrerà il clero, diverse parrocchie e i giornalisti. Un altro momento importante sarà l’inaugurazione di una parrocchia dedicata alla Madonna di Guadalupe, così cara a Mons. Staglianò.

Infine il Vescovo ha annunciato che sarà presto avviata una collaborazione tra il Centro Cardiologico e il Policlinico Morgagni di Catania, un “dono della provvidenza – ha affermato Mons. Staglianò -una sinergia tra questi due poli sanitari che apre prospettive future di largo respiro, con la possibilità di uno scambio formativo per il personale medico di entrambi i centri e con la realizzazione di un reparto di Emodinamica presso il Centro P. Staglianò, che lo renderebbe ancora più fiore all’occhiello della sanità congolese” .
 

Nel secondo anniversario della nascita al cielo di Mons. Nicolosi

 La celebrazione della festa del Battesimo del Signore è coincisa quest’anno con il secondo anniversario del pio transito di Mons. Salvatore Nicolosi, Padre conciliare e Vescovo di questa nostra Chiesa locale per ben 28 anni.
“La morte è una benedizione – ha detto il nostro Vescovo Antonio nel corso dell’omelia, facendo riferimento, anche, al Vescovo Nicolosi – perché possiamo contemplare Dio faccia a faccia”.
Se, infatti, il volto di Dio “non splende in noi – ha aggiunto Mons. Staglianò -, siamo dei cadaveri, anche se camminiamo”. Il compiacimento di Dio per il Figlio – “in te mi sono compiaciuto”- riguarda anche noi, perché, ha detto il Vescovo, “Dio confida in ogni uomo in quanto destinato a imitare ciò che il Figlio ci ha insegnato”.
Gesù è nato “al freddo e al gelo” non per commuoverci, ma perché ogni uomo, ha aggiunto Mons. Staglianò, si impegni a “non far nascere nessun essere umano come è nato Gesù”. Da qui il nostro impegno a dare corpo alla carità, con gesti fattivi e concreti di solidarietà.
È un impegno che deve coinvolgere non soltanto i singoli fedeli, ma tutta la comunità, in un’azione che deve vedere insieme fedeli e pastori. “Mons. Nicolosi – ha chiarito il nostro Vescovo – ci chiede dal Cielo un impegno molto più consistente di una Santa Messa celebrata in suo suffragio, una volta l’anno!”. Vuole che questa Chiesa diocesana “possa, con maggiore consapevolezza, camminare sulla scia del Concilio Vaticano II e sugli insegnamenti del secondo Sinodo diocesano fortemente voluto dal compianto Vescovo”.
Perché, allora, “si possa dare vita a ciò che ha costituito l’esistenza stessa di Mons. Nicolosi – ha detto il Vescovo Antonio – mettiamo in programma di rivivere quest’anno le due opere che hanno segnato il suo ministero episcopale: il secondo Sinodo diocesano, per intraprendere un cammino nuovo, per un nuovo futuro e il gemellaggio con la Chiesa africana di Butembo-Beni”.
A tal proposito Mons. Staglianò, ha annunciato che dal prossimo 17 gennaio si recherà in Visita Pastorale nella Chiesa gemella di Butembo per rinsaldare i vincoli di comunione, suggellati dal Vescovo Nicolosi, alla presenza di tutti i vescovi di Sicilia e dell’allora Vescovo di Butembo-Beni, Kataliko, nell’aprile del 1988, in occasione del 25mo anniversario di Episcopato.

