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I Vescovi di Sicilia a Noto per celebrare il 50° Anniversario Episcopale di Mons. Nicolosi

Lunedì 22 Aprile 2013 la Diocesi di Noto si stringerà attorno al Vescovo Emerito S.E. Mons. Nicolosi, in occasione del 50° anniversario della sua ordinazione episcopale. Mons. Nicolosi è uno dei pochi Padri Conciliari ancora viventi, che ha indirizzato in maniera esemplare la Chiesa di Noto nel cammino ecclesiale con uno stile squisitamente sinodale, nei suoi 28 anni di episcopato trascorsi alla guida della Diocesi netina. La ricorrenza sarà scandita da una solenne celebrazione eucaristica che si svolgerà nella Basilica Cattedrale alle ore 18:30, presieduta da S.E. Card. Romeo e vedrà la partecipazione dei 18 Vescovi di Sicilia, convenuti a Noto per la Conferenza Episcopale Siciliana, che si terrà nei giorni 22-24 aprile.
 
Nella stessa celebrazione verrà ricordato il 25° anniversario di Gemellaggio tra la Diocesi di Noto e quella di Butembo-Beni (Repubblica Democratica del Congo), rappresentata da S.E. Mons. Sikuli Melchisedek e da una delegazione che lo accompagna. La Santa Messa sarà preceduta alle ore 17:00 da un Convegno diocesano che si svolgerà nell’Aula Magna del Seminario Vescovile sul tema: “25 anni del Gemellaggio”. Al Convegno interverranno don Michele Fidone, direttore diocesano dell’Ufficio Missionario, don Salvatore Cerruto che racconterà i suoi tre anni di vita vissuti a Butembo-Beni, Gianni Novello che spiegherà i frutti che ha prodotto il dono del gemellaggio in questi 25 anni e concluderà Don Jean Bonane di Butembo-Beni che parlerà del gemellaggio tra le Diocesi di Noto e di Butembo-Beni alla luce del Vaticano II, mettendo in risalto la comprensione e le prospettive missiologiche.
 

Al via la XVII Giornata Nazionale di METER sui Bambini Vittime della violenza. I messaggi di alcuni Vescovi

 “La Chiesa è dei piccoli, GBV profetica” (Antonio Staglianò, vescovo di Noto); “L’attenzione ai bambini, ed in particolare a quelli che hanno subito o subiscono violenza, deve essere privilegiata nella Chiesa (Card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna); “Grazie del servizio e cercherò il 5 maggio di far pregare per i bambini” (Antonino Raspanti, vescovo di Acireale); “L’innocenza e la semplicità dei bambini sono valori preziosi anche per tutti noi, per cui bisogna impegnarsi a difenderli e custodirli” (Crescenzio Sepe, Cardinale e Arcivescovo di Napoli); “con l’augurio che il popolo cristiano avverta sempre più la necessità di stare accanto ai bambini” (Pier Giorgio Micchiardi, vescovo di Acqui Terme); “Sono vescovo da poco. Sto iniziando. Difendere i bambini è opera decisiva per il futuro della Chiesa e del mondo” (Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio Emilia)”. Sono questi alcuni dei messaggi che sono arrivati dai vescovi italiani presso la sede nazionale Meter di Avola (SR) in questi giorni, prima dell’inizio della XVII GBV – Giornata dei Bambini Vittime della Violenza, dell’Indifferenza e dello Sfruttamento organizzata dall’Associazione Meter Onlus (www.associazionemeter.org) di don Fortunato Di Noto. Un’edizione che quest’anno durerà più a lungo perché si comincerà il 19 con la presentazione, a Catania, dello spot che l’Associazione diffonderà (e chiede di diffondere a titolo gratuito) su tutti i media e ha realizzato con la collaborazione di Fioretta Mari. Ecco alcuni passi delle lettere ricevute da Meter:
 
