I giovani di Noto in festa con il Vescovo, “Cantando la buona novella”

La Diocesi di Noto, fedele all’impulso evangelizzatore di una “Chiesa in uscita”, tanto desiderata da Papa Francesco, ha vissuto sabato scorso, 30 aprile, una delle più significative manifestazioni della sua vita pastorale. L’occasione è stata data dal Giubileo diocesano dei giovani, in preparazione alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Cracovia, dal 25 al 31 luglio 2016.

 
Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, di fronte ad un popolo numeroso e festante di giovani, ha tenuto un’appassionata catechesi sul tema della misericordia, utilizzando un linguaggio immediatamente comprensibile, non solo ai tanti giovani intervenuti, ma anche ai numerosi fedeli che si sono stretti attorno al loro Pastore per questo evento di fede e squisitamente ecclesiale.
La serata, sapientemente organizzata dall’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi, si è aperta con il passaggio della Porta Santa della Basilica Cattedrale di Noto. Attraversata la Porta Santa, ai piedi dell’altare è stato proclamato il Vangelo e subito dopo tutti i giovani presenti hanno rinnovato la professione di fede.
La serata, ha avuto poi continuazione all’esterno della Cattedrale, sulla maestosa gradinata del Duomo netino, dove il Vescovo ha interagito con i presenti, attingendo ai testi di alcune canzoni della musica pop italiana e straniera, conosciute e amate dai giovani, per affrontare temi della fede ed esistenziali, con lo scopo di offrire una lettura profonda del vissuto del mondo giovanile.
Così in “Credo negli esseri umani” di Marco Mengoni, “la scommessa sulla quale puntare – ha rimarcato Mons. Staglianò – rimane sempre la nostra umanità, che oggi più che mai va recuperata, per restituire verità e bellezza all’amore, poiché l’uomo è fatto per amare, non per rinchiudersi nell’egoismo e nel consumismo della società dell’ipermercato”. Questo richiede il coraggio di una svolta radicale, di una conversione profonda della vita, di un rinnovamento della fede cristiana: in “Amen” di Francesco Gabbani” il Vescovo ha così colto la critica aspra ad un cristianesimo “anestetizzato”, edulcorato, “cala il vento, nessun dissenso, di nuovo tutto tace!”; in fondo, alla fine basta un “Amen” ad acquietare il prurito della coscienza!
“Elaboriamo il lutto con un Amen” canta Gabbani e Mons. Staglianò gli fa eco, accusando come questa parola, fondamentale nella vita cristiana, sia diventata così accomodante, un modo come un altro di liquidare le questioni più importanti della nostra esistenza, quasi una “formula magica” che in realtà elude le grandi domande dell’uomo.
“La via è un’altra – ha ancora evidenziato il Vescovo in “Rhymes and reasons” di John Denver – la via di un’umanità bella e buona – quella offertaci da Gesù di Nazareth – che ritrovi la ‘sapienza dei piccoli’, infatti “se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Cantando poi“Gesù” di Renato Zero, Mons. Staglianò insieme con i giovani ha rivolto a Dio la sua preghiera: “Aiutaci fratello. Un’altra volta puoi. Che ormai questo fardello è insopportabile”. Quale fardello? Quello di un’umanità che si è smarrita “Tempi bui un po’ per tutti noi…”, mentre avanza il deserto e anche il creato, dono immenso del Creatore, diventa una discarica.
Infine il Vescovo ha concluso con un rap: “If I sing a song, you don’t get me wrong, you don’t get me wrong, If I sing a song” (Se ti canto una canzone, non fraintendermi). Con un testo molto dinamico e accattivante: “Cerca la bellezza là dove si trova, nello splendore del tuo cuore, là soltanto dimora. Forse dorme assopita in te… per un momento! Svegliala! wake up! Butta fuori ciò che hai dentro! Amore, dono, amicizia, fraternità! Ecco la bellezza che ci salverà! chiamala misericordia, ma il suo nome proprio è… carità!”.
Quanto è stato comunicato dal Vescovo di Noto, con musica e parole, è stato poi accompagnato dalla preziosa testimonianza di un sacerdote, don Armando Zappolini, amico di Mons. Staglianò, che ha conosciuto di presenza Madre Teresa di Calcutta. Un altro momento forte in cui è emerso come a fondamento dell’amore di questa piccola grande donna per i poveri, ci fosse l’amore per Gesù.
La misericordia non è una chiacchiera, l’amore non è un sentimento, un’idea vaga, una teoria astratta. Il messaggio che Mons. Staglianò ha voluto lasciare ai giovani della Chiesa di Noto è quello di un amore “corposo”, concreto, quello che impegna il dono della vita e che splende nella bellezza della creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio. Il cuore del Giubileo dei giovani è stato questo: un cammino si apre: Wake up! Tutti desti e pronti per dare “fuoco” alla missione, per infiammare il mondo e farlo più bello.