In occasione di una delle edizioni della Scuola Interregionale Animatori promossa dal Rinnovamento nello Spirito con il tema “La gioia di servire”, svoltasi a Foligno (Pg) dal 17 al 20 Agosto 2014, su invito del Comitato Nazionale di Servizio è intervenuto Sua Eccellenza Mons. Antonio Staglianò vescovo di Noto (Sr) sul tema “La conversione pastorale nel pensiero di Papa Francesco”, offrendo ai partecipanti una profonda riflessione spirituale sull’urgenza della Chiesa tutta di accogliere l’invito del pontefice ad “uscire nelle periferie esistenziali” dell’umanità.
Mons. Staglianò ha particolarmente messo in evidenza come il rischio più immediato per molti cristiani praticanti, anche all’interno dei movimenti ecclesiali, è quello di rendere la propria fede in Cristo una forma di “irreligiosità”: – “Senza fede in Cristo, mossa dallo Spirito Santo, la religione diventa rischiosamente irreligiosa: quando Gesù camminava per la Palestina si rivolge ai religiosissimi farisei e agli scribi meravigliandosi per la loro incredulità. Anche oggi le nostre chiese possono essere splendide all’esterno ma abitati da sepolcri viventi, sono esse stesse dei sepolcri imbiancati; l’ipocrisia religiosa assume molte forme fino al diritto di uccidere in nome di Dio! Questa è follia!” – sottolinea con forza il padre vescovo.
Egli inoltre, si rivolge ai partecipanti, membri e coordinatori di comitati regionali, diocesani e pastorali di servizio del Rinnovamento, ricordando come “La missione dello Spirito è quello di scendere sulle ossa inaridite e attraverso un processo di conversione e trasformazione far rinascere un nuovo popolo in cammino. Non c’e opera dello spirito che non provoca movimento, dinamismo: papa Francesco ci ricorda che la Verità non è statica ma è un cammino, la Verità si apre un cammino e lo percorre; la Verità è Gesù, la Via, la Vita. Lo Spirito ci permette di far vivere la Verità nella nostra carne “.
La rivoluzionaria novità del linguaggio usato da papa Francesco rappresenta, secondo mons. Staglianò, una vera provocazione per la Chiesa del nostro tempo che è chiamata a metterla in pratica come una rinnovata vocazione missionaria : – “Molti comprendono dove il papa vuol condurre la chiesa ma non lo vogliono fare. Francesco vuole dare un imprinting missionario: la novità è la sua assoluta semplicità, tutti lo capiscono, ha un nuovo linguaggio” ; una urgenza missionaria che già il pontefice aveva molto “plasticamente” riproposto commentando la Parola di Gesù che grida “Io sono alla porta e busso”: così la ripropone mons. Staglianò ” Diamo però un pò di concretezza a questa Parola: spesso però Lo si è fatto entrare e lo si tiene chiuso in gabbia, non lo si condivide, non lo si porta agli altri: sii generoso! Dio ribalta la prospettiva: viene ad abitare in noi che siamo il suo tempio. Onora il tempio di Dio che sei: Gesù abita già nelle nostre case nei nostri cuori e bussa x USCIRE!!!!”; e ancora “Bisogna decidersi a non essere statici dopo che si è “ingerita” la medicina dei movimenti, certamente correnti di grazia per la Chiesa. Don Tonino Bello diceva al suo diacono: da adesso in poi alla conclusione dell’Eucarestia devi dire “la pace è finita, fuori andate a messa”.
Un invito, quasi un grido di pastore, quello di mons. Staglianò, che invita tutti i partecipanti a non dimenticare come la celebrazione dei Sacramenti, l’adorazione eucaristica, l’ascolto della Parola e la preghiera personale sono “le stazioni di servizio dove si rifornisce il nostro serbatoio dell’anima” per uscire nuovamente ad incontrare le membra sofferenti di Gesù. L’insegnamento di mons. Staglianò è stato un vero e proprio “faro luminoso” della Parola e del magistero della Chiesa, offerto a coloro che sono chiamati a mettersi al servizio del Rinnovamento come pastori e guide dei fratelli a loro affidati a immagine dell’unico e vero Buon Pastore.