 
STAGLIANO’ (NOTO): “LA CHIESA E’ DEI PICCOLI, GBV PROFETICA” – Con una lunga lettera è monsignor Antonio Staglianò, vescovo di Noto, a fare gli onori di casa per questa GBV. E scrive: “Con tenerezza mi immergo nel dolore e nella sofferenza dei bambini che quotidianamente subiscono abusi, che vivono nella generale indifferenza, che sono sfruttati con fantasia disumana, dinanzi alla quale ci riesce difficile comprendere il male che esseri umani possono fare ai loro piccoli. Questo non è amore!”, scrive il presule, che sottolinea la violenza sui bambini: “Rinnega e nega i legami umani più profondi e frantuma la comunione tra fratelli e con lo stesso Cristo crocifisso. Chi abusa, maltratta e disumanizza i piccoli è distante da Dio e tutti noi dobbiamo prendere le distanze da lui, affinché non esista mai una compiacenza o un velato silenzio verso l’agire di chi schiaccia e lede l’Innocenza”. Poi Staglianò chiarisce: “La Chiesa è con i piccoli. La Chiesa è dei piccoli, e lo dimostrano le tante Opere che in tutte le parti del mondo, anche nella nostra Diocesi, unendo grandi fatiche e gioie si preoccupano di accogliere, curare, accompagnare, sanare e salvare chi è nel bisogno, chi si è visto negare la vita, chi è stato privato della propria dignità. La GBV, ideata da una profetica intuizione di don Di Noto e Meter, è un segno che va condiviso, promosso e sostenuto”.
 
 
PAGLIA: I BAMBINI DEVONO ESSERE TUTELATI DALLA SOCIETA’- Quest’anno è giunta – per la prima volta – una lettera dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto da monsignor Vincenzo Paglia. Ecco che cosa scrive a don Fortunato: “Aderisco volentieri. La Giornata ha come tema la forte espressione della Lettera di Giacomo: ‘La fede senza le opere è morta’, formidabile appello a porre maggiore attenzione e impegno da tradurre nella pastorale ordinaria della Chiesa e nelle azioni sociali di vicinanza e aiuto alle vittime di ogni forma di violenza”. Paglia evidenzia che: “Se i genitori hanno il ‘diritto dovere originale e primario… insostituibile e inalienabile’ di educare i propri figli (Giovanni Paolo II, ‘Familiaris Consortio’, 36), d’altra parte i bambini hanno il diritto di avere una madre e un padre e di essere educati da loro; per crescere hanno bisogno della loro tenerezza come del cibo”. E ancora: “la prima violenza ai bambini è quella di negare loro il diritto ad avere un padre e una madre”.
 
 
SEPE: FERMA CONDANNA PER I PEDOFILI- A prendere carta e penna da Napoli è invece il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo della città del Vesuvio, che scrive: “L’innocenza e la semplicità dei bambini sono valori preziosi anche per tutti noi, per cui bisogna impegnarsi a difenderli e custodirli. Il Signore Gesù, inoltre, ci invita a metterci dalla parte degli indifesi, e certamente, tra questi, i bambini sono coloro che più di ogni altro hanno bisogno di aiuto”. Poi Sepe alza la voce: “Esprimo la mia ferma condanna per questi atti ignominiosi che gridano vendetta al cospetto di Dio e invito tutti a prodigarsi per garantire ai bambini di crescere in serenità e gioia”.
 
 
CAFFARRA: L’ATTENZIONE AI BAMBINI, DEVE ESSERE VIA PRIVILEGIATA NELLA CHIESA. Da Bologna, importante diocesi italiana, anche il cardinale Carlo Caffarra scrive a don Di Noto: “La ringrazio per quanto fa e le sono vicino profondamente con la preghiera, perché il suo impegno ed in particolare la XVII Giornata dia i frutti sperati. L’attenzione ai bambini, ed in particolare a quelli che hanno subito o subiscono violenza, deve essere privilegiata nella Chiesa”.
 
 
DON DI NOTO: IL 5 MAGGIO A ROMA CON PAPA FRANCESCO E OGGI PREGHIAMO ANCHE PER BENEDETTO XVI, AMICO DI METER- “E’ consolante, in mezzo a tante difficoltà, leggere le parole di amore e vicinanza ai bambini dei vescovi italiani. I successori degli Apostoli – dice don Di Noto – ci invitano a camminare con maggiore fiducia sulla strada della Chiesa e di Dio”. Poi aggiunge: “Ma vorrei salutare e assicurare alle nostre preghiere anche un amico di Meter, che ha fatto tanto per i bambini: Benedetto XVI, che oggi compie 86 anni. Non possiamo dimenticare quanto ha fatto e preghiamo perché papa Francesco continui con la stessa forza sulla strada della difesa dei piccoli e i deboli”, conclude.
 
