“Crisci ranni” urlavano i padri innalzando al cielo i figli, con l’augurio di crescere, non in fretta, ma bene, con impegno e con valore. Era un rito, questo, che ha rappresentato per l’intera città di Modica l’incontro tra varie generazioni e il consolidarsi di una tradizione decennale. Il grido di “Crisci ranni” risuonava insieme al rintocco delle campane che annunciavano la risurrezione, proprio in occasione della Pasqua, e coinvolgeva tutti i quartieri: da ogni angolo si udiva infatti il ripetersi di queste parole, adesso ormai dimenticate, o addirittura sconosciute. Rivivere, ricordare e rivalutare tale consuetudine è diventato però uno degli obiettivi del cantiere educativo che porta nello specifico il nome del rito e che fonda sul “Crisci ranni” – ed in particolare nel suo significato – il suo intero percorso. Ogni anno, nei giorni che seguono la Pasqua, si celebra infatti quest’importante avvenimento che mira a rappresentare un fondamentale attimo di connessione tra le varie associazioni e cooperative sociali operanti nel territorio, le famiglie e la città. È la giornata del rito a rappresentare, quindi, il nucleo di tutte le iniziative: da una parte gli adulti, gli anziani, la parte più sapiente della società, dall’altra i bambini, i ragazzi, coloro da educare a una ‘grande’ vita e da guidare verso un futuro di ‘grandezza’. A un tempo non gioviale dal punto di vista meteorologico, l’intero cantiere ha risposto con una giornata di festa e di attività. I vecchi giochi di un tempo, appresi in questi mesi dalle sapienti parole dei nonni e dei genitori, hanno reso raggiante e solare l’area attrezzata Padre Basile – sede appunto dell’iniziativa della Caritas – animata da tantissimi ragazzi, da volontari, dagli scout ma anche dalle famiglie e dagli anziani. Sono le ‘piccole’ cose ad aver permesso di pensare e riflettere alla complessa valenza del ritrovarsi tutti insieme attorno a un cerchio per condividere, conoscere, ascoltarsi e istruirsi, proprio come hanno fatto i più piccoli delle scuole insieme ai più grandi dei vari centri anziani della città. È dalla loro collaborazione, infatti, che sono nate alcune prelibatezze della tradizione culinaria modicana, preparate per l’occasione dalle due generazioni, e i giochi in legno, entrambi esposti poi nei locali del cantiere per tutta la giornata. Tantissimi disegni di diverse classi di Modica hanno inoltre dato vita a una vera e propria mostra che ha preso forma grazie all’impegno dei più piccoli per rimarcare comunque l’importanza di questi momenti e di questi luoghi, divenuti ormai sempre più rari. Tutto il materiale grafico raccolto è stato anche racchiuso in un piccolo libro offerto dall’Amministrazione comunale e donato poi, a fine giornata, a tutti i ragazzi che hanno partecipato. Il rito è comunque rimasto al centro dell’attenzione e della grande partecipazione cittadina: dopo la rievocazione di quello che avveniva nel giorno di Pasqua per le vie di Modica – la raffigurazione è stata inscenata dalla Compagnia del Piccolo Teatro – i bambini sono stati lanciati in alto al suono delle campane che, a ricordo di quegli anni, hanno sancito il peso di questo grido. “Crisci ranni” hanno urlato i genitori, gli educatori, gli animatori, “Crisci ranni” hanno gridato in gran coro tutti i bambini. “Crisci ranni” hanno sussurrato, con le lacrime agli occhi, gli anziani che, in quel preciso istante, hanno rievocato la memoria del rito di cui loro, ormai, sono i veri custodi.
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