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Il Vescovo di Noto a Sua Santità Benedetto XVI. Le dimissioni sono un “gesto d’amore” alla sua Chiesa

 
L’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI ci ha lasciato tanta amarezza nel cuore, proprio perché in questo Papa abbiamo potuto riconoscere la grandezza dell’ «umile servitore della Vigna del Signore». Così si definì Ratzinger all’inizio del suo pontificato, perché così aveva vissuto il lungo periodo del suo servizio ecclesiale e pastorale come Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede. Così è stato anche durante gli otto splendidi anni del suo Ministero Petrino come Vescovo di Roma e Capo della Chiesa Universale. L’amore alla Chiesa cattolica è la vera chiave di accesso per interpretare giustamente l’esistenza di questo grande Papa. Perciò, mentre accogliamo con rispetto le motivazioni delle sue dimissioni, riteniamo che anche questo gesto vada compreso come “gesto d’amore” alla sua Chiesa.
 
 
All’amatissimo Santo Padre che mi ha voluto alla guida come Vescovo della nobile Chiesa di Noto, sento, anche a nome di questa Chiesa locale, di manifestare la gratitudine del cuore e dell’intelligenza per l’enorme amore cha ha profuso in tutti questi anni. Abbiamo la certezza che, in forme diverse, attraverso il silenzio, la contemplazione e la preghiera, saprà effondere ancora grazia e benedizione, affinché la Chiesa Cattolica novo millennio ineunte possa fronteggiare le sfide delle trasformazioni culturali ed evangelizzare, in maniera sempre più credibile, l’amore di Dio manifestato in Cristo Gesù. Solo questo Amore, infatti, umanizza la nostra vita e ci può rendere felici e gioiosi su questa terra, nella speranza della resurrezione finale. Allora capiremo che le dimissioni di Benedetto XVI, lungi dall’essere “uno scendere dalla Croce”, saranno state di fatto un entrare più profondamente “nello spessore della Croce”, abitandone dimensioni nascoste, non appariscenti, eppure vere, reali, con quello stesso amore che spinge il dono della vita fino all’estremo.
 
Grazie, Santo Padre, per il dono della Sua vita.
 
 
 
 

Quaresima di carità 2013. La fede senza la carità è un albero senza radici

Nel messaggio per la quaresima nell’anno della fede il papa ricorda lo stretto legame tra fede e carità. La carità senza la fede rischia di mancare di radici, la fede senza la carità è un albero senza radici. Per questo la Caritas diocesana invita in modo esemplare, dopo la liturgia delle ceneri, ad iniziare insieme questo tempo di grazia e di conversione salendo al “monte di Dio”, invitando tutti e in modo particolare animatori Caritas e volontari, per il ritiro di quaresima, che si terrà come di consueto dalle Monache Benedettine di Modica dalle ore 16,30 alle ore 19 di domenica 17 febbraio 2013. Vi sarà prima la meditazione di don Corrado Lorefice, che ci aiuterà a leggere come segno dei tempi la crescente povertà, e quindi la preghiera del vespro insieme alle Monache benedettine.
 
 
Perché le radici diventino albero che dà i frutti, la Caritas invita a coltivare nella quaresima attenzione ai più deboli. E questo in due modi: attraverso le sentinelle della misericordia, persone sagge e riconosciute dal parroco e dalla comunità che in tutti i quartieri siano capaci di accorgersi di chi ha bisogno e comunicarlo alla comunità soprattutto nella messa domenicale, e attraverso una particolare attenzione ai diversamente abili, perché nessuno di loro resti senza qualcuno che sostenga e dia una mano. La loro presenza a messa e nella catechesi è necessaria per la verità della nostra vita cristiana: dobbiamo accorgerci di loro se mancano, superare difficoltà di integrazione, essere disponibili per accompagnare, ripensare la messa di tutti con linguaggi e gesti che la rendano a tutti comprensibile, superare eventuali disagi nella catechesi con ragionamenti e rimodulazioni che abbiamo il sapore del Vangelo.
 