 
NOTA STORICA: La GBV è nata nel 1995 ed estesasi in Italia e all’estero, quando don Fortunato Di Noto ha salvato una bambina dal tentativo di suicidio e ha iniziato a contrastare la pedofilia e la pedocriminalità. Viene celebrata, dal 25 aprile alla prima domenica di maggio e gode da sempre dell’adesione e del patrocinio delle più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Camera e Senato) della GBV è rispondere alle gravi realtà di violenza, sfruttamento contro la pedofilia.

Incontro diocesano con Mons. Franco Montenegro. “L’immigrazione segno dei tempi”

 “Un pastore che odora di pecore” – ha detto un giovane alla fine dell’incontro diocesano con Mons. Montenegro, arcivescovo di Agrigento, sull’immigrazione come segno dei tempi che si è tenuto il 5 aprile alla Domus S. Petri di Modica. Ma è stato anche “una chiamata alla responsabilità, in modo mite e forte al tempo stesso, capace di andare dritto al cuore” – ha sottolineato una mamma che insieme al marito vive l’esperienza dell’affidamento di “figli generati dall’amore”. Cuore e mente sono stati interpellati grazie ad un approccio evangelico con cui Don Franco ha saputo mettere insieme storie concrete, memoria, riflessione e orizzonti prospettici. Gli immigrati, infatti, sono in primo luogo (e sempre!) persone con la loro storia. E dovremmo ricordarci che anche noi siamo stati immigrati (don Franco ha citato una relazione dell’ispettorato Usa per l’immigrazione del 1912 che descriveva gli italiani come oggi noi descriviamo gli immigrati), ma anche avere la consapevolezza che gli immigrati di oggi sono frutto di un mondo ingiusto, di modelli di sviluppo sbagliati. E però lo dimentichiamo, come dimentichiamo che i poveri sono la maggioranza del mondo mentre noi – i borghesi dell’Occidente – siamo una minoranza. Dovremmo poi chiederci cosa c’è alla radice del nostro fastidio verso gli immigrati: atleti e cantanti li vogliamo anche se di colore diverso, quello che non vogliamo accogliere è la povertà! Certo non tutti pensano e operano così … Lampedusa, l’isola degli sbarchi, è simbolo della nostra ambivalenza: la sua gente (in certi momenti 5000 abitanti dell’isola a fronte di 7000 immigrati) è stata – come dice il nome dell’isola – “faro” per la sua capacità di accogliere, ma la modalità con cui si sono gestite le cose la fanno diventare “scoglio”, pietra di scandalo che ricorda come gli immigrati sono poveri che generiamo con il nostro mondo ingiusto e che però non vogliamo riconoscere come parte di noi stessi. La conversione inizia se ce ne rendiamo conto.
 
E diventa cammino verso una meta che ci immette nella pienezza dell’umanità: che richiede – ha sottolineato Don Franco – l’integrazione, e non la semplice tolleranza! Passando per uno sguardo bioculare: uno, per accogliere, condividere, far sedere a mensa; l’altro, per chiamare le istituzioni alla loro responsabilità, per non lasciare in pace chi ha il dovere di costruire giustizia e legalità vera. Arrivando a renderci conto, con Ernesto Balducci (un grande testimone del secolo scorso) che non siamo la “misura” del mondo. Accogliendo sogni e valori che mettono – come profetizza Isaia – “insieme l’Assiro e l’Egiziano e rendono Israele testimone dell’agire grande di Dio!” Arrivando a renderci conto con Davide Maria Turoldo (altro testimone del secondo scorso) che una fede che non umanizza il mondo diventa inutile … Alla fine l’invito è stato quello di fare una verifica su chi siamo veramente. In negativo potremmo dire: “dimmi chi respingi, e ti dirò chi sei!”. In positivo, don Franco ha invitato a fare passi concreti e a costruire una “strada larga” dove tutto il gregge possa riposare. Chiedendo a Dio la “mantellina larga” del pastore che si carica di tutte le pecore e in particolare di quelle più deboli.
 