A Pozzallo l’annuale convegno di studi su Giorgio La Pira

Dal 7 al 9 gennaio 2016, in occasione dell’anniversario della nascita di Giorgio La Pira, si terrà a Pozzallo il Convegno dal titolo: “Cultura, pace e solidarietà. I popoli mediterranei per l’edificazione di una nuova storia dell’Europa e del mondo”.
L’evento è stato organizzato dalla Diocesi di Noto, dal Vicariato di Pozzallo, dalla Parrocchia Madonna del Rosario, in compartecipazione con i Comuni di Pozzallo e Firenze.
A curare l’organizzazione delle tre giornate l’Associazione per la gioventù “Giorgio La Pira” di Pozzallo.
La Caritas Diocesana di Noto animerà la veglia di preghiera per la pace di giorno 8 gennaio.
L’idea di fondo dell’iniziativa è questa: partendo dal pensiero di Giorgio La Pira, lanciare da Pozzallo la proposta di un’Europa dei popoli e non solo dell’economia, un’Europa di solidarietà che guardi al Mediterraneo.
Slogan dell’iniziativa è Il cuore dell’Europa batte nel Mediterraneo.
Scriveva Giorgio La Pira: “Questa ‘civiltà mediterranea’ poggia, per così dire, su tre fondamenti di roccia che la storia nuova, i secoli e le generazioni non potranno corrodere: sono, infatti, tre incontestabili fondamenti della storia totale degli uomini e dei popoli. Su questi fondamenti sono iscritti tre nomi: quello di Gerusalemme (il senso della storia); quello di Atene (il metodo logico e scientifico e la bellezza e la contemplazione artistica); quello di Roma (l’organizzazione scientifica e tecnica, per tutte le genti, del diritto e della politica). Vista la luce di questa triplice proiezione, la storia odierna (con i grandi problemi che essa pone) vivissimamente si illumina”.
Il Mediterraneo ed il suo patrimonio di civiltà possono avere ancora un ruolo e un compito preciso da assolvere: è giunto il momento che l’Europa volga lo sguardo al “Lago di Tiberiade” dal quale potrebbe venire una risposta all’attuale crisi culturale, sociale ed economica. 
Desideriamo lanciare da Pozzallo un messaggio di speranza, un’iniziativa che tenda alla riaffermazione dell’identità culturale, valorizzando le grandi possibilità di sviluppo economico su cui fondare una pace e una sicurezza durature tra i popoli del Mediterraneo.
All’evento parteciperanno il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò e rappresentanti istituzionali italiani e alcuni provenienti da Grecia e Spagna: Maria Savrami, responsabile dei musei epigrafico e numismatico di Atene; dalla Catalogna, Silvia Rodriguez, assessore alla cooperazione della città di Granollers; il sindaco di Palermo Leoluca Orlando; Fabrizio Ricci, presidente della Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Firenze. Lisa Clark rappresenterà di Mayor for Peace.
Saranno tenute relazioni sul pensiero politico, sociale ed economico di Giorgio La Pira dal professor Giuseppe Speciale, ordinario di Diritto medievale e moderno dell’Università degli Studi di Catania; dal professor Sebastiano Nerozzi, docente di Storia del pensiero economico ed Economia internazionale dell’Università degli Studi di Palermo. Una relazione sarà tenuta da Kheit Abdelhafid, presidente della Comunità Islamica di Sicilia e membro del Direttivo U.Co.I.I.
Per il mondo dell’informazione parteciperanno Vincenzo Grienti, giornalista Tv 2000 e saggista e il giornalista Angelo Dinatale.
 
La tre giorni si aprirà il 7 gennaio alle ore 10 presso lo Spazio Cultura Meno Assenza. Giorno 8 gennaio alla 19,30 muoverà da Piazza Municipio la Marcia per la fratellanza e l’amicizia dei popoli, promossa dall’Associazione per la gioventù Giorgio La Pira. La marcia attraverserà le vie cittadine e si concluderà nella Chiesa di San Paolo dove si terrà una veglia di preghiera per la pace curata dalla Caritas della Diocesi di Noto.
Alla veglia parteciperanno Don Paolo Catinello, Assistente Caritas e direttore Migrantes della Diocesi di Noto; Francesco Sciotto Pastore valdese chiesa metodista Scicli; Redouane El Khadiri, Imam di Ragusa. In collegamento dalla Palestina Fr. Firas Aridah Parroco di Jfna.
A conclusione della veglia alle delegazioni ospiti e ai relatori sarà consegnata dalla Caritas Diocesana di Noto La lampada per la pace in Terra Santa.
Il 7 gennaio alle ore 21, a conclusione dei lavori della giornata, è previsto il recital La sposa d’Occidente, inquiete memorie lungo le vie del mare nostrum.
La tre giorni si concluderà il 9 gennaio con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò.
 
