Relazione di Mons. A. Staglianò: IL SACERDOZIO MINISTERIALE E IL SACERDOZIO COMUNE NEL CONCILIO VATICANO II

Pietrelcina dal 6-7 Settembre 2010 un Convegno sul sacerdozio
20-09-2010

Il Concilio Vaticano II ha senz’altro cambiato il volto della nostra Chiesa. La Chiesa è sempre la stessa ‘ quella voluta dal Signore Gesù -, però resta ‘tradizione viva’, pertanto ‘incarnata’, dentro le condizioni spazio-temporali e storico-umane di ogni epoca. Non stupisce allora che il volto della Chiesa cambi. Così la ‘nuova ecclesiologia di comunione’ , brillantemente esposta nei documenti del Concilio corrisponde meglio, per il presente, alla missione e alla vocazione della Chiesa nel/per il mondo.
Il ‘popolo di Dio’ tutto sacerdotale non sopporta più divisioni (e subordinazioni) che battano le strade del potere (sul modello del potere temporale) quali quello di clero-laici (dove il clero identificherebbe sostanzialmente la Chiesa e il laici semplicemente il ‘gregge’ da orientare ed educare). Diversamente, la nuova ecclesiologia di comunione del Concilio focalizza con proprietà le vie del servizio, come quelle più adeguate a manifestare il mistero della Chiesa, corpo carismaticamente costituito, nel quale ognuno vive col suo carisma e ministero per l’edificazione dell’unica comunità, la Chiesa voluta da Dio Padre che nel Figlio dona lo Spirito dell’amore, scavato nel cuore di ogni credente, per il quale ogni credente si può rivolgere a Lui chiamandolo ‘Abbà’ (= papà).
Ho approfondito in altra sede questo tema, mostrando come il sacerdozio battesimale sia il fondamento della missione di tutta la Chiesa (sia del clero che dei fedeli laici) . Per non ripetermi, vorrei qui, con semplicità, riferirmi a un solo testo del Concilio Vaticano II, Lumen gentium 10, in cui si affronta in modo chiaro e succinto il tema del sacerdozio comune dei fedeli e il suo rapporto con il sacerdozio ministeriale. Ascoltiamolo: