“Chiesa, dove vai?” Questo l’interrogativo di fondo che, alla luce del pensiero e della testimonianza di mons. Cataldo Naro (storico, teologo, vescovo di Monreale morto prematuramente), il direttore della Biblioteca Alagoniana, mons. Giuseppe Greco con la collaborazione del centro studi “A.Cammarata” di San Cataldo, ha proposto alla riflessione dei convenuti nel salone del “Beato Giovanni Paolo II”. Forte di molti ricordi personali, la docente di sociologia della religione al “San Metodio”, Tina Buccheri, affrontando il tema “Alle sorgenti della salvezza” ha detto che “nel post Concilio si è cercato di superare la separazione tra coscienza cristiana e cultura moderna. Questa separazione è ancora una ferita aperta nelle nostre comunità. Per il vescovo di Monreale era necessario che la Chiesa prendesse coscienza di quella frattura mettendo un di più di carità. Questo di più è la forza dell’amore, è la forza dell’impegno per gli altri, è la forza del martirio, è spendere la propria vita per gli altri.” La seconda dimensione del simposio centrata su “La società post-moderna sarà una società post-cristiana?” è stata acutamente analizzata dal vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò (stretto collaboratore di Naro quale consulente del servizio nazionale per il progetto culturale CEI) che ha sostenuto la necessità e l’urgenza di radicare un nuovo pensiero sull’umano imperniato sulla persona ovvero secondo una visione antropologica della fede. “Di tutto questo, Naro ha offerto una testimonianza esemplare con la sua vita, col suo impegno intellettuale, col suo ministero pastorale a favore di un cristianesimo incarnato capace di rendere ragione della speranza cristiana in un mondo in perenne evoluzione e trasformazione culturale.” Ribadendo il valore di un progetto culturale orientato in senso cristiano da contrapporre ai cosiddetti teologi della morte di Dio, Staglianò ha contestato le disarmanti forme di relativismo religioso ed ha esortato ad una laicità positiva per debellare ogni forma di amorfo confessionalismo. Infine, don Rosario Lo Bello, docente di teologia dommatica nella Facoltà Teologica di Palermo, s’è posto un drammatico interrogativo: oggi c’è ancora ascolto per i profeti? All’angoscia ha contrapposto la speranza fornendo al moderatore mons. Greco di così concludere l’edificante incontro: ”La parola profetica di Naro affiorerà nelle nostre coscienze e noi ci approprieremo della sua speranza creativa.”
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