Si è concluso il 19 ottobre il Convegno diocesano sul tema del Sacerdozio. Nella prima serata, domenica 18 ottobre, il prof. Savagnone parlando del sacerdozio comune ha sottolineato che questo scaturisce dal Battesimo, e in forza del Battesimo, richiama ogni cristiano a santificare il mondo e la sua vita in tutte gli aspetti nei quali questa si presenta. Il rischio che si corre nella Chiesa è quello di vivere l’esperienza del sacro solo nelle cattedrali o nelle esperienze rituali, scorporando dalla quotidianità quella sacralità che deriva dal Battesimo. Il sacerdozio comune si esprime rendendo sacro, con la testimonianza e la presenza viva del vangelo, ogni gesto che, anche se compiuto giornalmente, è motivato dalla riconoscenza e dalla lode al Signore. Medici che fanno con dedizione e amore il loro dovere, impiegati che sanno ascoltare e servire bene gli utenti, lavoratori che realizzano con coscienza ed onestà il loro operato, insegnanti che si dedicano con serietà e competenza alla loro missione educativa, sono alcuni esempi di esercizio di questo sacerdozio che potrebbe dare un nuovo volto alla nostra società.
Nella seconda serata Mons. Agostino ha ribadito i valori del sacerdozio comune sottolineando come questo “provoca” il sacerdozio ministeriale. C’è una sorta di correlazione inscindibile in base alla quale se da un lato il sacerdozio comune giustifica la presenza del sacerdozio ministeriale dall’altro il sacerdozio ministeriale è quello che genera il sacerdozio comune, lo nutre coi sacramenti, lo guida alla conoscenza dell’amore di Dio.
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