Il programma completo su www.assoiciazioneperlagioventùgiorgiolapira.org
 

Noto. Inaugurazione comunità incontro “C. Paradiso”

Martedì scorso, 22 dicembre, il Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha tagliato il nastro dei locali della Fondazione del Centro “C. Paradiso” di Noto, della Comunità Incontro di D. Pierino Gelmini, ristrutturati secondo le più recenti prescrizioni normative. Attorno al Vescovo si sono riuniti gli ospiti del Centro, il Sindaco della Città, Corrado Bonfanti, i tecnici che assicurano la loro consulenza per le varie esigenze della struttura, tra i quali il Dr. Andrea Mingo, agronomo,il Sig. Francesco  Caristia, nonché  un folto numero di amici e sostenitori. Ha fatto gli onori di casa Mons. Angelo Giurdanella, Vicario Generale e assistente spirituale della Struttura. Prima di procedere al rito della benedizione, Mons. Vescovo ha voluto sottolineare come la protezione venga invocata per le persone che sono chiamate a vivere ed operare nei locali appositamente approntati dal lavoro e dalla fatica dell’uomo. Nessun rito magico, quanto piuttosto la richiesta di una larga benedizione di tutte le attività- recupero umano e sociale dei giovani ospitati, coltivazione e trasformazione dei prodotti della terra lavorati per il sostentamento dell’opera ed altre ancora – che si svolgono in una delle più belle e suggestive, anche dal punto di vista paesaggistico, proprietà della Diocesi messa a disposizione di tanti giovani cui, nel tempo,  è stata offerta l’opportunità di recuperare il senso della vita che avevano smarrito e che li ha portati all’illusione di colmare i vuoti esistenziali ricorrendo all’alcool,  alle droghe, alle pasticche, alla ricerca di paradisi artificiali. Un momento particolarmente benedetto questo che sta attraversando la nostra Chiesa locale che, sotto la spinta propulsiva del suo Pastore e con la generosa collaborazione di tanti volontari, vede ogni giorno sorgere una nuova opera a tutto vantaggio di chi fa fatica a camminare. E’ stato il Vicario generale a narrare le tante vicissitudini che hanno contraddistinto il cammino della Comunità incontro che si avvia a celebrare i trent’anni dalla fondazione. Era il lontano 27 aprile del 1985, ha raccontato Don Angelo, quando a seguito del decesso di un giovane di Noto – Corrado Paradiso- i suoi amici fecero trovare nei pressi della Cattedrale una lettera con la quale chiedevano aiuto alla nostra Chiesa.  Fu l’intuizione del Vescovo di allora, S.E.mons. Salvatore Nicolosi di v.m. che, sollecitato dalla morte per droga del giovane netino , volle dare una risposta concreta ad un fenomeno che rapidamente assumeva proporzioni devastanti anche nel nostro territorio. Interpellò allo scopo don Pierino Gelmini, fondatore della Comunità Incontro, che già da anni portava avanti proficuamente l’esperienza in Italia e all’Estero, il quale accolse prontamente l’invito e diede vita al Centro di Noto, inviando subito dopo, nel gennaio 1986, i primi sette ragazzi. Durante questi anni, la Comunità è stata punto di riferimento per tante famiglie e giovani che vivevano il dramma della solitudine, della disperazione a motivo della droga; inoltre, essa ha rappresentato un chiaro messaggio di vita e di speranza, perché, come diceva don Pierino, non ci sono persone irrecuperabili; solo l’amore permette di rinascere, di ripartire, di dare nuovo slancio alla vita.

