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31 maggio. Pellegrinaggio Diocesano al Santuario di Maria Scala del Paradiso Patrona della Diocesi

 Il Vicario Generale Mons. Giurdanella con una recente circolare ha invitato tutta la Diocesi a organizzarsi per partecipare come ogni anno al Pellegrinaggio diocesano del 31 maggio dalle ore 17,30 in poi presso il Santuario diocesano di Maria Scala del Paradiso. Si inizierà con la preghiera del Santo Rosario meditato che faremo insieme a Mons. Vescovo, all’altezza della prima curva della Via Sacra, a cui seguirà la concelebrazione eucaristica alle ore 18.30, a conclusione della quale il Vescovo affiderà la Chiesa di Noto alla Madre di Dio. Per i sacerdoti si terrà, come da calendario diocesano il pellegrinaggio-ritiro al Santuario, Venerdì 24 Maggio 2013 alle ore 9: 30 che inizierà con la preghiera dell’Ora Media. Il ritiro dei preti sarà animato da Don Massimo Naro che ha già guidato gli incontri precedenti.
Durante l’Eucarestia, presieduta dal nostro Vescovo, (ore 12:00) tutto il clero si unirà alla gioia di alcuni confratelli che celebrano in questa occasione il loro giubileo sacerdotale:
● 25° ann. (16.07.1988) Don Giorgio Mallia, parroco della parrocchia S. Luca in Modica
● 25° ann. (01.09.1988) Don Sergio Boccadifuoco, Parroco della parrocchia Sacra Famiglia in Frigintini–Modica e della parrocchia S. Giuseppe in Zappulla-Modica
● 25° ann. (10.09.1988) Don Ignazio La China Vicario Foraneo e Parroco della parrocchia S. Giuseppe in Scicli
● 50° ann. (30.03.1963) Don Pino Ruggeri Docente emerito presso lo Studio Teologico S. Paolo di Catania
● 50° ann. (29.06.1963) Don Umberto Paolo Bonincontro, parroco dell’Unità pastorale SS. Salvatore e Madonna delle Grazie in Modica
● 60° ann. (29.06.1963) Don Michele Oliva residente fuori diocesi.
 
Ai nostri confratelli presbiteri che celebrano il giubileo sacerdotale, – scrive il Vicario Generale – mentre assicuriamo la fraternità sacerdotale, auguriamo che il Signore moltiplichi le energie di quanti confidano in Lui, come esorta il profeta ( Isaia 40,31).
 

Il 19 maggio il Vescovo presiede il Convegno diocesano di Pentecoste organizzato dal RNS

 “Il Signore è una roccia incrollabile: confidate sempre in Lui.”  Questo è il tema del Convegno diocesano di Pentecoste dei Gruppi del RnS della Diocesi di Noto. Il Convegno  si terrà 19 maggio prossimo presso l’Auditorium Comunale “Attilio del Buono” a Rosolini. Volendo riprendere l’invito di Papa Francesco, dobbiamo intendere il Convegno – dicono gli organizzatori – come una opportunità (un kairòs) per la nostra Chiesa, vogliamo quindi rendere partecipi e accompagnare nuovi fratelli alla fede, perché “evangelizzare è per noi un dovere”. 
 
Il Convegno verrà scandito da speciali momenti di preghiera, di lode, e di testimonianza come quella che offrirà Francesco Vaiasusu, autore del libro: “Le mie possessioni”. S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, terrà una relazione e presiederà nella mattinata l’eucarestia, motivo per riflettere su come la nostra fede deve diventare una fede evangelizzatrice. Il Convegno è aperto a tutti coloro che vogliono condividere questo momento importante per la vita della Chiesa, una Chiesa che non può fare a meno, nella sua azione pastorale, di invocare sempre il dono dello Spirito Santo anche attraverso la solennità di Pentecoste.
 
 

Il 5 maggio le Confraternite della nostra diocesi a Roma da Papa Francesco

 “In occasione dell’Anno della Fede i Confrati di S. Maria Maggiore, insieme al Presidente dell’Ass. Catt. Fazzoletti Rossi Saro Di Luca, quella della SS. Annunziata, S. Antonio Abate e S. Giuseppe, provenienti dal Vicariato di Ispica (RG), hanno insieme partecipato alla II Giornata Mondiale delle Confraternite e della Pietà Popolare, con le proprie insegne e gli abiti tradizionali. Il Calendario dell’Anno della Fede prevede una serie di avvenimenti a carattere universale alla presenza del Santo Padre, tra i quali la “Giornata mondiale delle Confraternite e della Pietà Popolare” coorganizzata dalla Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia.
 