 
Le proposte allora per la Quaresima di carità 2013 diventano: trovare un momento in cui interrogarsi come comunità sull’accoglienza di ogni diversità, magari in un contesto penitenziale in cui maturare passi concreti; una via crucis che raccolga tratti della passione del Signore, del suo dolore e del suo affidamento, che continua nel dolore e nell’affidamento dei diversamente abili; preparare bene la colletta che porteremo al Vescovo nella messa crismale, che quest’anno sarà dedicata metà per il Malì e metà per i nostri segni di condivisione diversamente abili (di recente a Noto si è aperta la Casa Tobia, segno collegato alla Fondazione Madre Teresa voluta da Mons. Nicolosi; a Modica ci sono i Piccoli Fratelli e la Cooperativa Portogallo, che ha avviato da poco la fattoria didattica don Tonino Bello per il reinserimento dei diversamente abili; a Pachino l’Agape ha avviato i lavori per il Dopo di noi, per il sostegno dei diversamente abili quando vengono a mancare i genitori; ad Avola ci sono i Superabili, con i loro laboratori e l’inserimento attraverso lo sport; a livello diocesano l’Unitalsi cura i pellegrinaggi ai santuari).

“Nella notte per… incontrarti”. Il Seminario Vescovile invita i giovani ogni venerdì di Quaresima a pregare con loro

Gli alunni e i superiori del Seminario Vescovile, invitano i giovani a trascorrere con loro sei particolari venerdì sera in preghiera, per incontrare, ascoltare, conoscere, seguire, parlare e servire Gesù Cristo.
Vuole essere una proposta per sei venerdì sera diversi dal solito. Questi momenti di preghiera saranno all’insegna dell’incontro con Gesù Cristo, unico Signore  e Maestro della nostra vita. La Basilica del SS. Salvatore di Noto ospiterà questa serie di eventi nei sei venerdì del Tempo di Quaresima (15-22 febbraio e 1-8-15- 22 marzo) alle ore 21.00. Ogni sera la preghiera sarà animata a partire da un tema diverso: Nella notte per… IncontrarTi, AscoltarTi, ConoscerTi, SeguirTi, ParlarTi, ServirTi. Ci si aspetta una presenza numerosa e gioiosa. 
 
Consulta il sito web Ufficiale: www.seminarionoto.org
 

Il Papa rinuncia liberamente e serenamente al ministero Petrino

L’11 febbraio, alle ore 11,30 circa, durante il Concistoro, con il collegio cardinalizio riunito, Il Papa Benedetto XVI ha annunciato in latino la sua rinuncia alla cattedra di Pietro. Dalle ore 20,00 del 28 febbraio la sede di San Pietro sarà vacante, subito dopo sarà convocato il conclave per l’elezione del nuovo Pontefice.
 
Padre Lombardi, della sala stampa Vaticana, durante la conferenza stampa, ha ripercorso e commentato passo passo la dichiarazione del Papa, cominciando dall’inizio, quando dopo aver definito la sua “una dichiarazione di grande importanza per la vita della Chiesa”, Benedetto XVI ha detto di “aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio”. “Si tratta – ha commentato padre Lombardi – di una decisione pensata, profonda, presa in un clima di preghiera di fronte al Signore che lo ha chiamato a svolgere il suo ministero”. Così, come egli stesso ha detto, è “pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. “È questo – le parole del portavoce vaticano – il motivo fondamentale della sua decisione: un esame di coscienza sulle sue forze in rapporto al suo ministero, al compito da svolgere”. Il “vigore” delle “forze” che diminuiscono, soprattutto “negli ultimi mesi”, è secondo padre Lombardi il motivo principale che ha portato il Papa a prendere la sua decisione – “libera”, presa “in coscienza davanti a Dio” – a cui “si aggiungono le circostanze del mondo di oggi”, che “esigono un vigore più forte che in tempi passati”, e in cui “i ritmi di vita e del mondo sono sempre più impegnativi”.
 
