Il 19 marzo 2012, terzo anniversario della consacrazione episcopale di Sua Ecc. Mons. Antonio Staglianò, sarà ricordato come un giorno memorabile per la diocesi di Noto. In un contesto di lode e ringraziamento, quale quello della solenne Eucaristia celebrata per l’occasione, è stata ufficialmente proclamata l’elevazione a Basilica Minore della Cattedrale di San Nicolò, titolo benevolmente conferitole dal Santo Padre Benedetto XVI attraverso uno speciale indulto, su istanza del Vescovo della diocesi di Noto.
Una celebrazione composta e partecipata, animata con maestria dal Coro “L. Perosi” della Basilica, presieduta da Sua Eccellenza Mons. Staglianò, concelebrata dai Vescovi emeriti, Mons. Nicolosi e Mons. Malandrino e dal clero, alla presenza di religiosi e religiose, dei seminaristi, dei sindaci dei diversi vicariati della diocesi, delle autorità civili e militari, di alcune personalità politiche e di tutta la comunità diocesana. L’occasione di gioia, non solo per la comunità ecclesiale, collocata all’interno di un tempo liturgico di particolare importanza, la Quaresima, è stata celebrata nel giorno della memoria di San Giuseppe, “l’uomo giusto che si è adoperato affinché il Regno di Dio accadesse sulla faccia della terra ed entrasse direttamente in contatto con noi”, come viene sapientemente definito da sua Eccellenza nel corso dell’omelia. Particolarmente densa di stimoli alla conversione, l’omelia del Vescovo esorta all’accoglienza del Regno di Dio, la “basileia tou Theou” (in greco), quella realtà mistica e storica allo stesso tempo che Dio instaura intervenendo nelle vicende concrete degli uomini come “re e Signore”. La Basilica si pone così come un segno visibile della regalità di Dio in un momento storico in cui la nostra fede è messa a dura prova per le tante “ombre di crisi” e i pochi barlumi di luce, come osserva il Vescovo. E proprio questa occasione diventa significativa e propizia per esortare a cercare il regno di Dio e la sua giustizia, decidendoci a favore di Cristo senza mezze misure: “In Gesù il regno di Dio è presente, corporalmente con la sua persona”, prosegue Mons. Staglianò. “La predicazione di Gesù lo annuncia con certezza, come pienezza di tempo, kairòs provvidenziale, Dio all’opera che urge pentimento, conversione, fede”. Decidersi per il Regno di Dio è “testimoniare la nostra appartenenza a Cristo”, continua il Vescovo. E la Quaresima si presta come occasione particolarmente favorevole per “capire realmente ciò che è accaduto, perché capendo ciò che è accaduto, ciascuno lo voglia, lo ami, lo assuma, lo assimili a sé e lo voglia nella concretezza della propria libertà”. Allora ci interesseremo affinché la nostra vita cristiana non sopravviva ma viva realmente e Cristo ne sia il Signore: “È una militanza, è una lotta insieme a Cristo contro il male, perché la sua basileia vinca anche oggi sul nostro peccato e sulle nostre afflizioni”. Il conferimento del titolo di Basilica Minore alla Chiesa Cattedrale di Noto è anche segno di comunione tra il Vescovo diocesano con il Santo Padre: le chiavi decussate, simbolo della custodia della Chiesa e della cristianità, conferita da Cristo a Pietro, esprimono proprio questo legame. Realizzate in marmo da don Giampiero Arabia, verranno apposte sulla facciata della Cattedrale insieme agli scudi del Santo Padre e del Vescovo. Viene così sancito ulteriormente l’impegno della comunione tra la Chiesa locale e la Santa Sede come servizio al Regno di Dio. Non a caso l’ufficializzazione dell’elevazione coincide con il terzo anniversario dell’ordinazione episcopale di Mons. Staglianò, avvenuta nel 2009 a Crotone. In proposito il Vescovo ha ricordato nell’omelia: “questo Regno di Dio passa ordinariamente soprattutto attraverso la vita della Chiesa locale, la quale esprime tutta la Chiesa universale in un luogo, nella comunione effettiva e affettiva del Vescovo diocesano con il Santo Padre, successore dell’apostolo Pietro, cui Gesù consegnò le chiavi del Regno dei cieli”. L’elevazione della nostra Cattedrale a Basilica richiama alla responsabilità di rendere sempre più visibile l’impegno della nuova evangelizzazione che il Papa indica come orizzonte verso il quale orientare ogni iniziativa ecclesiale del nuovo