Dal 3 al 5 maggio sono giunti a Roma Confraternite da tutto il mondo, dai Paesi in cui la realtà delle confraternite è viva: principalmente Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Polonia e Malta, ed anche dal Sudamerica e dall’Argentina. Il cielo a Roma è grigio e piove, ma il clima in piazza è quello della gioia di essere al cuore della Chiesa e con il Papa. Momento culminante della tre giorni la Messa di domenica 5 in Piazza San Pietro presieduta da Papa Francesco, seguita dalla preghiera del Regina Coeli. La presenza delle Confraternite a Roma ha, inoltre, un significato molto preciso: le Diocesi di tutto il mondo si rendano conto non soltanto dell’esistenza delle confraternite, soprattutto della loro presenza costante ed attiva nella Chiesa e della testimonianza di fede e carità.
 
“Cari fratelli e sorelle, siete stati coraggiosi – ha detto Papa Francesco – di venire con questa pioggia… Il Signore vi benedica tanto!”. Vi saluto tutti con affetto, in particolare le Confraternite venute da varie parti del mondo. Grazie per la vostra presenza e la vostra testimonianza», ha detto il Pontefice iniziando la celebrazione. «Questo è la Chiesa, a una ricchezza e una varietà, una espressione che riconduce all’unità». «Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi siete un’importante manifestazione, è un tesoro per la Chiesa. Cari fratelli e sorelle, la Chiesa vi vuole bene. Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana. Siate sempre attenti alla carità. Ogni cristiano e ogni comunità è missionaria nella misura in cui porta e vive il Vangelo e testimonia l’amore di Dio verso tutti, specialmente verso chi si trova in difficoltà. Siate missionari dell’amore e della tenerezza di Dio, della Misericordia di Dio che sempre ci perdona, sempre ci aspetta e ci ama tanto», ha proseguito il Pontefice da piazza San Pietro. Infine L’IMPEGNO MISSIONARIO: «Voi avete una missione specifica e importante – ha detto alle confraternite – , che è quella di tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare».

Celebrata la III edizione del Pellegrinaggio Diocesano Vocazionale al Santuario di Maria Scala del Paradiso

Sabato 4 maggio a Noto, si è celebrato il Pellegrinaggio Vocazionale presso il Santuario Diocesano di Maria SS. Scala del Paradiso. I giovani pellegrini sono giunti dai diversi Vicariati della Diocesi e si sono radunati al Santuario mariano alle ore 21.00, da dove è iniziata la processione lungo la via sacra con la recita del Santo Rosario. Durante il cammino si sono incrociati gli sguardi dei nostri amici, alla scoperta dell’amore vero, procedendo con stupore – dicono gli organizzatori – siamo stati capaci  di annunciare e testimoniare la nostra fede in compagnia di cinque testimoni, l’ultimo è stato Lorenzo, un giovane in sedia a rotelle a causa di una brutta malattia, la sua testimonianza ha colpito è commosso i presenti: “pensavo che la mia vita fosse finita, – ha testimoniato Lorenzo – quando all’età di 14 anni, mentre mi trovavo a scuola nell’ora di educazione fisica, vengo attaccato da un virus che oggi mi vede nelle sedia a rotelle. Tanta sofferenza, tanto sconforto ma adesso dopo 7 anni sono qui a dire a tutti voi, lasciatevi amare dal Signore aprendo il vostro cuore”.
 
I giovani una volta raggiunto il Santuario, hanno ricevuto il mandato e la benedizione da parte del Vescovo Mons. Antonio Staglianò. Il tema del Pellegrinaggio scelto per quest’anno pastorale è stato: “progetta con Dio abita il futuro”.  Si è scelta questa tematica – dicono gli stessi responsabili del Servizio Dicesano per la Pastorale Giovanile Vocazionale – per rispondere al desiderio di futuro che hanno i nostri giovani, il desiderio di collaborare con Dio, per realizzare così il proprio progetto di vita. Il Pellegrinaggio Vocazionale dei Giovani ha chiuso la settimana vocazionale mondiale iniziata il 26 aprile scorso durante la quale si è pregato per le vocazioni nelle singole Parrocchie e nei Vicariati. 

Il prossimo 25 maggio avrà luogo a Palermo la Beatificazione del Servo di Dio don Giuseppe Puglisi

Il prossimo 25 maggio avrà luogo a Palermo, il Rito di Beatificazione del Servo di Dio don Giuseppe Puglisi, sacerdote palermitano martire, ucciso dalla mafia in odio alla fede il 15 settembre 1993. Questo evento gioioso – scrivono i Vescovi di Sicilia – ci fa guardare ad un autentico testimone della fede e dà una connotazione particolarmente significativa all’Anno della fede che le nostre Chiese particolari stanno vivendo ricordando il 50° anniversario di inizio del Concilio Vaticano II e il 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

 
Quella di don Pino Puglisi è la vicenda di un sacerdote totalmente conformato a Cristo che visse il suo ministero presbiterale come servizio a Dio e all’uomo. Reso forte da una intensa vita spirituale, fatta di ascolto della Parola di Dio, di preghiera, di riferimento costante all’Eucaristia che celebrava quotidianamente, egli attuò un apostolato di promozione umana avendo come riferimento costante l’annuncio del Vangelo.
 