Come ha detto nel suo saluto il vicario generale, don Angelo Giurdanella, l’incontro non può essere una parentesi ma deve pensarsi come un momento del cammino della nostra Chiesa che vuole sempre più, secondo l’invito del nostro Vescovo, accogliere e testimoniare la misericordia di Dio. E il riferimento al pastore dalla “mantellina larga” alla vigilia della Visita pastorale di Mons. Staglianò nelle parrocchie fa pensare a come la verifica sarà anche la capacità di accoglienza che avremo verso tutti e, in particolare, verso il forestiero attraverso cui è Dio che continua a visitarci.

Rosolini. Il Vescovo incontra i giovani insieme al Parlamento della legalità

Un autentico fiume in piena di studenti, dirigenti scolastici, autorità, uomini delle Istituzioni, giornalisti e tanti simpatizzanti del Centro Studi Parlamento della Legalità, hanno affollato martedì 26 marzo l’Auditorium San Domenico di Rosolini per presentare il volume curato da Giorgio Figura ” Alle Porte del Cuore” – i Giovani di Rosolini e non in dialogo con Nicolò Mannino.
 
Al tavolo dei relatori il Sindaco del comune di Rosolini Nino Savarino, Mons. Antonio Staglianò Vescovo della Diocesi di Noto e Guida Spirituale del Parlamento della Legalità, Nicolò Mannino e Giorgio Figura a moderare l’incontro Salvo Latino Coord.del Parlamento della Legalita’  per la provincia di Siracusa.
 
Il Vescovo di Noto mons Stagliano’ ha dichiarato che questa è stata una giornata di festa, d’impegno a vivere i valori della vita e del Vangelo, gli stessi che hanno spinto i giovani di Como, Roma, Napoli Scampia, Bagheria, Catania, Rosolini a scrivere messaggi indirizzati a Nicolò Mannino anima e forza del movimento culturale apartitico ma di indiscusso taglio Cristiano/Mariano qual’è il nostro “Parlamento della Legalità”- invitanto tutti i giovani a costruire il loro futuro su delle basi solide.
 
Non a caso l’evento è “caduto” nel giorno del Martedi Santo, quasi un voler mettere ognuno dei presenti nelle mani di un Condannato a Morte – Gesù il Cristo – che ben conosce la volontà del Padre e non si arrende alle logiche umane ma arriva fino in fondo in un grande progetto d’Amore che supera ogni logica di silenzio e di connivenza col male.
 
E’ stato un momento di riflessione, di crescita, di confronto, di speraza in un momento di crisi finanziaria ma soprattutto culturale e sociale. Una foto ricordo dove in tanti hanno detto il loro profondo, sincero e disinteressato SI ad un richiamo che arriva fino “Alle Porte del Cuore ” dove l’amico Nicolò ci ha invitati a sostare per scorgere l’Icona d’Amore di Un DIO che si fa storia nella vita di molti.

“L’alba di un nuovo giorno”. Messaggio del Vescovo di Noto per la settimana Santa e la Pasqua 2013

S.E. Mons Staglianò oggi 25 marzo ha tenuto presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile una Conferenza Stampa indetta dall’Ufficio Diocesano per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, nell’ambito della quale oltre a rivolgere gli auguri per la Pasqua ai giornalisti, ha presentato il suo messaggio pasquale dal titolo: “ L’alba di un nuovo giorno. Fede cristiana e coscienza umana”.
 
Il messaggio del Vescovo è stato presentato da don Stefano Modica, direttore dell’Ufficio Cultura, il quale ha evidenziato la necessità di purificare – come scrive il Vescovo – la nostra esistenza durante tutto il lungo percorso quaresimale così da ritrovarci “all’alba di un nuovo giorno” e i nostri occhi potranno così gustare la bellezza di nuove comunità cristiane rese tali dal perdono.
 
A conclusione il Vescovo ha ascoltato le domande dei giornalisti presenti e ha invitato a celebrare la Pasqua come un autentico “passaggio” dalla morte alla vita nuova in Cristo Gesù. Aldilà della crisi economica – ha detto il Vescovo – bisogna stare attenti al riduzionismo antropologico che sta svuotando l’uomo di ogni coscienza etica. Se Gesù è Risorto dai morti – sottolinea Mons. Staglianò – c’è una speranza di cambiamento possibile da una coscienza indifferente e insensibile ad una coscienza che si interessa degli altri e che ci appella al bene. La coscienza umana – ha concluso il Vescovo – va educata per mezzo della fede cristiana che aiuterà a comprendere i conflitti sociali di una moralità decaduta.
 
