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S. MARIA DELL’ARCO

La chiesa è annessa all’omonima abbazia che fu la prima sede del vescovado a Noto. Fu progettata da Rosario Gagliardi ed edificata tra il 1730 il 1749. Bellissimo il portale delimitato da due colonne tortili e sormontato dallo stemma cistercense e da un finestrone riccamente decorato. All’interno la navata è unica e le pale d’altare e i dipinti della volta sono del Carasi (1757), mentre sulla parete dell’abside è collocata la tela della Presentazione al tempio di Antonio Manno (1797); vi si conservano le reliquie del beato Nicolò Morengia.

S. CHIARA

Lungo il corso, sulla sinistra, quasi a concorrere con l’antistante basilica del SS. Salvatore, si erge la chiesa intitolata a Maria Assunta, comunemente detta di Santa Chiara, opera certa del Gagliardi; l’annesso monastero sarà adibito a Museo, in via di allestimento. L’interno, a pianta ovoidale, decorato con stucchi e putti, è circoscritto da 12 colonne, che sostengono le statue degli apostoli realizzate dallo stuccatore netino Basile; esso propone, più della facciata, un gusto architettonico di schietta linea barocca. Si possono ammirare: l’altare maggiore, sormontato da un dipinto di autore ignoto raffigurante l’Assunzione della Vergine; nei due altari laterali, una Madonna con Bambino in marmo del sec. XVI, recuperata a Noto Antica e attribuita ai Gagini, oltre a una pala ottocentesca del pittore palermitano S. Lo Forte raffigurante S. Benedetto e Santa Scolastica. Da segnalare le due cantorie sovrapposte e il terrazzo della torre campanaria.

S. MARIA ALLA ROTONDA

La Chiesa di “S. Maria alla Rotonda”, già presente nel antica Noto, dopo il terremoto dell’11 gennaio 1693 venne riedificata nel sito della nuova città con varie fasi costruttive, passando dalla baracca di legno dei primi tempi ad una chiesetta provvisoria in muratura, che nel maggio del 1696 risulta già costruita. Essa fu quindi fu una delle prime chiese provvisorie della nuova Noto anche perché la Confraternita cui apparteneva detta, almeno a partire dal Seicento, di “S. Maria. dello Spasimo”, possedeva sufficienti rendite. Del progetto dell’attuale chiesa venne incaricato l’architetto Rosario Gagliardi. La nuova chiesa (che originariamente aveva anche un ingresso laterale, chiuso nel secolo scorso a seguito dell’abbassamento della strada) venne terminata in circa 5 anni. Pochi anni dopo, nel 1742, venne dotata di un organo poi sostituito (verso la metà dell’Ottocento) da quello attuale. Tra le opere d’arte in essa contenute segnaliamo la statua devozionale della Madonna Immacolata (sec. XVIII), una raggiera in legno scolpito e dorato con un dipinto su tavola raffigurante il volto di Cristo nel velo della Veronica (sec. XVI), i dipinti su tela raffiguranti S. Corrado (sec. XVIII) e l’Adorazione dei Magi (sec. XVIII), una statua devozionale in legno dipinto e dorato raffigurante S. Giuseppe (sec. XIX), dei mobili ottocenteschi, argenti dei sec. XVIII e XIX.

SPIRITO SANTO

La Chiesa dello “Spirito Santo”, rettoria della Parrocchia “S. Francesco d’Assisi all’Immacolata” in Noto, fu ricostruita nel sito dell’attuale città dopo il terremoto del 1693. Sia nella vecchia Noto che nella nuova città, la chiesa dello Spirito Santo era una delle cinque chiese sacramentali della città (S. Nicolò, SS.mo Crocifisso, Spirito Santo, S, Michele, S. Maria alla Rotonda). Nella chiesa ha avuto da sempre sede l’Arciconfraternita dello Spirito Santo. L’amministrazione della chiesa si esplicava in una molteplicità di “opere”, fondate in periodi differenti, la cui gestione faceva capo ai governatori della Confraternita.L’interno, a navata unica, custodisce, vari dipinti (olio su tela, sec. XVIII) raffiguranti i Santi Cosma e Damiano, i Tre Arcangeli, il Martirio di S. Ippolito, la Madonna con Bambino Santi e Anime purganti, la Pentecoste (del pittore netino Antonino Vizzini). Ed ancora, un antico organo a canne (1726 dell’organaro Paolo Grimaldi da Messina), varie sculture lignee, un coro ligneo (sec. XVIII) e altari in marmo policromo (sec. XVIII).

