In Siria la situazione umanitaria si fa di ora in ora sempre più grave e da alcuni giorni si sono persi i contatti con la Caritas locale, non raggiungibile né con il telefono né per e-mail. Mons. Antoine Audo, presidente di Caritas Siria, nell’ultimo messaggio inviato scrive: «Il mio posto è ora vicino ai miei fedeli, che non posso e non voglio assolutamente abbandonare». La violenza sembra ormai aver preso il sopravvento e giungono notizie non solo di scontri fra le opposte fazioni, ma di veri e propri attentati terroristici anche nei confronti di cristiani e di altre minoranza religiose.
Tutta la popolazione siriana vive un crescendo di insicurezza, che continua ad alimentare il flusso dei rifugiati, soprattutto verso la Giordania, percepita come più sicura del Libano, portando il numero complessivo di profughi a 160.000, che si aggiungono agli oltre 31.000 rifugiati iracheni da tempo presenti nel paese.
Eppure «la guerra non cancella la solidarietà, la cambia», afferma Rosette Héchaimé, coordinatrice delle Caritas del Medio Oriente, che nonostante le criticità continuano la loro azione di assistenza alla popolazione.
Il campo giordano di Za’atari, al confine siriano accoglie migliaia di persone, ma è ancora in via di completamento e le condizioni logistiche sono sempre più difficili, anche a causa del caldo opprimente del deserto, della polvere che soffia sulle tende e con l’elettricità non ancora disponibile. Un numero imprecisato di rifugiati è poi sparso fra la popolazione, spesso accolto da parenti. Molti profughi si presentano al centro di accoglienza della Caritas Giordania solo con i vestiti che indossavano al momento della partenza, e anche per questo cresce la necessità di cibo, acqua e medicine.
Caritas Italiana raccoglie l’appello di queste Caritas sorelle, auspicando una crescente solidarietà e chiede alla comunità internazionale di compiere con responsabilità tutti gli sforzi per porre fine alle violenze. Dall’inizio dell’emergenza profughi è stato messo a disposizione un primo contributo destinato alle famiglie, ma solo in Siria occorrono già altri 170.000 euro per estendere l’intervento in atto.
Caritas Italiana raccoglie l’appello di queste Caritas sorelle, auspicando una crescente solidarietà e chiede alla comunità internazionale di compiere con responsabilità tutti gli sforzi per porre fine alle violenze. Dall’inizio dell’emergenza profughi è stato messo a disposizione un primo contributo destinato alle famiglie, ma solo in Siria occorrono già altri 170.000 euro per estendere l’intervento in atto. Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramiteC/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Emergenza Siria 2012”.Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
|