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Rosolini. Il 26 Novembre la Scuola Socio Politica della Diocesi organizza un incontro

MERCOLEDI’ 26 Novembre 2014 alle ore 18:45, presso la Sala Cine-Teatro di S. Caterina in Rosolini, sarà con noi, alla Scuola Socio Politica della Diocesi, Massimo Cappellano, curatore del “Lessico sturziano” di recente pubblicazione.

 
 
Ci parlerà della visione del lavoro e dell’impegno per i lavoratori del nostro martoriato Sud da parte di Luigi Sturzo, sacerdote di Caltagirone, fondatore di cooperative rurali nella zona e del Partito Popolare Italiano.
 
In effetti, nessuno più di lui fu a conoscenza della struttura agraria e artigianale siciliana e degli effetti negativi del processo di espansione del capitalismo industriale sui fragili mercati del Sud e sulla piccola e media borghesia agricola e artigiana locale, che si sfaldava sotto i colpi di una impossibile concorrenza.
Le sue idee e la sua esperienza hanno molto da insegnare alla Sicilia attuale che rischia di affondare a causa dei suoi stessi salvatori.
 
 

Noto. Il prossimo 29 novembre la Veglia di Avvento per i giovani della Diocesi

Sabato 29 novembre 2014, alle ore 19,30, dalla Villa comunale di Noto, prenderà il via la tradizionale Veglia di Avvento dei giovani della Diocesi di Noto. La prima parte della Veglia sarà itinerante, fino alla Basilica Cattedrale, dove proseguirà e si concluderà il momento di preghiera.
“Uno, due, tre passi verso la bellezza…” è il tema della Pastorale Giovanile diocesana in questo nuovo anno di attività, che racchiude in sé la proposta pastorale della nostra Chiesa locale per il prossimo triennio “Con Gesù lungo le strade dell’uomo”, in preparazione verso la GMG di Cracovia del 2016, che avrà come tema le “Beatitudini”.
 
La Veglia, alla luce del “Sì” di Maria e di ogni battezzato, avrà una “testimone” d’eccezione: Sr. Maria Agnese del Buon Pastore, del Carmelo di Noto, in occasione dell’anno dedicato alla vita consacrata e nel V centenario della nascita di Santa Teresa d’Avila.
 
Alla Veglia sarà presente anche il nostro Vescovo Antonio, che consegnerà ai giovani della Diocesi la croce, quale segno di adesione a Cristo e di impegno nella testimonianza del Vangelo.
 
 

Conclusa l’assemblea della CEI sulla formazione del clero. Staglianò: “Preti meno individualisti e più uniti nella comunione presbiterale “

Si è conclusa ad Assisi la 67ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana. I lavori dell’Assemblea hanno avuto come tema la vita e la formazione permanente dei presbiteri. I Vescovi hanno avuto modo di confrontarsi su una concezione della formazione permanente del clero che non vuole diventare un mero aggiornamento teologico-pastorale, ma puntare su una radicale conversione e, più ancora, su una riforma dei presbiteri; la volontà è quella di riscoprire la verità più profonda del ministero e la sua dimensione più evangelica.
 
All’assemblea dei vescovi italiani è giunto anche il messaggio del Santo Padre, puntuale ed incisivo. Francesco ha ricordato i tanti sacerdoti “attraverso i quali la maternità della Chiesa raggiunge l’intero popolo di Dio”, che “con la loro testimonianza hanno contribuito ad attrarci a una vita di consacrazione”, impegnati “tra la gente delle nostre parrocchie”, nell’educazione dei ragazzi, nell’accompagnamento delle famiglie, nelle visite dei malati a casa e all’ospedale, nel farsi carico dei poveri. “Liberi dalle cose e da se stessi”, tali sacerdoti, “rammentano a tutti che abbassarsi senza nulla trattenere è la via per quell’altezza che il Vangelo chiama carità; e che la gioia più vera si gusta nella fraternità vissuta”.
 
