“Siamo chiamati a collocare i problemi del mondo di oggi nell’ottica della storia guidata da Dio. Noi crediamo che la storia la conduce Dio e alla fine tutti i disegni di odio, di egoismo, di violenza e di sopraffazione, di calcolo e di strumentalizzazione saranno spazzati via e soppiantati da relazioni nuove fondate sulla mitezza e sull’umiltà, sul rispetto reciproco, sulla collaborazione, sulla condivisione. Siamo chiamati a credere nella forza mite di Dio che conduce i destini degli uomini e le sorti della storia, e con questa fede a inserirci nella storia di questo nostro tempo con il nostro impegno volto ad anticipare anche solo con piccoli gesti il disegno di salvezza di Dio”. Così il vescovo di Noto, Mariano Crociata, a conclusione il 6 luglio 2008 della settimana di studi promossa dall’Ordine Domenicano sul tema “Europa e Mediterraneo”, a Pozzallo, porto del Mediterraneo e patria di Giorgio La Pira, apostolo di pace nel Mediterraneo e nel mondo.
Partendo dal Vangelo della domenica, monsignor Crociata, ha fornito molti spunti di riflessione sul perchè i piccoli e i poveri sono i prediletti di Dio e sul come attraverso di essi egli vuole compiere il suo disegno di pace e di salvezza.
Partendo dal Vangelo della domenica, monsignor Crociata, ha fornito molti spunti di riflessione sul perchè i piccoli e i poveri sono i prediletti di Dio e sul come attraverso di essi egli vuole compiere il suo disegno di pace e di salvezza.
“Anche qui bisogna credere nella forza racchiusa nella solidarietà dei deboli, degli sconfitti, dei piccoli – ha proseguito il Vescovo di Noto -. Penso alle masse sterminate e senza voce dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo o vi cercano sbocco, di cui noi abbiamo modo di vedere, in televisione se non di persona sulle nostre coste, i volti emaciati e induriti dalla fatica e dalla sofferenza. Se solo si mettesse insieme questa ansia di futuro che tutti assilla, questo bisogno elementare di una vita migliore e più dignitosa, alla lunga prevarrebbe il senso di umanità che tutti ci pervade in una solidarietà che spesso riesce a far comunicare senza nemmeno conoscere la stessa lingua o avere le stesse abitudini e usanze. Dobbiamo credere a questa forza diffusa del bene umile e nascosto, del rispetto, dell’incontro, della condivisione sulla base della comune umanità che in semplicità fa aprire gli uni agli altri”. Per il Vescovo di Noto “questa è la via di Dio, la via dei piccoli e dei sofferenti, perché tutti scopriamo e dobbiamo scoprire alla fine di essere piccoli e sofferenti, e abbiamo bisogno di piegarci gli uni sugli altri, come facciamo con i nostri bambini e con i nostri anziani e malati”.