Alla conferenza, moderata dal direttore per le Comunicazioni Sociali – don Rosario Sultana – hanno partecipato il dottor Santo Gallo, membro del Consiglio Nazionale, nonché diversi rappresentanti della carta stampata, giornalisti televisivi e radiofonici delle provincie di Siracusa e Ragusa.
 
Al termine dell’incontro il dott. Salvatore Di Salvo in rappresentanza dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) di Siracusa e a nome del dott. Mantineo dell’Assostampa di Siracusa ha donato al Vescovo del pane destinato alla Caritas per le mense dei poveri presenti nei Vicariati di Avola e Noto, dove sono assistite le persone più bisognose; il pane è segno concreto di prossimità e solidarietà verso gli altri.

 

Mons. Staglianò sull’elezione di Papa Francesco. “Una Chiesa sempre più credibilmente vicina ai poveri e che si fa interprete di ogni povertà”

E’ immensa la gioia del cuore per il nuovo Santo Padre, Francesco. Lo accogliamo come un dono di Dio, perché così l’abbiamo tutti atteso nella preghiera che i singoli, le comunità e le chiese locali hanno intensificato durante il “tempo brevissimo “ del Conclave. Lo Spirito Santo ha lavorato molto per il discernimento che i Cardinali hanno dovuto realizzare. I Cardinali sono stati docili al lavorio dello Spirito così compiendo la volontà di Dio. Un fatto difficile da cogliere e valutare in termini sociologici e con occhi semplicemente “umani”. La Chiesa evento umano-divino, è l’opera di Dio in mezzo agli uomini. Perciò occorre la fede per guardarla con occhi adeguati e viverla nella sua vera realtà. E’ la fede del popolo festoso raccolto in piazza S. Pietro che attendeva pregando e pregava attendendo. In questa piazza ho avuto la gioia di trovarmi anch’io e posso testimoniare l’emozione spirituale (e non solo o semplicemente psicologica) dei più giovani e dei meno giovani, quando la fumata bianca annunciò al mondo che oramai il nuovo papa c’era. Un tempo interessante “quello che passa tra la fumata bianca e la prima comparsa” del vescovo di Roma. E’ tempo “singolare” che ovviamente viene sottovalutato dai media, proiettati sui pronostici d’intrattenimento. Eppure soprattutto in quel lasso di tempo si è maggiormente avvertito la “realtà” del papa: chiunque fosse stato il papa, il papa c’era. C’era, a dar sicurezza e custodia alle nostre vite, a incoraggiare – per il solo fatto che c’era – il cammino della nostra speranza in un futuro più felice; c’era, a rifondare nel segno della comunione l’intera Chiesa cattolica, dandole un nuovo respiro e aprendo un nuovo orizzonte alla sua credibilità nel mondo; c’era, ad aiutare l’umanità di oggi a riscoprire la sua vocazione e la sua verità di popoli orientati all’amore, alla solidarietà, alla pace, alla giustizia; c’era, a riprendere la nuova evangelizzazione, perché il Vangelo si testimoni nel mondo intero, propiziando nella vita di tutti una esperienza umana “bella e buona”, secondo Gesù, il “bel pastore che offre la vita per il suo gregge”.

 
 
Quando il papa che c’era, mostrandosi da quella finestra, ha fatto vedere il suo volto e ha dichiarato con il suo nome – Francesco – la sua missione, allora la gioia di quel tempo singolare d’attesa si è moltiplicata. Dal suo atteggiamento, dal suo porsi in servizio per il popolo, chiedendo al popolo preghiera e benedizione, appellando alla fiducia reciproca, orientando alla fraternità nel Signore, si è capito subito che l’attesa orante di questi giorni aveva ricevuto una risposta dallo Spirito: è possibile continuare, sulla scia degli ultimi pontefici, in nostro viaggio nella santità, con una Chiesa sempre più credibilmente vicina ai poveri e che si fa interprete di ogni povertà, non solo materiale, ma anche spirituale e morale.
 