Promosse un’azione educativa che contribuiva al cambiamento della mentalità e della visione della vita, favorendo la maturazione della fede del popolo a lui affidato. Svolse instancabilmente il suo ministero sacerdotale per l’edificazione del Regno di Dio richiamando tutti alla conversione, al pentimento e all’incontro con la tenerezza di Dio Padre. Per questo volle che il Centro di accoglienza parrocchiale da Lui fondato fosse chiamato “Padre Nostro”. La sua mitezza e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede.
 
Come Pastori delle Chiese di Sicilia, ispirandoci alla vita di don Pino, intendiamo rinnovare il nostro impegno per l’annuncio del Vangelo e la sua incarnazione nella nostra amata terra che da due millenni ha dato, e continua a dare, luminosi esempi di fedeltà a Cristo nei suoi figli migliori, tra cui i tanti martiri, il cui sangue ha fecondato e fatto crescere molteplici opere di carità e di promozione umana.
 
In quest’ottica desideriamo leggere la vita del Servo di Dio don Pino Puglisi. Il suo ministero sacerdotale, attento all’uomo e fedele al Vangelo, fu modellato sull’esempio di Cristo, che venne a portare il lieto annuncio della salvezza e a liberare l’uomo da ogni forma di costrizione fisica e di condizionamento morale, restituendogli la dignità di persona e di figlio di Dio. Egli cercò di realizzare quest’opera difficile con privilegiata sollecitudine verso le giovani generazioni, proponendo un cambiamento di mentalità che ha la sua forza nella potenza salvifica del Vangelo, convinto che la Parola di Gesù umanizza la società.
 
La sua azione pastorale nella logica dell’incarnazione si è svolta nella ferialità di una vita “normale”, senza compromessi, senza protagonismi, senza vetrine mediatiche, testimoniando nella quotidianità della vita la fedeltà al suo ministero sacerdotale e l’amore alle persone a lui affidate. Questo schietto modo di essere di don Pino Puglisi incoraggia tutti noi, vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e laici, ad attingere alla Parola di Dio e all’Eucarestia il sostegno necessario per la nostra missionarietà nella diffusione del Regno di Dio e per la promozione dell’uomo.
 
Nel fare ciò vogliamo valorizzare soprattutto il dialogo con cui coinvolgere anche quelli che sembrano più refrattari ad aprirsi alla conversione. Questa fu una delle vie perseguite dal nostro Beato. Diceva infatti don Pino in una sua omelia: “Mi rivolgo ai protagonisti delle inutili intimidazioni che ci hanno bersagliato. Parliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e conoscere i motivi che vi spingono a ostacolare chi cerca di educare i vostri figli al rispetto reciproco, ai valori della cultura e della convivenza civile”.
 
Consapevole che la cultura mafiosa impera là dove ci sono bisogni primari ancora da soddisfare e che non ci può essere liberazione senza promozione umana, don Puglisi scriveva: “C’è nella parrocchia un buon fermento di persone impegnate in un cammino di fede, nel servizio liturgico, catechistico e caritativo, ma i bisogni della popolazione sono molto superiori delle risorse che abbiamo. Vi sono nell’ambiente molte famiglie povere, anziani malati e soli, parecchi handicappati mentali e fisici; ragazzi e giovani disoccupati, senza valori veri, senza un senso della vita; tanti fanciulli e bambini quasi abbandonati a se stessi che, evadendo l’obbligo scolastico, sono preda della strada dove imparano devianza, violenza e scippi”.
 
Le sue parole e soprattutto l’esemplarità della sua vita siano per tutti noi, uomini e donne di Sicilia, credenti o persone di buona volontà, uno stimolo per un rinnovato impegno sociale, civile e spirituale: “Non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati – scriveva ancora don Pino -. Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l’invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio. Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani. Lo facciamo per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto…”.
 
In questo momento, così critico ma carico di aspettative, possano le nostre Chiese locali e la Sicilia tutta guardare al presbitero Pino Puglisi, uomo di fede e di preghiera elevato agli onori degli altari come testimone autentico di Cristo Signore che diffonde su questa nostra terra tribolata una luce di speranza. Mente tutti paternamente esortiamo a guardare a Lui e ad imitarne l’audacia della martirya, confermiamo il nostro impegno per l’annuncio del Vangelo e per un servizio concreto all’uomo del nostro tempo.
 