millennio. Un impegno teso a manifestare concretamente l’avvento del Regno di Dio attraverso atteggiamenti che rendono visibile l’amore cristiano. Già il messaggio del Vescovo per la Quaresima anticipa tale prospettiva: in seguito all’elevazione della Cattedrale a Basilica esso invita esplicitamente ad esprimere il legame con il Papa nel segno della carità, e di questa carità varie sono le forme concrete e creative che la comunità ecclesiale può mettere in atto. È noto a tutti l’impegno del nostro Vescovo in questa direzione: l’apertura a Noto della mensa cittadina per i poveri e la firma del Protocollo di intesa contro la crisi con i sindaci dei nostri comuni si pongono come espressione del suo servizio pastorale che non può esimersi dall’intervento nel sociale quale manifestazione di comunione ecclesiale attraverso l’esercizio del ministero episcopale. Così il Vescovo esorta nell’omelia a curare “l’interiorità comunionale, operosa nella carità e nella solidarietà sociale, secondo gli ammonimenti propizi del tempo di Quaresima”. Il convenire di tutti i partecipanti alla concelebrazione Eucaristica riporta alla centralità della Basilica Cattedrale nella vita della diocesi. Il titolo di Basilica Minore viene conferito ad una Cattedrale o ad altra chiesa di particolare importanza liturgica e pastorale, come afferma il decreto della Santa Congregazione, “Domus ecclesiae”. Sin dall’inizio del suo ministero episcopale, Mons. Staglianò ha sostenuto l’importanza della cattedra del Vescovo, indicando appunto la Cattedrale come centro propulsore per la vita della diocesi. L’occasione della elevazione si pone quindi come ulteriore sigillo della concretizzazione del servizio della nostra Basilica alla basileia di Gesù. Un servizio non solo esteriore ma soprattutto interiore, in cui ogni fedele è coinvolto in maniera unica e preziosa in forza del sacramento del Battesimo. Come “pietre vive”, sulle note del Te Deum intonato ancora magistralmente dal coro, i convenuti alla celebrazione sono stati infatti aspersi dal Vescovo con acqua benedetta, così come le mura della Basilica. È il popolo di Dio questo tempio santo, purificato e consacrato dal lavacro rigenerante del Battesimo da cui promana l’impegno per la nuova evangelizzazione e per la carità al servizio del Regno di Dio. Con trasporto e gioia, al termine della celebrazione si sono susseguiti gli auguri per il nostro Vescovo da parte delle autorità civili e del Vicario Generale. La prima manifestazione di vicinanza a Mons. Staglianò è giunta dal Sindaco di Isola di Capo Rizzuto, dott.ssa Caterina Girasole. “Per la nostra comunità”, ha dichiarato la prima cittadina, “la sua figura costituisce ancora un punto di riferimento e una guida autorevole”. Agli auguri della città natale sono seguiti quelli della città che da tre anni vive la sua presenza come Pastore e rappresentante della Chiesa. Il Sindaco di Noto, dott. Corrado Bonfanti, ha manifestato l’affetto della comunità locale anche a nome dei rappresentanti degli altri comuni e ha espresso sentimenti di gratitudine al Santo Padre per l’occasione di grazia che “ancora una volta ha privilegiato la Città di Noto e tutta la diocesi. L’elevazione a Basilica della nostra Cattedrale costituisce, da oggi, un plus-valore per la nostra città”, ha osservato il Sindaco, “ed è motivo di gioia per tutti coloro che hanno a cuore il bene comune e si rallegrano per i passi compiuti insieme dalla comunità religiosa e da quella laica”. Il Sindaco, come segno di partecipazione, ha per l’occasione apposto una lapide a futura memoria. Per ultimo, il Vicario Generale, Mons. Angelo Giurdanella, si è fatto portavoce del clero e di tutta la comunità ecclesiale nel rivolgere parole di affetto e di stima nei confronti del nostro Pastore: “Ella è per noi segno dell’alleanza di Dio con il suo popolo e pertanto della certezza che egli ci guida verso quella verità che è conoscenza del mistero trinitario”. E ha concluso ricordando i nostri due Vescovi emeriti ai quali è associata la figura di S. Giuseppe non solo per il nome di battesimo di Mons. Malandrino, ma anche perché con Mons. Nicolosi rappresentano un segno visibile del perpetuarsi della “traditio ecclesiae” e sono, in quanto tali, nostri “padri nella fede”.