Mons. Staglianò incontra un detenuto al Carcere di Ragusa

 “Ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,36). Nell’Anno Santo dedicato alla misericordia, queste parole del Vangelo di Matteo ci ricordano la centralità della carità nella vita cristiana. Saremo giudicati sull’amore. Gesù ci mostra molti modi di esercitare la carità fraterna. Uno di questi è la sollecitudine verso i fratelli che vivono l’esperienza dolorosa del carcere. Visitare i carcerati è una delle sette opere di misericordia corporale che la Chiesa ci invita a compiere in questo Anno Giubilare, sapendo – come ci dice il Signore – che “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha dato inizio a questo grande Giubileo della misericordia, in maniera molto concreta, recandosi ieri, 16 dicembre, al Carcere di Ragusa per visitare un detenuto a lui molto caro, per portargli un messaggio di fiducia e di speranza, per incoraggiarlo nella fatica di una vita provata che tuttavia attende redenzione e piena reintegrazione.
“Ieri sono stato al Carcere di Ragusa – ha dichiarato Mons. Staglianò – per far visita a Fabio di Filippo, un detenuto di Pozzallo, ora uomo redento dentro, ma che dovrà scontare giustamente la sua pena, secondo la legge. L’incontro è stato commovente. Alla fine abbiamo pregato insieme e abbiamo percepito quanta grazia sta già passando con quest’Anno della misericordia”.
Il nostro Vescovo ha così dato corpo alle esigenze della carità cristiana, che ci spinge ad uscire dalle nostre chiusure, a condividere le vicende degli uomini, ad essere segno e strumento della misericordia di Dio, con gesti fattivi. “Le opere di misericordia corporale – ha rimarcato Mons. Staglianò – sono una benedizione di Dio, non solo per chi le riceve, ma soprattutto per chi le fa e le vive con amore. Certo con una “coscienza retta”, non puntando all’esibizionismo o alla reputazione (a quello che gli altri diranno di noi), ma allo “sguardo di Dio” su di noi e sul nostro agire”.
Dopo l’incontro con Fabio, il Vescovo ha avuto modo di intrattenersi con il Cappellano e con alcuni del personale del Carcere, facendo dono di un’immagine di Nostra Signora di Guadalupe, a lui molto cara e raccontando la straordinaria vicenda della “tilma” in cui prodigiosamente si è impressa l’immagine della Vergine. Un altro momento forte e significativo di “evangelizzazione itinerante”, di una Chiesa che “esce” e si fa compagna del cammino di ogni uomo.
Dopo la visita di ieri, Mons. Staglianò ha in programma di visitare, mercoledì 23 dicembre, il Carcere di Noto. Sono davvero queste le “Porte Sante” da attraversare, occasioni privilegiate per toccare con mano la “carne” dei fratelli, che è carne di Cristo.
 

Noto. Apertura della Porta Santa nella Basilica Cattedrale

 Dopo l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro a Roma, con cui Papa Francesco ha dato avvio al Giubileo della misericordia per la Chiesa universale, adesso saranno aperte le Porte Sante nelle singole Chiese locali. Nella nostra Diocesi di Noto il rito di apertura si svolgerà sabato 12 dicembre, alle ore 18 e sarà presieduto dal nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò. Tutta la comunità diocesana si ritroverà per questo momento così significativo che mette al centro la misericordia di Dio offerta in Cristo ad ogni uomo, con l’impegno di tutta la Chiesa di incarnare in mezzo agli uomini l’amore cristiano, attraverso il Vangelo proclamato con le opere.
In quest’anno giubilare straordinario, fortemente voluto da papa Francesco, la prima Porta santa si è aperta a Bangui, in Africa, a ricordarci come il nostro cuore deve sintonizzarsi con quello di Dio che guarda ai poveri come suoi prediletti e vuole che la porta si apra come cuore che vede e decide coraggiosi passi di giustizia e di condivisione. Porte sante diventano anche quelle delle cattedrali e, per noi, di una chiesa per vicariato, per ribadire la comunione nella Chiesa locale e il rapporto con la città che chiede alle parrocchie una testimonianza concorde e capace di radunare comunità. E per sottolineare con forza che non può essere solo un “rito” il passare dalla Porta Santa ma che il rito deve spingere a una diffusa e corale pratica delle opere di misericordia corporale e spirituale, ci saranno le “Porte sante della carità” in tutti i luoghi di condivisione nati nel cammino della diocesi.

