Ci sono sofferenze nascoste che vengono alla luce solo se qualcuno se ne prende cura, ha il coraggio di non occultare la realtà e di amare senza misura. Il terzo “quaderno dell’Osservatorio” curato dalla Caritas diocesana di Noto raccoglie alcune storie di donne, bambini, immigrati, anziani, disabili, malati mentali dando voce a sofferenze, denunciando inadempienze, articolando un appello alla coscienza e alla città: «Quanto vale la vita di un uomo?». La risposta che ritroviamo in questo libro, scritto non a tavolino ma nella partecipazione alle sorti dei più sfortunati, può essere detta in questi termini: ogni esistenza vale quel racconto che permette di rintracciare, tra le pieghe del disagio e dell’errore, da una parte i sentimenti e le azioni con cui si resta umani, dall’altra le omissioni e le carenze della politica che ostacolano l’emergere in tutti della costitutiva dignità di ogni uomo. Nel sottotitolo del libro il primo riferimento è alla coscienza di ciascuno: alla capacità cioè di ripensare con verità, nel dialogo con se stessi, gli appelli della vita, senza restare a guardare. Il rimando, oltre che alla coscienza, è alla città. Un dato costante nelle situazioni più sfortunate è il venir meno del sostegno familiare, di autentici rapporti genitoriali e familiari. Ecco perché viene interpellata, insieme alle coscienze, la città, pensata con il cuore di Giorgio La Pira – modello di politico vero – come il luogo delle relazioni e della giustizia, città per questo chiamata a prendersi cura dei più deboli quando in modi diversi viene meno la famiglia d’origine. Negli orizzonti della nostra Costituzione, che all’art. 3 chiede ai cittadini e alle istituzioni la costruzione di un’uguaglianza sostanziale e all’art. 5 individua nei Comuni il volto concreto di una Repubblica che è anzitutto consapevolezza di un “bene comune”, tale solo se cercato e realizzato a partire dagli ultimi. Un appello per tutti, ma anche una chiave di lettura della nostra testimonianza. Come scrive nella presentazione il vescovo Mons. Staglianò, infatti, «al fondo, sotto le pieghe del dolore e dell’abbandono, nel libro si racconta la misericordia come attenzione a tanta umanità sofferente, già nel dare voce a chi non ha voce e nel farci conoscere sofferenze inaudite che diversamente resterebbero nel buio dell’indifferenza e di una lettura semplicistica della povertà; si racconta quindi la misericordia come appello alla coscienza di tutti perché recuperiamo nella relazione con l’altro, soprattutto se povero e sofferente, un’umanità vera; e questo al di là del risultato, semplicemente perché si ama e perché si ama con la cura di un familiare, per i credenti si ama il fratello in cui Cristo stesso ci visita».
Il libro sarà presentato la vigilia dell’anniversario della morte di Giorgio La Pira a Pozzallo (alle 18,30 di venerdì 4 novembre presso lo spazio culturale Meno Assenza) con l’intervento del nostro Vescovo e l’invito agli amministratori oltre che ai cittadini tutti: diventerà questa occasione preziosa per proseguire il dialogo Chiesa-territorio negli orizzonti di una misericordia che diventa lievito di bene per la storia e la politica.