Nel suo messaggio di Avvento il Vescovo ha chiesto di riprendere il presepe con verità e di ritrovare ognuno un posto che non sia quello dei potenti o dei locandieri di Betlemme che non aprono le porte al Dio che si fa uomo, ma di mettersi in cammino verso Betlemme come i pastori che vanno, portano doni, ritornano trasformati.
La Caritas diocesana, in sintonia con quest’invito, propone a tutte le comunità un cammino di Avvento in cui lasciarsi interrogare dal segno per eccellenza del Natale: “un bambino avvolto in fasce”. E compiere passi concreti: dal sostegno alle opere caritative che accolgono bambini o li accompagnano in attività su strada all’affidamento familiare. Si propone altresì di costruire il presepe cercando di capire dove sono i bambini nel territorio, quale cura c’è o non c’è per loro nelle famiglie e nella città, e di celebrare la terza domenica di Avvento la giornata della carità non come raccolta di offerte ma come offerta di disponibilità. Con la possibilità di ritrovare nel numero unico “Restiamo umani” racconti e testimonianze che danno il senso dei passi concreti e li facilitano attraverso l’elenco dei contatti possibili.
Soprattutto, venerdì 14 dicembre dalle 18,30 alle 20,30 presso la chiesa San Giovanni Battista di Avola, la Caritas e l’Ufficio per la pastorale familiare promuovono un incontro diocesano aperto a tutti e rivolto in modo particolare ai genitori, ai volontari, agli animatori Caritas, ai Centri di ascolto e di aiuto, agli educatori, agli operatori sociali. Sono previsti una riflessione biblica su “Gesù e i bambini” di fra Gaetano La Speme, biblista e psicoterapeuta, e le testimonianze delle famiglie della Comunità papa Giovanni fondata da don Oreste Benzi, che accolgono – insieme ai propri figli – figli generati dall’amore, e del Centro affidi di Ragusa.
Nell’anno della fede diventa un modo di testimoniare come la fede genera la vita buona e bella del Vangelo e offre a tutti motivi per discernere, recuperare umanità e non smarrire ciò che conta.