“Io, vescovo di Roma, preso quasi alla fine del mondo”: sono frasi che troveranno le loro diverse interpretazioni. Nel frattempo la “fine del mondo” era stata annunciata nel dicembre 2012 e di fatto una “fine di certo mondo” si sta progressivamente consumando. Questo “vescovo di Roma” è “preso” per un compito ora chiaro: annunciare il nuovo mondo che Gesù morendo e risorgendo a introdotto nella nostra storia. Questo nuovo mondo, parla il linguaggio dell’amore che i tanti santi con il nome di Francesco (quello di Assisi, quello di Sales, quello di Paola e il Saverio etc. etc.) hanno parlato. Viva papa Francesco, padre e custode dei poveri, guida sicura della barca di Pietro nel travaglio di questo nostro secolo. Noi, vescovo e popolo, ti benediciamo e per te e per tutta la Chiesa non mancheremo di pregare incessantemente.
 

Benvenuto Papa Francesco. Il Vescovo di Roma che presiede alla carità di tutte le Chiese. “E adesso, comincia il cammino, Vescovo e popolo”

Ci siamo come tutti commossi ascoltando le prime parole e guardando ai primi gesti di papa Francesco, vescovo di Roma che presiede alla carità di tutte le Chiese. Nel suo nome, nella sua biografia, nel suo stile e nel suo tono abbiamo sentito subito una sintonia con quanto la Chiesa di Noto ha vissuto con il suo Sinodo che ha avuto come fine quello di “riscoprire Gesù lungo le nostre strade”. E, come ebbe a dire Mons. Salvatore Nicolosi nella “lettera conclusiva”, “riscoprire Gesù amando come Francesco: abbracciando il lebbroso”. La notizia ci è arrivata tra un incontro e un altro tesi a meglio qualificare la rete dell’aiuto e dell’ascolto, a partire da quanto capito nel ritiro di quaresima delle nostre Caritas alle Benedettine di Modica: “i poveri hanno sete di Chiesa e la Chiesa deve mostrare loro la sua virtù, ovvero il Vangelo”. E, cercando di qualificare l’attenzione ai tanti poveri che sempre più bussano alle nostre porte, ci ricordiamo sempre che il nostro compito è educativo. Per questo ci riconosciamo, pensando soprattutto ai nostri giovani, nelle parole del card. Bergolio: «Il dramma della nostra epoca è che l’adolescente vive in un mondo che a sua volta non è mai uscito dall’adolescenza». Ci sentiamo allora confermati e vogliamo, come accaduto in piazza san Pietro, dare la nostra benedizione al nuovo papa e riceverla in un cammino di fratellanza, che ci spinge a quel “balzo innanzi” a cui invitava papa Giovanni aprendo cinquant’anni fa il Concilio Vaticano II. E pensiamo che lo stupore e la commozione si allarghino a molti e diventino impegno concreto, quotidiano, perché il mondo diventi migliore. Per questo i poveri “li abbiamo sempre con noi” e speriamo sempre più che passino “dalla porta alla mensa”: alla mensa della vita condivisa, della casa che si apre, della città che si ripensa giusta e fraterna. Gioiamo, invitiamo alla gioia, ma anche ci impegniamo “nell’amore di Cristo che sempre ci spinge” e che vuole abbracciare ogni uomo e donna, a partire dai più deboli e indifesi. Nella misericodia – ci ricorda sempre il nostro vescovo Mons. Antonio Staglianò – “cifra” del volto e dell’identità di Dio e cifra che ci fa restare umani.
 

Un nuovo sito internet sulla Visita Pastorale del Vescovo di Noto, per raccontare ed informare i fedeli

 
Oggi 12 marzo 2013 in occasione della Visita Pastorale del Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali ha realizzato un sito web dedicato alla Visita. Il sito è raggiungibile all’indirizzo www.visitapastoralenoto.it oppure direttamente dal sito della Diocesi www.diocesinoto.it con il quale è collegato dall’home page attraverso un banner presente in alto a sinistra.
 
Sul nuovo sito è possibile trovare tutto quello che riguarda la Visita Pastorale come il direttorio, i sussidi, le news, il calendario, le omelie del Vescovo, la foto gallery, la video gallery, l’audio gallery. Ad ogni Vicariato e a ciascuna delle Parrocchie viene chiesto di collaborare con l’Ufficio Cultura e Comunicazioni Sociali inviando all’indirizzo comunicazionisociali@diocesinoto.it tutti i contenuti necessari per redigere notizie o per condividere materiali utili che riguardano la Visita Pastorale delle Parrocchie e dei Vicariati.
 