Il Card. Bagnasco, Presidente della CEI, ha appreso dalle parole stesse del Papa la scelta di lasciare il pontificato. E, con la certezza che “il Signore Risorto continua ad essere il nocchiero della Chiesa”, assicura al Papa “profonda gratitudine e affettuosa vicinanza dei Vescovi italiani per l’attenzione costante che ha avuto per il nostro Paese e per la guida sicura e umile con cui ha indirizzato la barca di Pietro”.
 
Riportiamo il testo completo della rinuncia formale del Papa, tradotto per voi dal latino.
 
Carissimi fratelli,
“Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice”. “Vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio – ha detto il Papa -, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”.
“Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”.
 

Vicariato di Pachino e Portopalo. Percorsi di Studio sulla vita prenatale come educazione all’amore

Dal 7 al 9 febbraio 2013 il Prof Giuseppe Noia terrà percorsi di studi e riflessioni su “La vita prenatale come educazione all’amore“, organizzati  dall’Associazione “L’Albero della Vita e il Consultorio Familiare di Ispirazione Cristiana in collaborazione con il Vicariato di Pachino e Portopalo e la Commissione per la Pastorale Familiare Vicariale”. Il primo incontro, moderato da don Stefano Modica, si svolgerà il 7 febbraio 2013 alle ore 19:30 presso il Teatro della Parrocchia San Corrado di Pachino e avrà come destinatari le famiglie, i fidanzati, i genitori e gli educatori. Il secondo incontro, per i sacerdoti diocesani, si terrà venerdì 8 febbraio a Noto presso la Casa del Clero. Giorno 9 febbraio, a partire dalle ore 8:30, il relatore presenterà lo stesso tema agli studenti del triennio degli Istituti di Istruzione Superiore di Pachino presso il Palmento di Rudinì di Marzamemi. Il Prof Giuseppe Noia, ginecologo, è responsabile del Centro Diagnosi e Terapia Fetale Day Hospital di Ostetricia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma e presidente della Commissione Scientifica della Confederazione Nazionale dei Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana, nonché Socio Fondatore e Vice-Presidente dell’Associazione “ La Quercia Millenaria”.

 

Mons. Staglianò in Brasile a Rio de Janeiro per un ciclo di conferenze ai Vescovi brasiliani

Il nostro Vescovo Antonio si trova in Brasile a Rio de Janeiro per un ciclo di conferenze che terrà ai Vescovi brasiliani tra il 4 febbraio e l’8, giorno del suo rientro in Italia. I Vescovi prenotati sono piu’ di 120 e le relazioni del nostro Vescovo saranno sulla Fede cattolica e le sue singolari dimensioni da ben puntualizzare in un mondo come il nostro caratterizzato dal multiculturalismo e il pluralismo religioso. Tanti saranno gli aspetti che tratterà: il rapporto tra fede e culture, tra ragione e fede, tra fede e scienza, il dialogo interreligioso, ma anche il dialogo con i non credenti, come chiede il “Cortile dei gentili” e la Nuova Evangelizzazione. Grande spazio e tempo sara’ dedicato soprattutto nel dibattito sul rapporto interiore esistente tra fede e carità, specie in considerazione del fatto che milioni di persone ancora vivono nelle Favelas in condizioni di vera ed estrema povertà. La Chiesa è presente in queste tristi realtà con la fede testimoniata attraverso la carità.
 