“I sacerdoti santi – ha proseguito il Pontefice nel suo messaggio – sono peccatori perdonati e strumenti di perdono. La loro esistenza parla la lingua della pazienza e della perseveranza; non sono rimasti turisti dello spirito, eternamente indecisi e insoddisfatti, perché sanno di essere nelle mani di Uno che non vien meno alle promesse e la cui Provvidenza fa sì che nulla possa mai separarli da tale appartenenza”. Presbiteri di questo “spessore”, ha commentato Francesco, sono come “ponti” per l’incontro tra Dio e il mondo, “sentinelle capaci di lasciare intuire una ricchezza diversamente perduta”, forgiati dal “prezioso lavoro formativo del Seminario”.
 
Anche il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, ha preso parte ai lavori dell’assemblea della CEI e parlando ai presbiteri del clero di Noto martedì 18 novembre, nella preghiera mattutina in Cattedrale, ha affermato come la riflessione dei vescovi italiani sulla formazione presbiterale, si sia concentrata sugli “aspetti meno ‘dottrinali’ – che non mancano nel magistero della Chiesa – definendo quelli più ‘pratici’ della vita e del ministero del sacerdote”. In particolare, il nostro Vescovo ha sottolineato, sulla scia dei lavori di Assisi, la necessità di ripensare il ministero presbiterale in un senso più “comunitario” e meno “individualista”. Mons. Staglianò, come già in altre occasioni, ha ribadito l’importanza per il prete di sentire l’appartenenza al Presbiterio, che unito al Vescovo, forma un unico corpo nella comunione e nell’azione sinergica dei suoi membri. Ecco allora il valore di alcune iniziative “comunitarie” volute da Mons. Staglianò, come la preghiera mattutina del clero netino in Cattedrale, il martedì, il giovedì e il sabato, quali momenti di incontro e di crescita nella comunione presbiterale, auspicando ulteriori forme per vivere in maniera più autentica e collegiale il ministero ordinato.
 
 

Noto. Si apre in Diocesi l’anno della vita consacrata, indetto dal Papa

 “Vangelo, Profezia, Speranza”, tre parole per dire, oggi, il senso e il significato della consacrazione a Dio di tanti uomini e donne. E’ questo il messaggio che Papa Francesco vuole comunicare a tutta la Chiesa annunciando che il 2015 sarà l’anno dedicato alla Vita Consacrata. Tante le attività previste, quindi, per questo anno a livello mondiale.
 
Nella nostra diocesi di Noto, dove i religiosi sono ancora fortemente presenti, l’anno si aprirà il 21 novembre prossimo, alle ore 18.00, presso la Basilica Cattedrale di Noto, con una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò. La presenza dei consacrati è essenziale nella Chiesa ma, anche, nella società.
 
Grazie alla presenza delle religiose e dei religiosi l’annuncio del Vangelo viene trasmesso nelle scuole; grazie a loro tanti bambini senza famiglia trovano una casa che li accoglie, nelle case-famiglia; tanti consacrati inoltre si prendono cura degli anziani soli, che trovano assistenza e amore nelle case di riposo; così come tanti giovani disorientati da proposte poco educative e contrastanti, trovano un luogo dove crescere grazie agli oratori.
 
In tutti questi luoghi che, Papa Francesco, definirebbe “periferie esistenziali” i consacrati sono presenti con il dono totale della loro vita. E allora ben venga un anno che risvegli nella comunità cristiana e civile la coscienza dell’importanza dei religiosi e delle religiose e, soprattutto, l’impegno a collaborare con loro per una società “a misura di persona”.
 
 
 
 
 
 

Noto. Il Vescovo alla mensa dei poveri: “Luogo privilegiato di evangelizzazione”

“Sono qui per stare insieme a voi! Ho avvertito il bisogno di raggiungere i fratelli più bisognosi, per trascorrere con loro parte della giornata”. Con queste sentite parole, il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, domenica scorsa 9 novembre, ha fatto visita alla mensa dei poveri a Noto, condividendo con loro il pranzo e una fraterna convivialità.
 