Noto. Mons. Salvatore Guastella nella Casa del Padre

 La Chiesa di Noto perde uno dei suoi più apprezzati sacerdoti. Mons. Salvatore Guastella, che lo scorso 29 giugno aveva celebrato i 70 anni di sacerdozio, ha raggiunto la Casa del Padre ieri, sabato 5 dicembre, all’età di 93 anni. “Presbitero illustre – è detto, tra l’altro, nel necrologio con il quale il Vescovo annuncia il pio transito -, zelante e storico insigne della nostra diocesi. Solerte operatore della pastorale giovanile , al servizio per un lungo periodo nella diocesi romana (38anni)”. Nella circolare inviata al clero il Vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella, ha detto, tra l’altro “La Diocesi piange un figlio che ha lavorato, nel nascondimento e con semplicità di cuore, per la causa del Vangelo. Il Suo significativo passaggio tra noi rimarrà scolpito nella memoria di tutta la Diocesi per le Sue apprezzatissime e appassionate capacità di ricerca e di pubblicazione- oltre cento ndr – riguardante la storia della nostra Diocesi in molti dei suoi ambiti”. Mons. Guastella nasce a Noto il 26.01.1922. Il 29.06.1945 viene ordinato presbitero dal vescovo Mons. Angelo Calabretta e ricopre l’incarico pastorale di sacerdote rettore della chiesa di Santa Maria dell’Arco in Noto e di vice parroco presso la Cattedrale di Noto. In quegli anni insegna anche presso il Seminario Vescovile ed è particolarmente devoto di San Corrado e della Madonna della Scala. Si trasferisce a Roma negli anni ’70 e presta il suo servizio pastorale presso la parrocchia “S. Maria Stella Mattutina”. Alle attività parrocchiali affianca un instancabile impegno di storico della Chiesa netina e ritrova importanti documenti presso l’archivio del Vaticano e presso gli archivi della Curia netina. Per anni inoltre è stato l’animatore spirituale del folto gruppo dei “Netini di Roma” che ogni anno celebrano le festività di San Corrado presso la chiesa dei santi Cosma e Damiano, all’interno della quale si trova un quadro raffigurante proprio il nostro San Corrado.
“La Vita diocesana”, il giornale della nostra Diocesi, l’ha avuto da sempre assiduo e raffinato collaboratore. Al termine della celebrazione del suo 70mo di sacerdozio, presieduta dal Vescovo, Mons. Antonio Staglianò e concelebrata dal Vescovo emerito, Mons. Giuseppe Malandrino, Mons. Salvatore Guastella pronunciò questo breve e commovente discorso : “Alla vigilia della mia Ordinazione Presbiterale annotavo nel diario: ‘Signore Gesù, non confido per nulla in me. Sia il mio sacerdozio santo e fruttuoso, secondo la
tua santissima volontà a mio riguardo. Negli istanti della consacrazione presbiterale, intendo avere – sotto l’amorevole protezione della Madonna e del tuo Cuore quei sentimenti santi che mi hai ispirato e che ebbero tutti i santi sacerdoti nella loro ordinazione’” (Noto, 28 giugno 1945). Riferendosi, poi, esplicitamente, al giorno del suo 70mo di Ordinazione presbiterale, Mons. Guastella disse ancora: “Al Signore Dio, Uno e Trino, ho affidato e affido la mia vita e la mia salute sacerdotale e fisica, fiducioso sempre nella intercessione materna di Maria SS. Scala del Paradiso come anche del Patrono San Corrado Confalonieri. Il Signore Gesù, sommo ed eterno Sacerdote, benedica tutti coloro che mi ha messo accanto nella vita: genitori, parenti, educatori, confratelli e quanti mi hanno voluto bene e sopportato”.
Le Esequie, presiedute dal Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, saranno celebrate lunedì 5 dicembre 2015 alle ore 11.00 nella Basilica Cattedrale