Nel frattempo, dopo aver incontrato l’Arcivescovo di Rio S.E.Rev.ma Mons Orani e alcuni vescovi ausiliari (in particolare Mons Romer che lo ha accolto e lo accompagna, attendendo alle sue necessita con tanta premura cristiana), S.E. mons. Staglianò ha fatto visita al Centro Giovanile dove lavorano da mesi piu’ di 130 giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù, la GMG 2013 si terra’ a Rio nel prossimo Luglio. Fervono intanto i preparativi per l’incontro con il Papa Benedetto XVI. In questo Centro Giovanile il nostro Vescovo è stato intervistato sul significato e la portata pastorale che hanno le GMG sulla nuova evangelizzazione, nel suo messaggio cosi’ espresso: “possano le GMG testimoniare a tutti e particolarmente ai giovani del mondo di oggi che Gesù di Nazaret è la verità, il senso della vita di tantissimi giovani, i quali in Lui e solo in Lui trovano un gusto nuovo di vivere, un modo di stare al mondo che permette loro di essere nella gioia nonostante le inevitabili afflizioni della vita, di saper vivere di amore nonostante il disastro disumano di relazioni che non durano e che sono senza affetto. Gesù e’ redenzione dal disamore che rende infelici tanti giovani di oggi. Seguirlo nel suo comandamento dell’amore è l’unica via per restare umani ed essere umani fino in fondo”.
 

Due incontri, a Pachino e Modica, sui diversamente abili promossi dalla Caritas e dall’Ufficio catechistico diocesani

Si sono tenuti la settimana scorsa due incontri, a Pachino e Modica, sui diversamente abili promossi dalla Caritas e dall’Ufficio catechistico diocesani. In particolare nell’incontro di Modica lo scorso 25 gennaio, presso la parrocchia del Sacro Cuore, c’è stato un confronto tra catechisti e animatori Caritas su come accompagnare il cammino di fede dei diversamente abili, aiutati dalla testimonianza pluriennale di un catechista, Giuseppe Pompei, della Comunità Sant’Egidio di Roma. Ci sembra opportunocomunicare alcune consapevolezza emerse che possono essere di aiuto nella crescita di tutti.

 
 
Anzitutto i diversamente abili non hanno diritto solo a qualcosa ma a tutto ciò che spetta ad ognuno, compresa la possibilità di partecipare alla messa o alla catechesi. E non con messe o incontri particolari, ma nelle messe di tutti. Certo, se in carrozzina, hanno bisogno di qualcuno che aiuti, ma questo significa che tutti quanti ci educhiamo a sostenerci quando possiamo avere bisogno di un aiuto, impariamo a chiuderci di meno nelle nostre cose e aprirci a tutto ciò che può servire per un bene diffuso. Poi i diversamente abili possono aiutarci ad essere più essenziali, a trovare nelle celebrazioni linguaggi che non siano solo intellettuali. L’esempio è proprio quello della Comunità di Sant’Egidio che non organizza messe particolari per i disabili ma prepara le liturgie e le catechesi con immagini o gesti che agevolano la partecipazione di tutti: così l’oro dono dei Magi nel giorno dell’Epifania viene simboleggiato dal nastro d’oro portato all’altare in cui tutti gli amici diversabili appendono i nomi dei loro amici e parenti, come doni preziosi fatti alle loro fragili vite. E anche la misericordia e il perdono chiaramente sono per tutti, così il ragazzo diversabile va accompagnato alla confessione e a ricevere il perdono, come a nessuno vengono negati i sacramenti, neanche nei casi più gravi! Il problema non è infatti se chi riceve il sacramento è consapevole o ne comprende l’importanza, ma la comprensione dipende piuttosto dalla fede di chi testimonia e lo amministra. Allora accade che i diversamente abili diventano nostri maestri: ci educano all’essenzialità, ci ricordano di ciò di cui abbiamo veramente bisogno, ci aprono a un mistero più grande della semplice efficienza.
 