Mons. Vescovo ha salutato i presenti e quanti in cucina si prodigavano per preparare da mangiare. Ha altresì sottolineato l’impegno generoso dei “Piccoli fratelli di Gesù”, la comunità di frati che in Diocesi è dedita all’evangelizzazione itinerante e al servizio della carità.
Mons. Staglianò ha evidenziato come anche la mensa, un luogo dove si mangia per assecondare i bisogni del corpo, può divenire luogo privilegiato di evangelizzazione, di incontro fraterno, di relazione autentica e sincera con i poveri, che ci rivelano il volto di Cristo e ci rivolgono l’appello ad una carità più fattiva e concreta.
 
Allora insieme al cibo – ha rimarcato il Vescovo – si può offrire ai poveri un nutrimento ben più sostanzioso: la parola del Vangelo, parola viva di speranza e di conforto.
Infine Mons. Staglianò ha esortato a intensificare l’attività della mensa dei poveri di Noto, con l’apertura del centro almeno cinque giorni alla settimana.
 
 

Modica. Riparte il 29 Ottobre la Visita Pastorale a Modica Sorda

 Lo scorso 29 ottobre, il nostro Vescovo, mons. Antonio Staglianò ha ripreso la Visita Pastorale nella Diocesi di Noto, nel vicariato di Modica, zona “Sorda”, con una solenne Concelebrazione Eucaristica nella chiesa del Sacro Cuore. All’Eucaristia hanno preso parte anche il Vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella e i presbiteri delle comunità di parrocchie interessate dalla Visita. Dopo il solenne rito di accoglienza previsto dal cerimoniale, don Nunzio Distefano ha rivolto un sentito saluto al Vescovo di Noto, presentando brevemente la realtà sociale e geografica della zona pastorale.
 
L’omelia di Mons. Staglianò ha sottolineato il significato più profondo, pastorale e teologico della Visita di un Vescovo alla sua Diocesi. In particolare il Pastore della Chiesa netina ha messo l’accento sulla condivisione delle gioie, delle attese, delle speranze e delle sofferenze del gregge: così un Vescovo si rende prossimo e “odora” di pecore. Nello stesso tempo – ha rimarcato Mons. Staglianò – il popolo di Dio, attraverso la grazia della Visita Pastorale, percepisce, attraverso la sacramentalità del Vescovo, la visita stessa di Dio.
 
La Visita Pastorale – ha proseguito il Vescovo – è utile anche al Pastore, come cammino di ascesi personale, per fuggire la tentazione dell’autoreferenzialità e per assomigliare sempre più e sempre meglio al buon Pastore, che offre la vita per le sue pecorelle. Infine Mons. Staglianò ha sollecitano i presenti a tradurre la fede in gesti concreti di umanità, per vincere ogni forma di povertà materiale ed esistenziale.
 
“La vita cristiana passa per la porta stretta” ha concluso il Vescovo, vale a dire attraverso la fatica della carità, di una fede che riconosce nel volto del fratello il volto di Cristo sofferente, di cui prendersi amorevolmente cura.
 
 

Modica. Celebrata una Messa a Crisci ranni

«Le città possono diventare senz’anima, pregare per la città è anzitutto farne pulsare il cuore»: così ha introdotto la prima esperienza di liturgia e adorazione eucaristica per la città avviata a Modica nel cantiere Crisci ranni don Manlio Savarino, l’assistente della Caritas diocesana che l’ha presieduta. Insieme a lui l’altro assistente della Caritas, il diacono don Paolo Catinello. Nell’omelia sul vangelo del giorno (la guarigione dell’idropico nel giorno di sabato) don Manlio ha rilevato come Gesù si distacchi dall’ambiente farisaico, per vedere quell’uomo che era rimasto ai margini. Un vedere che oggi siamo chiamati a prolungare accorgendoci di quelli di cui nessuno si accorge. Non solo, Gesù guarisce di sabato per ridare al giorno festivo – oggi per noi la domenica – il vero senso: di giorno consacrato a Dio e per questo all’uomo, giorno in cui ritrovare non un amore di parvenza ma un amore vero che si apre agli altri e supera ogni individualismo. Oltre ogni interesse, calcolo, possesso. Guarendo senza gesti eclatanti ma, come Gesù, prendendo per mano, accompagnando.
 
