Dove dimori, Maestro? La domanda squisitamente evangelica, che titola la IV Lettera pastorale del Vescovo, sotto la sua penna scorrevole, acquista i contorni concreti di una casa, della casa di Dio tra noi, tra le nostre abitazioni di uomini e donne di questa storia. Una domanda che al contempo apre le menti e i cuori a una vera e propria teologia della casa. E all’impegno nuovo, fortemente ecclesiale, del vivere insieme con gli altri.
La Lettera è indirizzata ai Presbiteri, ma riteniamo che una tale ampiezza di prospettive spirituali e operative non possa non riguardare, come è stato affermato, ciascun credente di buona volontà. Nella casa di Dio c’è posto per presenze e mansioni differenti, per tutte le vocazioni in armonia tra loro e per i molteplici ministeri esercitati. Ma c’è un unico segno che ci accomuna tutti, quello dello spezzare il pane, che è gesto quotidiano ma anche aspirazione profonda della vita, che è sacramento cristiano ma anche dimensione sociale, che ha il fascino di una immagine suggestiva ma si coniuga necessariamente con la realtà.
Il pane è Dio, il pane è l’Eucaristia, il pane è la Parola e ciò che ci raggiunge come dono gratuito. La Lettera del Vescovo è pane. Al di là dell’impianto generale, al di là degli orientamenti concreti, queste pagine sono trapuntate di preziosi spunti come di tasselli ricchi della saggezza popolare, come di briciole sparse a disposizione di tutti. E ogni fedele, ogni comunità cristiana può attingerne con abbondanza, per corroborare la propria presenza nella Chiesa e il proprio servizio come Chiesa.
Questo ci sembra un aspetto di notevole spessore, rispondente al dinamismo dello Spirito Santo che dimora tra noi e opera grandi cose attraverso la strumentalità povera delle creature, che fa delle comunità ecclesiali una presenza carismatica e missionaria. La risposta evangelica “venite e vedete” è una preghiera accorata del Maestro per chi abita nella sua casa, come a voler dire: guardate con occhi nuovi le meraviglie del mio amore … ma, in forza di chi se ne fa testimone, può diventare un invito anche per gli altri che sono in attesa, perché ci sono briciole di pane buono per tutti.
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