Una serata ricca di messaggi è stata quella di sabato 14 luglio in contrada Minciucci, tra Modica ed Ispica, per l’avvio della fattoria sociale e didattica dedicata a don Tonino Bello, nella tenuta dell’Ente Michele Grimaldi concessa in comodato alla Cooperativa Alberto Portogallo attraverso un protocollo d’intesa che coinvolge anche il DSM, il Comune di Modica, l’Associazione “Piccoli fratelli”. Tanta gente, un bel clima, la riscoperta di un luogo suggestivo hanno fatto da cornice ad una celebrazione ricca di messaggi che vengono consegnati al territorio e alla responsabilità degli stessi protagonisti dell’iniziativa. Il Vescovo Mons. Antonio Staglianò nella sua omelia è andato subito al cuore della vita: se c’è veramente fede! Chiarendo subito che la vera fede non corrisponde ad un superficiale sentimento religioso, ad un insieme di riti e di pratiche, ma ad un risposta che – sulla linea dei profeti – viene data con la propria esistenza, con l’offerta di se stessi nella concretezza della propria corporeità. Forti sono risuonate le parole della Scrittura: Dio non gradisce offerte e olocausti ma alla sua chiamata si risponde con l’eccomi della propria disponibilità concreta. Come pure, nel giudizio ultimo, tutto si gioca, non nei ruoli o nelle devozioni, ma nell’aver accolto o meno i poveri. Così si saldano due elmenti che sono dentro la nuova esperienza che si è avviata. Da una parte l’ispirazione legata al nome che porta la Cooperativa che gestisce la fattoria: Alberto Portogallo, un disabile ricco di sensibilità e di interrogativi che ha saputo cogliere come tutto tiene solo se Dio diventa quello che è l’aria per il corpo! Cioè, se Dio è per noi il respiro della vita vera, non l’orpello o il gingillo che sovrapponiamo a una vita che segue altri criteri, spesso indotti dalla mentalità dominante. E ancora l’altro nome, quello di don Tonino Bello, profeta del nostro Sud che pensava la storia del meridione come tre tappe che occorre aiutare a far evolvere: la tappa dell’erba che si piega (il Sud rassegnato, il Sud del clientelismo), la tappa del grano che cresce (tanto lavoro onesto e silenzioso), la tappa del pane che si condivide nella convivialità delle differenze (la condivisione che alimenta legalità, accoglienza, ricchezza di relazioni). Dall’altra parte la concretezza, che permette all’ispirazione di prendere un corpo. La concretezza di un’antica donazione, quella fatta nel 1916 dal Cav. Michele Grimaldi e negli anni cinquanta dalla Signora Pierina Moncada, che sono diventati l’Ente Grimaldi, al momento Assap con finalità sociali per la cura della persona. Donazione accompagnata negli anni venti, contrassegnati dall’insegnamento sociale della Chiesa che aiutava a scorgere la novità dei tempi, da una intuizione lungimirante: istruire i contadini per elevarli! Ora, l’Ente Grimaldi, avviata una ricognizione attenta dei propri patrimoni, attraverso l’intesa per rivitalizzare la tenuta di Minciucci (ove peraltro per alcuni anni ha operato una casa della Comunità Incontro) rilancia la sua presenza nel territorio. La concretezza quindi della Cooperativa Portogallo, che inizia questa nuova avventura, avendo già alle spalle altre iniziative come il trasporto dei diversamente abili e la Libreria equilibri: la scommessa non è legata solo all’inseriemento lavorativo di diversamente abili o agli orti sociali, ma alla capacità di trasmettere alle nuove generazioni un senso per la vita e per il lavoro che ci aiuti tutti a non smarrire la sapienza del contadino che semina, attende, miete e sfama. Concretezza poi di tanti che hanno aiutato a ripulire e approntare i locali, come la Gifra e le terziarie francescane. Ad unire ispirazione e concretezza le persone che ci precedono e che noi pensiamo siano gli ultimi e invece diventano nostri maestri, come ha ricordato a nome del DSM il dott. Sanfilippo, sottolineando anche come la migliore cura per le malattie mentali e per tutte le malattie sia la solidarietà, valore antico e sempre attuale, seppur contrastante con l’odierna mentalità. E ancora a legare ispirazione e concretezza – come ha sottolineato l’Assessore ai Servizi Sociali Giurdanella – quella volontà progettuale che è al centro del “Patto sociale contro la crisi” firmato tra il Vescovo di Noto e il Sindaco di Modica. Nel tempo di estate, in cui insieme al giusto riposo c’è il rischio di alienanti abitudini che estetizzano i corpi e la corporeità, da un pezzo di storia e di operosità nel bene del nostro territorio viene lanciato un messaggio che può essere utile a tutti: curare il respiro del corpo, e sarà spontanea conseguenza una solidarietà concreta che sempre si farà accanto e che – per i cristiani – sarà la verifica di una fede vera, vissuta – come ha sottolineato il Vescovo – non nel chiuso dei templi o delle sacrestie ma lungo le strade degli uomini, ove il Risorto discreto e attento continua a camminare.
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