La Chiesa di Noto in festa per Mons. Corrado Lorefice

Grande gioia per le Chiese sorelle di Palermo e di Noto a motivo della Consacrazione Episcopale di Mons. Corrado Lorefice, novello Arcivescovo di Palermo, avvenuta sabato scorso, 5 dicembre. La solenne liturgia di Ordinazione, nella Cattedrale di Palermo, ha visto la partecipazione dei Vescovi della Sicilia, del clero di Palermo e di Noto – presente quest’ultimo con una nutrita rappresentanza di presbiteri e diaconi – e di un gran numero di fedeli che hanno gremito l’interno e l’esterno dell’edificio sacro.
Il Cardinale Paolo Romeo, predecessore di Lorefice alla guida della Chiesa Palermitana, ha imposto le mani sul capo dell’eletto e ha pronunciato la solenne preghiera di consacrazione. Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò e Mons. Paolo De Nicolò, sono stati i vescovi concosacranti. Prima del solenne rito, don Corrado ha salutato la città in Piazza Pretoria, accolto dal Sindaco Orlando e dai rappresentanti delle istituzioni.
Compiuto il rito dell’Ordinazione, è stata la volta della consegna dei segni: la mitra, l’anello, il vangelo. E infine il pastorale, che gli è stato consegnato dal suo predecessore che gli ha lasciato la cattedra. Don Corrado si è poi seduto tra lacrime di commozione, mentre un applauso durato diversi minuti ha salutato l’insediamento del nuovo Arcivescovo.
Presenti anche numerose autorità tra cui il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il sottosegretario Davide Faraone. Dopo la benedizione, Don Corrado ha salutato e abbracciato tutti, partendo dai membri delle altre confessioni cristiane, ai rappresentanti del mondo musulmano ed ebraico. 
“Gioia immensa e commozione per l’evento dell’Ordinazione Episcopale di don Corrado, Arcivescovo di Palermo” ha dichiarato il nostro Vescovo, Mons. Staglianò, che nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato il desiderio di “guardarlo come ad un esempio” nell’impegno della testimonianza dell’amore di Cristo, specialmente ai poveri e agli ultimi della nostra società.
“La scelta del Santo Padre di destinare don Corrado alla sede di Palermo – ha dichiarato ancora il Vescovo Staglianò – vuole ribadire ed esaltare quella sensibilità ecclesiale per i poveri che don Corrado ha ben maturato negli anni del suo ministero dentro una ‘traditio’ vivente nella nostra amata Chiesa locale di Noto, anzitutto nel II Sinodo diocesano – Riscoprire Gesù lungo le nostre strade-, poi nel lavorio instancabile di tanti sacerdoti, veri pastori tra la gente che amano Gesù, e infine nella concretezza – in ‘fatti e opere di Vangelo’, richiesti da Gesù -, del nostro quotidiano impegno caritativo a favore non solo di tutti i poveri, ma dei poveri tutti”.
 
La Chiesa di Noto, Vescovo e popolo di Dio, si stringe attorno a Mons. Lorefice, sostenendolo con la preghiera a sostegno del suo servizio pastorale al gregge di Cristo che è in Palermo.

Noto. Aprono due mostre presepiali nella chiesa di San Domenico

Dal 3 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 presso la chiesa di San Domenico (piazza XVI Maggio) in Noto, sarà possibile visitare due mostre allestite in occasione delle prossime festività natalizie: “Il Presepe Napoletano”, mostra di statue del presepe napoletano provenienti da importanti collezioni private, a cura della Diocesi di Noto e del Comune di Noto. L’altra mostra “Regem angelorum”, riguarda statue di bambinelli della collezione “Tanino Golino Museo Devozioni Popolari Canicattini Bagni”, a cura della Soprintendenza per i BB.CC.AA. di Siracusa U.O. IX Beni Demoetnoantropologici.