 

S. CARLO

Lungo il Corso Vittorio Emanuele, a sinistra, si erge la chiesa di San Carlo Borromeo, ex- gesuitica, edificata nella prima metà del sec. XVIII e attigua al collegio dei PP. Gesuiti, oggi sede del Liceo Classico “Di Rudinì”. L’artistica facciata, ad andamento concavo e adornata da colonne, formata da tre ordini sovrapposti con colonne a fusto liscio rispettivamente coronate di capitelli di ordine dorico, ionico e corinzio (dal basso verso l’alto). L’interno è a croce latina a tre navate con una cupola centrale. La volta è affrescata con tre grandi raffigurazioni: la Trasfigurazione, la Guarigine del paralitico e al centro il Trionfo dell’Agnus Dei; mentre sui pennacchi della cupola sono affrescati, in modo peculiare, gli Evangelisti, e sotto sopra mensolette sono collocate quattro statue che rappresentano le Virtù cardinali. Sull’altare centrale, lateralmente, sono collocate due interessanti statue in marmo che simboleggiano la Fede e la Speranza, opere dello scultore Giuseppe Giuliano. Pregevole è l’organo settecentesco posto in cantoria sopra l’ingresso della chiesa. Delle numerose opere d’arte contenute nell’edificio sacro, ricordiamo in particolare vari dipinti su tela, fra cui Il sacrificio di Isacco (sec. XVIII), la Fuga in Egitto (sec. XVIII), la Deposizione (sec. XVI), S. Carlo Borromeo visita gli appestati (sec. XVII-XVIII), la Madonna con Bambino e Santi (sec. XVIII), Scena biblica (sec. XVIII), S. Ignazio di Loyola  (sec. XVIII), ed ancora la pregevole statua di S. Luigi in legno scolpito dorato e dipinto. Da segnalare il terrazzo della torre campanaria.

 

MADONNA DEL CARMINE

Sito Web Ufficiale: www.carminenoto.it
 
La Chiesa della Madonna del Carmine si trova su una piazza in fondo alla via Ducezio, costruita con l’anneso convento alla metà del sec. XVIII, presenta una facciata concava a tre ordino con un portale  su cui domina lo stemma carmelitano sorretto da due putti alati; nel secondo ordine si evidenziano l’ampio finestrone e le due volute decorate in pieno stile barocco, mentre nel terzo ordine è collocata la cella campanaria a tre aperture. L’interno, a croce greca, si caratterizza per il ricchissimo ciclo di stucchi; sono presenti sei altari di cui quattro con pale d’altare dedicate a santi martiri, due nelle cappelle del braccio trasversale oltre all’altare maggiore con una macchina d’altare lignea su cui è collocata la scultura in legno dorato e dipinto della Madonna del Carmelo attribuita allo scultore netino Antonino del Monachello (sec. XVI) proveniente da Noto Antica, così come le due acquasantiere in pietra asfaltica poste all’ingresso della chiesa. Sulla volta un grande dipinto raffigurante il trionfo della Vergine del Carmelo sull’eresia ariana (sec. XVIII).
 

SS. CROCIFISSO

La Chiesa del SS. Crocifisso, situata nella parte alta e pianeggiante della città in piazza Mazzini, è, dopo la Cattedrale, l’edificio religioso più grande di Noto. La costruzione risale al 1715 ed è opera dell’architetto Rosario Gagliardi. L’intitolazione è quella omonima della chiesa esistente in Noto Antica e crollata a seguito del terremoto del 1693. La chiesa, a tre navate con pianta a croce latina, è sormontata da una imponente cupola; la facciata sviluppata su due ordini, incompleta, si apre sulla piazza antistante preceduta da un’ampia scalinata. Ai lati del portale centrale, finemente scolpito nella pietra calcarea con gli strumenti della passione, fino al 1984 erano posti due leoni romanici, trasferiti all’interno della Chiesa a seguito del loro restauro e al fine di preservarli dagli agenti atmosferici. L’interno, luminosissimo, per la presenza degli ampi finestroni della navata centrale, è dominato dalla Croce-reliquiaria in legno scolpito e dorato posta all’estremità dell’abside della navata; in essa sono racchiusi dei frammenti del Crocifisso dipinto su tavola e proveniente dalla chiesa omonima di Noto Antica. La Croce scolpita nel 1746, su disegno del Gagliardi, è opera, insieme alla poltrone della sede presidenziale,  di Vincenzo Rotondo. Ai alti della croce sono poste due tele di forma ovale raffiguranti la Madonna Addolorata e S. Giovanni.Nella cappella posta a destra del transetto troviamo l’opera più importante: la statua marmorea della Madonna della Neve, datata  1471 e scolpita da Francesco Laurana, proveniente anch’essa dall’antica città. Altra opera scultorea è il busto ligneo dell’Ecce Homo, del ‘500, d’autore ignoto, ma di struggente bellezza.Sulla volta della navata centrale troviamo gli affreschi del maggiore pittore netino del ‘700, Costantino Carasi: la Creazione, la Gloria della Croce, il Battesimo dell’eunuco della Regina Candace. Del Carasi sono pure le tele contenute nella pregevolissima Cappella Landolina: Gesù al pozzo con la Samaritana, l’Adultera, i Discepoli di Emmaus, il Vate di Patmos. La Cappella è decorata con gli stucchi dell’artista palermitano Gioacchino Gianforma.Nella navate laterali, troviamo altre tele pregevoli di scuola locale: la Morte di San Giuseppe, San Corrado, l’Assunta, la Madonna Scala del Paradiso con le anime purganti e una tela con l’Immacolata proveniente dalla Chiesa dell’ ex convento di Sant’Antonino; probabilmente del Carasi sono anche altre due bellissime tele recentemente restaurate e dedicate a San Nicola e a Santa Giovanna Chantal.La chiesa conserva preziosissime reliquie che sono oggetto di pubblica venerazione: una Spina della Corona di Gesù, racchiusa in una teca d’oro e un frammento della Croce contenuto in una croce-reliquiaria d’argento. In fondo alla Chiesa la porta d’ingresso è sovrastata dall’organo ottocentesco, costruito dall’organaro modicano Michele Polizzi.

