Si è conclusa ad Assisi la 67ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. I lavori dell’Assemblea hanno avuto come tema la vita e la formazione permanente dei presbiteri. I Vescovi hanno avuto modo di confrontarsi su una concezione della formazione permanente del clero che non vuole diventare un mero aggiornamento teologico-pastorale, ma puntare su una radicale conversione e, più ancora, su una riforma dei presbiteri; la volontà è quella di riscoprire la verità più profonda del ministero e la sua dimensione più evangelica.
All’assemblea dei vescovi italiani è giunto anche il messaggio del Santo Padre, puntuale ed incisivo. Francesco ha ricordato i tanti sacerdoti “attraverso i quali la maternità della Chiesa raggiunge l’intero popolo di Dio”, che “con la loro testimonianza hanno contribuito ad attrarci a una vita di consacrazione”, impegnati “tra la gente delle nostre parrocchie”, nell’educazione dei ragazzi, nell’accompagnamento delle famiglie, nelle visite dei malati a casa e all’ospedale, nel farsi carico dei poveri. “Liberi dalle cose e da se stessi”, tali sacerdoti, “rammentano a tutti che abbassarsi senza nulla trattenere è la via per quell’altezza che il Vangelo chiama carità; e che la gioia più vera si gusta nella fraternità vissuta”.
“I sacerdoti santi – ha proseguito il Pontefice nel suo messaggio – sono peccatori perdonati e strumenti di perdono. La loro esistenza parla la lingua della pazienza e della perseveranza; non sono rimasti turisti dello spirito, eternamente indecisi e insoddisfatti, perché sanno di essere nelle mani di Uno che non vien meno alle promesse e la cui Provvidenza fa sì che nulla possa mai separarli da tale appartenenza”. Presbiteri di questo “spessore”, ha commentato Francesco, sono come “ponti” per l’incontro tra Dio e il mondo, “sentinelle capaci di lasciare intuire una ricchezza diversamente perduta”, forgiati dal “prezioso lavoro formativo del Seminario”.
Anche il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha preso parte ai lavori dell’assemblea della CEI e parlando ai presbiteri del clero di Noto martedì 18 novembre, nella preghiera mattutina in Cattedrale, ha affermato come la riflessione dei vescovi italiani sulla formazione presbiterale, si sia concentrata sugli “aspetti meno ‘dottrinali’ – che non mancano nel magistero della Chiesa – definendo quelli più ‘pratici’ della vita e del ministero del sacerdote”. In particolare, il nostro Vescovo ha sottolineato, sulla scia dei lavori di Assisi, la necessità di ripensare il ministero presbiterale in un senso più “comunitario” e meno “individualista”. Mons. Staglianò, come già in altre occasioni, ha ribadito l’importanza per il prete di sentire l’appartenenza al Presbiterio, che unito al Vescovo, forma un unico corpo nella comunione e nell’azione sinergica dei suoi membri. Ecco allora il valore di alcune iniziative “comunitarie” volute da Mons. Staglianò, come la preghiera mattutina del clero netino in Cattedrale, il martedì, il giovedì e il sabato, quali momenti di incontro e di crescita nella comunione presbiterale, auspicando ulteriori forme per vivere in maniera più autentica e collegiale il ministero ordinato.