Il nuovo sito web sarà aggiornato costantemente grazie anche all’aiuto di tutti, presbiteri e i laici, al fine di offrire il miglior servizio possibile, sia al Vescovo sia all’intera Diocesi in modo da contribuire alla buona riuscita della Visita Pastorale, così da incoraggiare e rilanciare una Pastorale unitaria in tutte le comunità di parrocchie e nei singoli Vicariati.
 

Il 19 marzo ricorre il quarto Anniversario di Consacrazione Episcopale di Mons. Staglianò

Il prossimo martedì 19 marzo ricorre il quarto Anniversario di Consacrazione Episcopale di Mons. Antonio Staglianò. È un’occasione propizia per stringerci attorno al nostro Vescovo, segno in mezzo a noi di Cristo buon Pastore e garante della comunione ecclesiale. Il Vicario Generale, Mons. Giurdanella, invita tutti i laici e il clero a sentirsi coinvolti nel partecipare alla Celebrazione Eucaristica per rendere grazie al Signore che, attraverso i Pastori, ci conferma nella fede “esortandoci a restare saldi nel Signore” (Atti 14,22). Sin da ora – sottolinea Mons. Giurdanella – accompagniamo il nostro Pastore con la preghiera, durante la Celebrazione avremo modo di esprimergli l’affetto e i più sentiti auguri di tutta la Chiesa locale.
 
Per scelta del Vescovo questa ricorrenza sarà celebrata ogni anno in un Vicariato diverso, pertanto quest’anno ci ritroveremo ad Ispica, nella chiesa di San Giuseppe alle ore 18:00. Si raccomanda ai sacerdoti e i diaconi di portare l’occorrente per la concelebrazione. Siamo riconoscenti al Signore – sottolinea il Vicario Generale Mons. Giurdanella – per il Pastore a cui ci ha affidati, sotto la Sua illuminata guida abbiamo approfondito lo stile della comunione presbiterale; nella seconda Lettera ai Presbiteri dove così si esprime: “ogni presbitero attraverso il Presbiterio, e in comunione con il proprio Vescovo, sente la responsabilità di tutta la Diocesi e di ogni singola Parrocchia; ogni Parrocchia è guidata dal Presbiterio che si esprime attraverso quel singolo Parroco” (pag. 18). L’affetto e la devozione al Vescovo si traduca in un ulteriore impegno a realizzare uno stile nuovo di Chiesa attraverso le Comunità di Parrocchie, “case e scuole di Comunione, luoghi di grande carità, epifania dell’amicizia e dell’amore” (Quarta Lettera ai Presbiteri, pag. 23).
 
Inoltre, ricorrendo martedì 2 Aprile il quarto Anniversario dell’ingresso in Diocesi di Mons. Antonio Staglianò, celebreremo una solenne Eucarestia nella Basilica Cattedrale alle ore 18:30. Infine, come desiderato da Mons. Sikuli Melchisedech, il Centro cardiologico “Pino Staglianò”, nel 25° del Gemellaggio con la Chiesa di Butembo-Beni, diventi il segno concreto dell’intera Diocesi per questa fausta ricorrenza giubilare, pertanto la raccolta durante le due suddette Celebrazioni Eucaristiche sarà devoluta per tale scopo.
 

TV2000 dedica a San Corrado uno Speciale per la TV. Testimonianze, luoghi, storie e volti dei devoti

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TV2000 è la televisione dei Vescovi Italiani ed è visibile nel canale 28 del digitale terrestre, 142 di Sky e in streaming su www.tv2000.it da dove stanno trasmettendo in questi giorni un Servizio Speciale realizzato per noi in occasione della festività di San Corrado Confalonieri del 19 febbraio scorso. La rubrica è stata realizzata per raccontare, attraverso volti e immagini, testimonianze e narrazioni, quella presenza sempre viva del Santo dei Pizzoni. San Corrado è presente nei cuori e nella vita dei fedeli Netini e dell’intera Diocesi, come testimoniano le immagini e le parole del servizio televisivo. Vi proponiamo nelle nostre pagine web i video da visionare e condividere con i vostri amici devoti a San Corrado o con quelli che vorrebbero semplicemente conoscerlo.