Don Paolo rilevava come la città cambia a partire da ciascuno di noi. E il cambiamento era suggerito da un testo di Giorgio La Pira letto subito dopo l’esposizione del santissimo Sacramento, in cui il sindaco “santo” parlava della sua preghiera della sera che – man mano che prendeva contatto con i poveri – diventava da elegante introspezione una tensione forte abitata da tanti bisogni, scoperti anche nella sua dimensione strutturale (non solo il singolo disoccupato che chiede aiuto, ma la disoccupazione) e mondiale. Cogliendo nel giudizio finale su ciò che avremo fatto ad ognuno dei poveri che incontriamo il “metro” di Dio che deve diventare “metro” di ogni scelta. Un “metro”, la misura dell’amore forte e fedele, che si intravedeva mentre le varie preghiere di intercessione portavano la città nel cuore di Dio. Venivano affidate le cure educative delle famiglie, i volti concreti di quanti bussano al Centro di ascolto, il respiro del mondo e l’ennesimo sbarco di immigrati carico di dolori e ancora una volta con notizie di morti, il desiderio di bellezza che rende abitabile la città, i preti per una santa inquietudine che li renda sempre servi del popolo di Dio e dei poveri anzitutto, i giovani e in particolare quelli che sanno seminare il bene. E mentre venivano tutti portati nel cuore di Dio, quasi ripetendo il gesto degli amici del paralitico che sfondarono il tettuccio per portarlo davanti a Gesù, si percepiva anche come Dio entra nella città: in punta di piedi, con segni e gesti che suggeriscono una coralità di bene, nella costanza e tenacia nel far crescere uomini e cittadini, attraverso testimoni umili e semplici del Vangelo.
 
La “preghiera per la città” si rinnoverà ogni ultimo venerdì e sarà certo piccola cosa, ma con un senso grande: tenere aperta quella porta che permette a Dio di entrare nella città e alla città di entrare nel cuore di Dio! E tra i segni, la tovaglia dell’altare con i ricami dell’Aquila donati come segno della fraternità maturata dopo il terremoto, l’icona del Crocifisso scritto dalle Clarisse di Paganica, l’ostensorio della comunità Papa Giovanni, univano a quanti ogni giorno nelle città del mondo non si rassegnano, ma vivono con amore che intensifica nella preghiera l’impegno di ogni giorno e porta tutti e riporta tutto all’unico e vero Signore della storia. 

All’età di 90 anni e 64 di sacerdozio è tornato alla Casa del Padre don Paolo Ferlisi

Oggi, 12 Ottobre 2014, all’età di 90 anni, circondato dall’affetto e dalle preghiere dei suoi Parrocchiani, è salita alla Casa del Padre l’anima don Paolo Ferlisi, sacerdote da 64 anni (28 Giugno 1950) per 34 anni in attività nelle Parrocchie SS. Annunziata e S. Antonio Abate in Ispica.

 
Sacerdote mite, orante ed instancabile nella preghiera, parroco affettuoso e disponibile, lascia un vuoto incolmabile in coloro che lo hanno amato e che tramite Lui hanno visto nascere ed accrescere la propria Fede, innamorato fino alla fine di Cristo. Il Parroco don Giuseppe Stella e i parrocchiani  si uniscono al dolore delle sorelle per la perdita del caro Don Paolo, e profondamente addolorati, ma grati al Signore per il dono di Don Paolo.
 
Le esequie saranno celebrate giorno 14 Ottobre alle ore ore 16.30 nella Chiesa SS. Annunziata in Ispica.
 
Una veglia di preghiera sarà tenuta giorno 13 Ottobre alle ore 20,00 nella Parrocchia SS. Annunziata di Ispica.