La Chiesa Madre Madonna del Rosario, edificata alla fine del XIX sec, fu dedicata inizialmente a San Pietro, in omaggio alla chiesa omonima di Modica dalla quale dipendeva.La facciata a due ordini e con tre portali, posta su una scalinata, fu iniziata nel 1878, anno in cui il parroco Vincenzo Ferreri fece avviare i lavori di scavo per le fondamenta, fu ultimata con progressivi interventi nella prima metà del Novecento. Il suo interno ampio e luminoso, si articola in tre navate a croce latina con archi pilastri e colonne sulle quali spicca una ”Via Crucis” in bronzo del 1969 e un pulpito, datato 1910, opera dell’ispicese Raffaele Caruso, costituito da pannelli in legno istoriato.L’interno presenta pilastri e lesene con capitelli ornati. L’altare maggiore è dedicato alla Madonna del Rosario, patrona della città; la statua in cartapesta è stata eseguita da Giorgio Assenza di Modica. Altre statue create da artisti locali adornano la chiesa. Gli stucchi della Cappella del Sacramento nella navata sinistra sono opera di Antonino Assenza, gli affreschi sulle pareti laterali, sono eseguiti da Beppe Assenza.Nella cappella centrale della navata destra si può ammirare, a coronamento dell’arco, un gruppo scultoreo a stucco di ispirazione serpottiana riproducente un angelo con puttini, anch’esso opera di Antonino Assenza.
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S. PAOLO APOSTOLO
La Chiesa, di S. Paolo in Modica, eretta intorno al 1400, restò molto danneggiata dal terremoto del 1631; il susseguente terremoto del 1693 la distrusse completamente. Venne ricostruita verso la prima metà del settecento; il prospetto e l’interno subirono restauri e rifacimenti nel 1803. Della primitiva Chiesa restarono una cariatide di sostegno d’arco, ancora visibile all’esterno, sulla parte destra, quasi corrispondente al piccolo campanile, rappresentante una scultura di pietra raffigurante un vecchio che sostiene un peso sulle spalle, e la trabeazione di una porta interna della sacristia, secentesca, ove al centro spicca un gallo di pietra.L’interno, a tre navate, formate da sei belle colonne ornate da capitelli corinzi del secondo periodo, conserva sul soffitto un affresco di Giovan Battista Ragazzi, eseguito nel 1750, rappresentante nella parte centrale la Gloria della Madonna e ai lati San Pietro e San Paolo. Nel primo altare della navata a destra entrando il grandioso dipinto di Sant’Agata miracolata da San Pietro, opera d’attribuirsi ad Ignazio Bongiovanni attento scolaro e discepolo di Pietro Novelli. Sul primo altare della navata a sinistra entrando, un dipinto d’Ignoto, raffigurante l’Apparizione della Madonna col Divin Figlio a S. Antonio.Interessanti le due statue in pietra di S. Pietro e S. Paolo poste su due pilastri di pietra all’ingresso centrale.
S. TERESA D’AVILA
La chiesa di Santa Teresa D’Avila è ubicata nella zona centrale del centro storico di Modica Alta, strettamente legata al tessuto tipologico urbano che si è sviluppato e plasmato attorno ad essa.La costruzione della chiesa originale risale al 1600 circa, tuttavia di questa costruzione non rimane nulla in quanto la chiesa venne distrutta dal grande terremoto che sconvolse l’intera Val di Noto nel 1693.L’attuale Chiesa venne costruita, sulle macerie della precedente, negli anni successivi al terremoto e, in buona parte, è la stessa che possiamo ammirare ancora oggi se si esclude l’ordine superiore della facciata che è stata realizzata nel 1953.L’elevazione risulta inquadrata da un ordine di impostazione classica con quattro paraste che inquadrano l’insieme dell’orologio e delle due campane laterali.Al suo interno, la chiesa, è costituita da una sola navata a fronte dell’altare maggiore; sopra l’altare maggiore è collocata una scultura lignea della Madonna del Carmelo e lungo le pareti laterali, nella parte alta, una serie di sei tele, raffiguranti gli episodi salienti della vita di Santa Teresa, risalenti ai primi anni del 1700.Sulla parete laterale di sinistra, si ammira un dipinto di epoca settecentesca di scuola siciliana; ai due lati del portone d’ingresso alla chiesa sono collocate, dentro due nicchie a parete, le statue di San Rocco e di Santa Filomena.
