Nel corso del convegno su “Femminismo cristiano e cultura della persona. La donna nell’insegnamento di Giovanni Paolo II”, tenuto a Matera dal 2 al 4 giugno scorso, il nostro Vescovo, Mons. Staglianò, è intervenuto con una relazione su «La donna e la “sua” verità: la questione femminile come questione antropologica in Giovanni Paolo II». Il Convegno era stato organizzato dal Movimento Famiglia e Vita di Matera per celebrare il 25° anniversario della sua fondazione e in occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II.
Nel suo intervento, tenuto il 2 giugno, nell’ambito della prima sessione, il Vescovo ha esordito con la premessa: “Cos’è la verità? Quid est veritas? Anagrammando viene: Est vir qui adest (È l’uomo che ti sta davanti)”. Ogni verità va cercata per riferimento alla sua persona. È questa la verità centrale della fede. Vale per tutto: inesorabilmente anche per la verità della donna. La vera sfida del pensiero cristiano, sottolinea mons. Staglianò, è saper articolare questa verità “teologica” in termini razionalmente apprezzabili e perciò condivisibili anche da chi non crede come i cristiani o non crede affatto. La verità della donna è colta e approfondita da Giovanni Paolo II allo specchio della pienezza di umanità e dello splendore della donna in Maria di Nazareth. Ma “Oggi”, è tempo qualificato post-moderno, nel quale appare impossibile giungere a verità certe e condivisibili, dove l’emozione prende il sopravvento sulla ragione, il sentimentalismo e la passionalità sulla logica e la razionalità e, infine, l’educazione è smarcata dalla seduzione. Il Vescovo pone pertanto un interrogativo: «Presupponendo che sappiamo benissimo chi è “la donna” Maria di Nazareth, sappiamo però chi è “oggi” la donna? Maria di Nazareth –oltre ad essere “microstoria della salvezza”- è sintesi di valori e perciò epifania della vera umanità… ». Mons. Staglianò chiarisce come proprio “oggi” nel nostro mondo post-moderno, sia possibile e doveroso presentare Maria come modello per tutte le donne. «Alla scoperta della verità della donna, non è difficile cogliere come la questione femminile sia anzitutto questione antropologica, pertanto esiga di venir discussa sulla base di una visione dell’uomo “vera e degna” dell’umano». Il grande Papa, Giovanni Paolo II, ne ha diffusamente parlato nel suo magistero, focalizzando i punti essenziali, utilissimi e validi anche oggi. Nella Mulieris Dignitatem (Dignità della donna) al n.16 : “L’interpretazione cristiana del ruolo della donna è anzitutto basato sull’atteggiamento di rispetto e di considerazione che Gesù ha mostrato nei confronti delle donne e sulla nostra meditazione sulla figura di Maria che, per i cristiani, è il modello di verginità, maternità di fede e di attivo impegno sociale”. Per cui la figura di Maria può essere ancora oggi presentata come la “piena realizzazione possibile della donna”, e della donna cosiddetta “emancipata” se si scava nei significati profondi sia della maternità che della verginità. Maternità non solo in senso fisico, ma anche etico-personale. Verginità come modo spirituale della maternità. Si può pertanto affermare che la donna, guardando a Maria, trova in lei il segreto per vivere degnamente la sua femminilità ed attuare la sua vera promozione. Ella è specchio dei più alti sentimenti, di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore; la forza che sa resistere ai più grandi dolori; la fedeltà illimitata e l’operosità infaticabile; la capacità di coniugare l’intuizione penetrante con la parola di sostegno e di incoraggiamento (cfr RM 46). Maria è prototipo di pienezza umana: la prima “persona” vera della storia.
Nel suo intervento, tenuto il 2 giugno, nell’ambito della prima sessione, il Vescovo ha esordito con la premessa: “Cos’è la verità? Quid est veritas? Anagrammando viene: Est vir qui adest (È l’uomo che ti sta davanti)”. Ogni verità va cercata per riferimento alla sua persona. È questa la verità centrale della fede. Vale per tutto: inesorabilmente anche per la verità della donna. La vera sfida del pensiero cristiano, sottolinea mons. Staglianò, è saper articolare questa verità “teologica” in termini razionalmente apprezzabili e perciò condivisibili anche da chi non crede come i cristiani o non crede affatto. La verità della donna è colta e approfondita da Giovanni Paolo II allo specchio della pienezza di umanità e dello splendore della donna in Maria di Nazareth. Ma “Oggi”, è tempo qualificato post-moderno, nel quale appare impossibile giungere a verità certe e condivisibili, dove l’emozione prende il sopravvento sulla ragione, il sentimentalismo e la passionalità sulla logica e la razionalità e, infine, l’educazione è smarcata dalla seduzione. Il Vescovo pone pertanto un interrogativo: «Presupponendo che sappiamo benissimo chi è “la donna” Maria di Nazareth, sappiamo però chi è “oggi” la donna? Maria di Nazareth –oltre ad essere “microstoria della salvezza”- è sintesi di valori e perciò epifania della vera umanità… ». Mons. Staglianò chiarisce come proprio “oggi” nel nostro mondo post-moderno, sia possibile e doveroso presentare Maria come modello per tutte le donne. «Alla scoperta della verità della donna, non è difficile cogliere come la questione femminile sia anzitutto questione antropologica, pertanto esiga di venir discussa sulla base di una visione dell’uomo “vera e degna” dell’umano». Il grande Papa, Giovanni Paolo II, ne ha diffusamente parlato nel suo magistero, focalizzando i punti essenziali, utilissimi e validi anche oggi. Nella Mulieris Dignitatem (Dignità della donna) al n.16 : “L’interpretazione cristiana del ruolo della donna è anzitutto basato sull’atteggiamento di rispetto e di considerazione che Gesù ha mostrato nei confronti delle donne e sulla nostra meditazione sulla figura di Maria che, per i cristiani, è il modello di verginità, maternità di fede e di attivo impegno sociale”. Per cui la figura di Maria può essere ancora oggi presentata come la “piena realizzazione possibile della donna”, e della donna cosiddetta “emancipata” se si scava nei significati profondi sia della maternità che della verginità. Maternità non solo in senso fisico, ma anche etico-personale. Verginità come modo spirituale della maternità. Si può pertanto affermare che la donna, guardando a Maria, trova in lei il segreto per vivere degnamente la sua femminilità ed attuare la sua vera promozione. Ella è specchio dei più alti sentimenti, di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore; la forza che sa resistere ai più grandi dolori; la fedeltà illimitata e l’operosità infaticabile; la capacità di coniugare l’intuizione penetrante con la parola di sostegno e di incoraggiamento (cfr RM 46). Maria è prototipo di pienezza umana: la prima “persona” vera della storia.