Caritas e Ufficio catechistico stanno continuando ad incontrarsi per aiutare, sulla base di queste consapevolezza, ad essere sempre più attenti a tutti. Perché – come è detto in uno degli ultimi libri della Comunità di Sant’Egidio – il “Vangelo è per tutti”. Tra le iniziative c’è anche l’inserimento in alcune messe di alcuni amici sordi, usando il linguaggio loro adatto, mentre durante l’anno altri momenti sul tema sono previsti a motivo della celebrazione dei ventinque anni dei Piccoli fratelli. In particolare il 16 aprile sarà a Modica Don Virginio Colmegna, presidente della “Casa della carità” di Milano, voluta dal Card. Carlo Maria Martini come laboratorio di condivisione, cultura della solidarietà, cittadinanza.
 

Mons. Salvatore Nicolosi innaugura “Casa Tobia”

Attorniato da un folto gruppo di volontari, amici e sostenitori, alla presenza dell’assessore al Welfare, geom. Manfredi, in rappresentanza del Sindaco, venerdì sera 25 gennaio 2013, il Vescovo emerito Mons. Salvatore Nicolosi (nella foto assieme al Vicario generale Mons. Angelo Giurdanella) ha inaugurato e benedetto “Casa Tobia” e la “Casa di accoglienza temporanea” (in via Trigona) fondata per dare risposta alle varie situazioni di marginalità. Si realizza così un “sogno” del Vescovo del Sinodo che sui poveri ha tracciato le linee del suo episcopato.

 
 

Comunicato Stampa – 24 Gennaio 2013. Celebrata in Diocesi la festa di San Francesco di Sales


Stamattina 24 gennaio, in occasione della festa di S. Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti, Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, ha incontrato i giornalisti e gli operatori delle Comunicazioni Sociali. L’incontro, svoltosi nell’Aula Magna del Seminario Vescovile di Noto, ha avuto come tema ‘Farò un’alleanza con gli uccelli del cielo. Annuncio e social network’.


Ha aperto l’incontro il Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, il quale, nel suo breve saluto ha sottolineato che, a fondamento dei rapporti con gli operatori della stampa, ci deve essere ‘l’Amicizia’ e che occorre stare bene attenti a non trasformare ‘gli strumenti in soggetti’ con il pericolo che siano proprio ‘gli strumenti ad orientare le persone umane’. E’ seguito il saluto di don Rosario Sultana, Direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, e quindi l’intervento di don Fortunato di Noto, presidente dell’associazione ‘Meter’, il quale ha sottolineato che ‘ se è vero, come è vero, che ‘Evangelion’ vuol dire Buona Novella, allora siamo giornalisti del Signore’. Don di Noto non ha poi mancato di ricordare che la Chiesa è social e lo è persino nelle preghiere, basti pensare al Santo Rosario, che è la prima preghiera sociale per eccellenza, poiché riesce a riunire veri e propri gruppi di persone e famiglie che lo recitavano in antico, passando per i gruppi attuali di preghiera sparsi in tutto il mondo. E’ ancora Don Fortunato ad affermare che internet e i social network risultano essere spazi di sopravvivenza e chi li utilizza non deve de-responsabilizzarsi o isolarsi.


Durante l’incontro è stato consegnato ai presenti il Messaggio del Santo Padre per la 47esima Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali, che ha quest’anno come tema: ‘ Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione’ e nel quale il Papa evidenzia come le reti sociali stiano contribuendo a far emergere una nuova Agorà, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni e opinioni. Tutto deve essere fatto, secondo quanto scrive Benedetto XVI, sforzandosi di rimanere persone autentiche, giacché nei network, in ultima istanza si comunica se stessi. Il Papa afferma che l’ambiente digitale non è un mondo parallelo o puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte persone e che i social network, oltre che strumento di evangelizzazione, possono essere un fattore di sviluppo umano  in quanto,  allontanandosi da forme di isolamento,  i cristiani possono rafforzare l’unità con la comunità universale dei credenti. Dunque, per il Papa queste reti sociali possono anche aprire le porte ad altre dimensioni della fede ed offrire all’uomo di oggi occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della parola di Dio. L’incontro è terminato, dopo un breve momento di confronto in sala, con una preghiera a San Francesco di Sales.