S. ANTONIO DI PADOVA
La Chiesa di Sant’Antonio di Padova, detta anche “Sant’ Antonino”, sorse prima del 1600, in corso Consolo (nome del quartiere nord-est di Modica Alta), oggi via Principessa Maria del Belgio.La costruzione dell’edificio religioso fu resa possibile grazie al contributo di alcuni benefattoriIl disastroso terremoto del 1693 dovette distruggere, almeno in parte, la vecchia Chiesa barocca, risparmiando la snella ed alta torre campanaria con le rituali feritoie; campanile, che venne rifatto con differente stile. La facciata esterna è settecentesca.Nell’interno, ad una navata, vi erano tre altari laterali (che furono tolti negli anni ’50 con la riforma liturgica), due sul lato destro e uno sul lato sinistro. Rimangono le tele poste su tali altari.Sul primo a destra, la pala d’altare (tela e crocifisso ligneo) del Cristo sulla Croce, opera d’arte di intensa carica emotiva e di religiosa commozione.Sul secondo a destra, una pregevole Assunta, copia identica, ma mancante del personaggio all’inmpiedi a destra, a quella che troviamo a S. Giorgio di Modica, che è del 1610, ed è dovuta al pennello di Filippo Paladino da Firenze.Sull’altare del lato sinistro vi è il grande quadro dell’Annunciazione. Sulla sinistra di tale altare, troviamo il fonte battesimale, sormontato dalla tela del pittore modicano Sac. Orazio Spadaro, raffigurante il battesimo di S. Giovanni Battista.Sul lato sinistro, vi è la nicchia in cui è alloggiata la statua lignea della Madonna Immacolata, scolpita nel 1853 da Gaetano Frasca.Ai lati dell’abside, due statue di pietra di buona fattura: un guerriero a sinistra ed un angelo a destra.Gli stucchi intorno agli altari e nel soffitto sono dell’artista modicano Gianforma (sec. XVIII).All’interno della Chiesa, sulla cantoria posta in controfacciata, trova posto un organo della seconda metà del secolo XIX, opera di Casimiro Allieri da Bergamo. La cassa dell’organo è composta da 21 canne di facciata disposte in tre campate a cuspide con bocche allineate e labbri superiori a mitria.
S. GIOVANNI EVANGELISTA
La chiesa di S. Giovanni Evangelista, si trova nella parte alta della città ed è posta al vertice di un’ampia scalinata che conferisce al tempio slancio e maestosità. L’attuale chiesa è il risultato di varie fasi costruttive durante i secoli XVIII e XIX, dopo il terremoto che la danneggiò notevolmente. La ricostruzione avvenne a partire dal 1695 su progetto dell’architetto modicano don Silvestro Callisti. Una seconda fase edilizia si registra negli ultimi quattro decenni del Settecento. Negli anni ’70 si lavora per la realizzazione di capitelli e intagli e per la copertura della navata maggiore del transetto e dell’abside. La facciata, progettata nel 1839 da Salvatore Rizza, è posta al vertice della gradinata lungo la quale si elevano ventisei pilastri che sorreggevano altrettante statue: oggi ne restano soltanto tre. Si tratta di un prospetto a due ordini con sei colonne nel primo ordine e quattro colonne nel secondo ordine, il tutto coronato da un doppio timpano (uno triangolare e uno semicircolare) spezzato. Un’opera nella continuità stilistica della cultura tardobarocca impaginata secondo il contemporaneo gusto accademico neoclassico.L’interno si presenta a tre navate, suddivise da pilastri e con tre absidi, con un transetto ricco di stucchi. Di particolare pregio le opere in stucco presenti nella volta, nonché le cappelle laterali e il presbiterio. Nella navata sinistra notiamo la cappella del fonte battesimale, l’altare con il dipinto del Transito di S. Giuseppe (sec. XVII) e l’altare di San Giovanni Evangelista, nell’ala sinistra del transetto, un’opera in cui, felicemente, si coniugano pregevoli stucchi con la statua di S. Giovanni e il paliotto ligneo in cui è rappresentata l’Ultima Cena tra le figure allegoriche della Speranza e della Fede. Nell’abside spicca il grande dipinto di S. Giovanni Evangelista, mentre nella navata destra sono da segnalare il dipinto di S. Fancesco di Paola (1756) e nell’ultimo altare della è collocato il gruppo scultoreo dell’Addolorata.
MADONNA DEL CARMINE
La chiesa del Carmine ha cambiato gradatamente immagine rispetto all’edificazione, che si fa risalire con molta probabilità intorno al XV secolo. Determinante in tal senso fu il terremoto del 1693 che distrusse gran parte della chiesa. La parte inferiore del prospetto è preesistente al terremoto, mentre la parte superiore della facciata venne ricostruita con il campanile ed una nicchia per la Madonna. La caratteristica principale della facciata è comunque rappresentata dal magnifico rosone centrale traforato a dodici raggi, posto sopra il portale ad arco acuto, uno dei più belli tra quelli presenti in Sicilia . All’ingresso si trova un vestibolo con una splendida acquasantiera e un arco gotico di tipo chiaramontano. Particolarmente interessante una cappella (fine del XV secolo) a cui accede dall’abside attraverso un ricco portale a sesto acuto con pilastrini; la volta interna è a crociera e sulle pareti sono visibili i resti di un affresco.La chiesa è ad una navata con altari ai lati, uno dei quali si caratterizza per la presenza di un prezioso gruppo scultoreo gaginiano (prima metà sec. XVI) in marmo che raffigura l’Annunciazione.Di notevole valore artistico sono anche la pala ignea di S. Alberto (prima metà sec. XVI), la tela di S. Simone (sec. XVIII), la tela di S. Spiridione e S. Andrea Corsini (sec. XVIII), la tela dell’Adorazione dei Magi (sec. XVIII), il dipinto raffigurante la Resurrezione (sec. XVII), un Crocifisso ligneo, il dipinto di S. Elia (sec. XVI), varie lapidi tombali del sec. XVI.L’altare maggiore in legno è scolpito con stucchi in rilievo, opera di artigiani locali.La chiesa è anche dotata di ricchi paramenti sacri e di numerosi argenti.
SS. SALVATORE
Distrutta dal terremoto del 1693, la chiesa del “SS. Salvatore” fu ricostruita nel secolo XVIII, con trasformazioni databili tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. La facciata è molto semplice e vi si affianca un campanile ove si trova una campana del 1536. L’interno presenta uno spazio interessantissimo dal punto di vista architettonico in cui sono contenute rilevanti opere d’arte. Tra i dipinti segnaliamo: Pietro Spinosa, l’Immacolata, olio su tela, 1765; Stefano Ragazzi, S. Caterina, olio su tela, 1770; Stefano Ragazzi, S. Antonio, olio su tela 1774; Cristo resuscitato, olio su tela, seconda metà sec. XVIII; Transito di S. Giuseppe, olio su tela, 1667. Sono da segnalare, inoltre, preziosi argenti e paramenti sacri, il gruppo scultoreo in cartapesta e argento, Cristo alla colonna, sec. XVIII; i confessionali, fine sec. XIX; l’organo a canne, fine sec. XIX; 5 medaglioni marmorei, seconda metà sec. XVIII; gli stalli del coro, 1790-1791.
MADONNA DELLA CATENA
L’edificio sacro è collocato nel centro storico di Modica ed è stato edificato nel sec. XVI e successivamente, dopo i danni subiti dal terremoto del 1693, riedificato nel sec. XVIII. All’esterno si notano le antiche fabbriche e la base del primitivo campanile.La chiesa è ad unica navata ed al suo interno si conservano opere pregevoli. In particolare si segnalano i dipinti su tela: Crocifissione, Transito di S. Giuseppe, Madonna del latte (Sec. XVIII) e le sculture: Madonna della Catena, Sacro Cuore, S. Antonio da Padova.
S. MARIA DI BETLEM
Si trova lungo Via Marchesa Tedeschi, ed è il terzo edificio sacro per importanza in città dopo quelli delle chiese di San Giorgio e San Pietro.La chiesa si presenta come il risultato di interventi che vanno dal Cinquecento all’Ottocento. La facciata, a due ordini, è il risultato di due fasi costruttive, il primo ordine è da collocare tra il secondo Cinquecento e il primo Seicento, mentre il secondo ordine fu realizzato nell’Ottocento.Tra le testimonianze architettoniche precedenti al terremoto del 1693 segnaliamo, lungo il prospetto laterale sinistro, una lunetta in calcare, la Lunetta del Berlon (sec. XV-XVI), pregevole bassorilievo di ignoti artisti locali raffigurante una Adorazione dei Pastori, e all’interno, in fondo alla navata di destra, la Cappella Cabrera, una delle più significative testimonianze artistiche tra tardogotico e Rinascimento. La Chiesa di santa Maria di Betlem presenta nella facciata tre portali nell’ordine inferiore e un finestrone in quello superiore.All’interno, a tre navate con un tetto a capriate interamente dipinto, segnaliamo la cinquecentesca Madonna in trono con Bambino in pietra dipinta posta sull’altare della Cappella Cabrera. Una cappella laterale della navata sinistra della chiesa, ospita il magnifico presepe realizzato nel 1882 con oltre 60 statue di terracotta provenienti da Caltagirone, ambientato nella suggestiva cava di S. Maria. Parecchi i dipinti, tra cui segnaliamo quello della Madonna del Carmine tra S. Agata e S. Carlo Borromeo (metà sec. XVII) attribuito a Giuseppe Reati. Infine, spiccano nella navata centrale l’organo a canne ed il monumentale pulpito in legno scolpito.
S. PIETRO – CHIESA MADRE
La Chiesa di San Pietro è collocata nel cuore della città bassa e rappresenta un mirabile esempio di architettura tardobarocca. L’origine, molto probabilmente, risale all’epoca di San Marziano, discepolo di San Pietro e primo vescovo di Siracusa. A causa del terremoto del 1693 la chiesa subì parecchi danni e nel 1697 il progetto e la direzione dei lavori vennero affidati ai capimastri Mario Spata e Rosario Boscarino. La chiesa fu ricostruita sulle stesse fondamenta della chiesa del Seicento. Dell’edificio seicentesco rimane, all’interno, la Cappella dell’Immacolata, attualmente sacrestia, dove è ancora leggibile la data 1620. La cappella è un vano quadrangolare con un’interessante copertura che rimanda a modelli costruttivi rinascimentali, analoghi a quelli della volta della cappella di San Mauro all’interno della Chiesa di Santa Maria di Betlem.I lavori di costruzione e decorazioni continueranno fino alla fine dell’Ottocento; la sistemazione della scalinata esterna a rampe rettilinee è il risultato di vari adattamenti che si concludono nel 1876.Tra gli elementi architettonici interessanti della facciata piana notiamo le lesene del primo ordine e del secondo ordine, il finestrone centrale, le volute di raccordo a motivi floreali, dalle statue sistemate sul primo ordine e nella cuspide.L’interno è a tre navate; molto ampia quella centrale rischiarata da grandi finestre laterali che presenta delicati stucchi ottocenteschi e nella volta otto riquadri con scene e figure del Vecchio e del Nuovo Testamento di Giovan Battista Ragazzi (seconda metà sec. XVIII). Interessanti l’altare del Sacro Cuore, del Crocifisso, quelli di S. Lucia, di S. Giuseppe, dell’Addolorata e la cappella del SS. Sacramento. Tra le opere d’arte segnaliamo in primo luogo la Madonna di Trapani, posta nella cappella di destra, scultura in marmo (sec. XVI), la scultura lignea policroma della Madonna nella nicchia dell’altare maggiore e ai lati, all’interno di due nicchie, le statue di San Pietro e San Paolo tutte opera di Pietro Padula, artista napoletano, che le eseguì tra il 1773 e il 1775, l’altra scultura lignea di S. Pietro e il paralitico del palermitano Pietro Civiletti (1893). Interessanti tele secentesche sono conservate nella Cappella Mazzara, prima cappella della navata sinistra. Due mausolei sono posti all’ingresso della chiesa: quello di Giuseppe Campailla (1858) e di Don Carlo Interlandi (1797). Alla metà del sec. XVII risale l’Urna reliquiaria in argento con i dodici apostoli rappresentati in altorilievo sui quattro lati in nicchie incorniciate da lesene con cariatidi.