 
 
Le due mostre saranno inserite nell’ambito della manifestazione natalizia Venite Adoremus VI Edizione, a cura della Cooperativa Etica Oqdany. Ambedue le mostre saranno presentate in un convegno – con la presenza del nostro Vescovo – che si svolgerà nella chiesa di San Domenico in occasione dell’inaugurazione, il 3 dicembre 2015 alle ore 17.00, col seguente programma:
 
Saluti introduttivi
Dott. Corrado Bonfanti, Sindaco di Noto
Dott.ssa Rosalba Panvini, Soprintendente BB.CC.AA. Siracusa
 
Interventi
Dott. Rosario Bianco: Il presepe moderno tra tradizione ed innovazione
Prof. Renato Pricolo: L’arte presepiale nella realtà socio-culturale della Napoli del XVIII secolo
Dott. Catello Maresca: Il presepe napoletano di Carlo V di Borbone
 
Modera
Dott. Salvatore Maiore, Direttore Ufficio Diocesano BB.CC.EE. – Curia Vescovile di Noto
 
Intervento conclusivo
Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto: Il presepe nel “rischio” dell’estetizzazione del Cristianesimo
 
 

Noto. La Diocesi di Noto e la Cooperativa sociale “Si può fare” per un progetto di inclusione sociale

 Giorno 27 Novembre 2015, presso il Seminario Vescovile di Noto è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa relativo al progetto promosso dalla Cooperativa Sociale “Si può Fare”, in collaborazione con la Diocesi di Noto, nella persona del Vescovo Mons. Antonio Staglianò, con il Consorzio “Cascina Clarabella”, un’azienda operante nel bresciano, “Natura Iblea” che opera a Ispica (RG), “Ristorazione Oggi” con sede a Milano e il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL 8 di Siracusa.
Alla firma dell’accordo erano presenti numerose rappresentanze del mondo politico, lavorativo, sanitario, a sottolineare la volontà di una cooperazione solidale a vantaggio delle fasce più deboli della società, per un’iniziativa che è stata sostenuta e caldeggiata anche dal Vescovo di Noto sin dall’inizio del suo servizio pastorale nel nostro territorio, allorquando diede disponibilità piena all’utilizzo di terreni della Diocesi per progetti di inclusione sociale di categorie povere e disagiate.
“Il progetto nasce dall’idea che l’’agricoltura sociale’ – ha detto Francesco Caristia, presidente della cooperativa “Si può fare” – ha la capacità di generare benefici mediante l’attività produttiva e l’utilizzo di beni e strutture aziendali nei confronti di soggetti deboli, favorendo l’inclusione sociale di soggetti con sofferenza psichica, mediante percorsi educativo-formativi capaci di fornire abilità e competenze per l’indipendenza nella vita quotidiana e di relazione”.
Nel suo intervento, Mons. Staglianò ha evidenziato come la firma di questo accordo rappresenti un segnale forte ed eloquente di solidarietà e di promozione umana, non esitando a definirlo come un “miracolo”, al pari di quelli operati da Cristo. “Questo miracolo – ha dichiarato Mons. Staglianò – strappa la nostra società dalla schiavitù di certi demoni che ci disumanizzano, come il demone dell’egoismo e dell’indifferenza, che ci impediscono di guardare con occhi limpidi le reali necessità di tanti nostri fratelli”. Richiamando Papa Francesco, il Vescovo ha rimarcato l’impegno di una economia “nuova”, basata sulla condivisione e sull’inclusione sociale di quanti – secondo le logiche mondane del potere e dell’accaparramento – vengono qualificati come “scarto” di una società dell’ipermercato dove tutto si compra e tutto si consuma. “Questo progetto oggi diventa realtà – ha concluso Mons. Staglianò – un miracolo più che mai possibile, una ‘moltiplicazione dei pani e dei pesci’ che nasce dalla nostra capacità di condividere e di solidarizzare con i più deboli di questa nostra terra”.
Il Vescovo ha voluto dedicare questo evento all’eletto Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, così sensibile al tema della povertà e al desiderio di una Chiesa povera per i poveri. L’impegno della Diocesi di Noto in questo progetto di promozione sociale è il più bel dono che la Chiesa netina posso fare a don Corrado, alla vigilia della sua Consacrazione Episcopale.