OMELIA di Mons. Antonio Stagliano della Messa Crismale 2010

01-04-2010

Santo Popolo di Dio della Chiesa di Noto,

popolo tutto sacerdotale, qui raccolto intorno al Vescovo per vivere la ‘messa crismale’. E’ questa una celebrazione eucaristica ‘speciale’ – se è possibile esprimersi così-, per la particolare presenza di tutto il presbiterio (i confratelli nel sacerdozio che saluto cordialmente, insieme ai vescovi miei predecessori, Mons. Malandrino e Mons. Nicolosi, ai quali confermo il mio affetto, ad un tempo filiale e fraterno) e insieme al presbiterio per la presenza dell’ordine diaconale, dei fratelli e delle sorelle di vita consacrata e i fedeli laici, collaboratori e corresponsabili nelle attività di evangelizzazione e di carità delle nostre parrocchie. Non può non essere così. Tutto il popolo di Dio è raccolto nella celebrazione in cui vengono presentati al Signore gli ‘oli santi’: sono gli oli che significano la nostra unzione, la nostra consacrazione e dunque il nostro essere innestati nell’opera della salvezza e della liberazione di Cristo stesso (Cristòs significa ‘unto’, il Messia unto). Unzione e missione: il legame è strettissimo. Lo è per tutti noi, perché lo è stato anzitutto per Gesù:«lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19).
Saluto tutti, nella pace del Signore, nostra speranza e tutti richiamo a questa proclamazione solenne del Signore Gesù nella sinagoga di Nazareth. La richiamo a tutti nel suo contenuto ‘scandaloso’. Quale? Forse lo scandalo consisteva nel fatto che Gesù applicò a sé quel passo del profeta Isaia, dicendo: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»? Sembra, cari fratelli e sorelle, che occorra andare più in profondità. La Parola di Dio pronunciata nella sinagoga ‘ nella tradizione ebraica, come anche nella nostra tradizione cristiana ‘ ha sempre una potente forza memoriale (cioè attualizzante). Dire ‘oggi si è adempiuta la parola che avete ascoltato’ era un commento possibile di ogni buon ebreo, specie di un ebreo che intendesse manifestare così la propria volontà di coinvolgere totalmente la vita nella speranza della venuta del Messia. Lo scandalo potrebbe stare altrove. Potremmo scorgerlo nell’azione di Gesù che apre il rotolo, lo legge fino a un certo punto e poi chiude il rotolo in quel punto. ‘Quel punto’costituisce lo scandalo. Noi lo abbiamo ascoltato nella prima lettura: «un giorno di vendetta per il nostro Dio» (Is 61,2). Ecco cosa avrebbe dovuto ‘consolare e allietare’ gli afflitti di Sion: l’annuncio di un anno di misericordia che è ‘giorno di vendetta per Dio’.


 

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