Relazione di S.E. Mons. Antonio Staglianò (Vescovo di Noto) a Le Castella 24 Settembre 2010 al VII Convegno di Bioetica

24-09-2010

Il legame tra dibattito bioetico e problematiche di tipo ambientale è vitale, sorgivo e profondo, fin dall’origine della bioetica stessa come disciplina, considerato che agli albori della riflessione bioetica , Van Rensselaer Potter, microbiologo, nel suo libro Bioethics bridge to the future, proponeva appunto una nuova etica che non fosse limitata ai rapporti individuali o sociali, ma che si occupasse di tutta la biosfera e si preoccupasse della sua conservazione, dando per scontato che il progresso della tecnica e del sapere scientifico potesse minacciare il futuro dell’umanità e condurla alla catastrofe.
Oggi si può parlare di Bioetica ambientale  come di una branca della bioetica, che da un lato suppone la base scientifica dell’ecologia (intesa come scienza degli ecosistemi) e dall’altro recupera l’istanza etica racchiusa in quella formula con cui Potter la definiva scienza della sopravvivenza: si tratta di una bioetica che propone la sintesi dei valori umani ed etici con l’ecosistema della vita, contestualizzando ogni aspetto biomedico nel quadro globale delle scienze ecologiche. In tal senso diviene necessario recuperare non solo la dimensione delle scelte etiche individuali, ma anche quella degli stili di vita collettivi, come frutto della riflessione bioetica ambientale. Approfondisci>>