MONTEVERGINI

Attribuita al Sinatra fu iniziata nel 1695 e aperta al culto nel 1762.Il prospetto concavo, privo di decorazioni barocche, ma caratterizzato dalla misurata geometria delle sue torrette laterali e da una breve scala che conduce al portone delimitato da 2 colonne quadrangolari, chiude scenograficamente la Via Nicolaci. All’interno è ad un’unica navata, circondata da mezze colonne corinzie che danno all’insieme un’impronta classicheggiante; di particolare pregio il barocco altare centrale, in marmi policromi e sormontato da un artistico ciborio a tempietto, ricco di movimento e plasticità. Le opere pittoriche a tema mariano nella volta e nei quattro altari laterali sono attribuite a Costantino Carasi; di esse una, la Deposizione, e firmata dall’artista netino e datata 1712, le altre raffigurano lo Sposalizio della Vergine, la Madonna del Rosario con S. Corrado e S. Lucia, la Madonna con S. Bernardo e S. Girolamo. Ancora integro è il pavimento settecentesco maiolicato dell’aula. Adiacente alla chiesa era il monastero demolito nel 1938.

SS. SALVATORE

A destra della Cattedrale si sviluppa il complesso del SS. Salvatore il cui aspetto scenografico fonde felicemente tre costruzioni di differenti stili architettonici: il Monastero con decorazioni barocche, la Basilica in stile neoclassico e il Seminario realizzato alla metà del sec. XIX).Nel 1767 inizia la costruzione della basilica che doveva sostituire la vecchia chiesa, già in costruzione dal 1723, ma in rovina nel 1790. L’attuale chiesa si sviluppa con l’asse longitudinale all’interno dello spazio occupato anticamente dal primitivo chiostro del monastero benedettino, inglobandone una parte. Nel corso della costruzione della chiesa, dopo la morte di Andrea Gigante, fu modificato il progetto iniziale e al Canonico D. Antonio Mazza è attribuito il nuovo progetto del prospetto ( che aggetta su un sagrato delimitato da piastrini) e del pronao della chiesa che venne consacrata nel 1802. Il ciclo decorativo dell’interno della chiesa del SS. Salvatore di Noto è una testimonianza tra le più significative della fase di transizione culturale siciliana tra tardobarocco e neoclassicismo. Iniziato nel 1794 e ultimato nell’arco di due anni è il risultato degli interventi pittorici del palermitano Ermenegildo Martorana e di quelli in stucco di Giovanni Gianforma. È un piano decorativo unitario che definisce l’aula unica e che ubbidisce iconograficamente ad un programma teologico. Tra le pitture hanno particolare rilevanza artistica gli affreschi della volta rappresentanti La Pentecoste (al centro), San Paolo sulla via di Damasco e L’apparizione di tre uomini misteriosi ad Abramo e i dipinti (olio su tela) che si trovano sugli altari laterali sul lato destro L’adorazione dei Magi (attr. a Giuseppe Patania), La Crocifissione (attribuita a Giuseppe Velasco); sul lato sinistro La presentazione dei Santi Mauro e Placido a San Benedetto (firmata Giuseppe Velasco, 1808), La Madonna del Rosario (attribuita a Giuseppe Velasco). Completano l’interno un artistico organo a canne di Donato del Piano (sec. XVIII), un’urna d’argento che custodisce le reliquie di S. Restituto Martire, traslata da Roma nel 1662 e, su un altare di destra, una pregevole scultura lignea della Madonna col Bambino.