 
Noto, 23 aprile 2013
 

Enna. Staglianò presiede l’incontro Regionale dei direttori diocesani per la Cultura e le Comunicazioni Sociali

Nella mattinata del 27 aprile a Enna presso l’Hotel Federico II, Mons. Staglianò ha incontrato, nella qualità di Delegato Regionale della CeSi per l’Ufficio Cultura e Comunicazioni Sociali, la Commissione Regionale composta dai direttori diocesani per le Comunicazioni Sociali e dai referenti del progetto culturale delle Chiese di Sicilia. All’incontro erano presenti come rappresentanti della nostra diocesi don Stefano Modica, Direttore dell’Ufficio Cultura e don Rosario Sultana, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e Segretario Regionale della commissione.
 
L’incontro ha avuto inizio alle ore 10,30 con la preghiera presieduta dal Vescovo delegato, invece i lavori sono stati introdotti dal Direttore Regionale don Giuseppe Rabita. La riflessione è stata tenuta da don Massimo Naro, docente presso la Facoltà Teologica di Sicilia, sul tema: “Fede, cultura ed educazione: un antidoto alla crisi”. Don Massimo ha ricordato che “la comunicazione non è solo comunicazione di qualcosa ma di qualcuno, diversamente la comunicazione può diventare solo una propaganda. La comunicazione – ha proseguito Naro – è essenzialmente relazione”. A conclusione il relatore ha ricordato ai convenuti che “una autentica comunicazione dovrebbe ripartire non da un puro tecnicismo e neppure da una metodologia fine a se stessa, piuttosto da una ontologia della comunicazione”.
 
Il delegato ACEC per la Sicilia Gino Pitò nel suo intervento conclusivo ci ha illustrato il significato della Sala della Comunità e della necessaria valorizzazione del linguaggio cinematografico per annunciare la fede. Volendo organizzare per il prossimo mese di settembre un corso di formazione per operatori delle Sale della Comunità, – ha riferito Pitò – necessità avviare nelle singole Diocesi un censimento di quelle realtà che già usano il cinema come strumento di comunicazione della fede. L’incontro è terminato alle ore 14,00 con gli interventi in aula e le conclusioni del Vescovo delegato.
 

Nicolosi ringraziando per il suo 50° di episcopato: “vi chiedo perdono di ogni mancanza di amore”

C’è una bella coincidenza: siamo anche nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, durante il quale – scrive Mons. Nicolosi – papa Giovanni XXIII mi ha nominato vescovo. Ho sempre pensato il Concilio come una grazia unica, che ha segnato il mio episcopato e che ha permesso a noi e a tutti gli uomini una comprensione più autentica della vita e della missione della Chiesa. Abbiamo meglio capito che il Signore va incontrato e riconosciuto nelle Scritture, nell’Eucaristia, nei poveri e nella comunione fraterna. Ci siamo pensati come popolo di Dio chiamato ad «annunciare le meraviglie del suo amore» e ci siamo aperti al dialogo con tutti gli uomini, guardando il mondo con amicizia e simpatia. Per questo ho voluto il secondo Sinodo diocesano: per esplicitare che siamo Chiesa insieme, a partire dal nostro battesimo che ci rende tutti corresponsabili della vita della Chiesa. Come ho sottolineato nella “Lettera a conclusione del Sinodo”: «La Chiesa non è opera di singoli, fossero pure grandi santi. La Chiesa è comunione, e quindi cammino comune, “sinodo”, nella sua stessa essenza. Ogni gesto ecclesiale deve quindi nascere nel rispetto e nell’ascolto fraterno, nel confronto sincero e leale, nell’attenzione e nel servizio ai più piccoli, nella magnanimità verso i limiti e le necessità dei più deboli».
 
L’altra bella coincidenza è che questa celebrazione segue la domenica del Buon Pastore e quindi ci permette di sottolineare lo stile di ogni servizio nella Chiesa e dell’intera sua missione, che devono essere sempre improntati a cura pastorale delle relazioni, con umiltà, semplicità, gioia, mitezza, affabilità, misericordia. Si tratta di uno stile che in questi giorni risplende nelle parole e nei gesti del nuovo papa Francesco. Penso anche a don Pino Puglisi. La sua imminente beatificazione dà riconoscimento ad una fede che si incarna, si fa vicina alla gente con dedizione e coraggio, sceglie le vie evangeliche della povertà e della nonviolenza. Ho la consapevolezza, avendo percorso un lungo tratto di storia, che questa è l’unica via per la Chiesa: la via del Vangelo accolto con fiducia e irradiato con la vita! Tutto il resto è orpello superfluo e spesso dannoso, orpello da cui dobbiamo spogliarci per essere veramente Chiesa povera e dei poveri!
 
Non aggiungo altro. Mi basta aver aperto il mio cuore sulle poche cose che contano veramente! Ora io guardo al mistero della vita eterna! Vi ringrazio ancora dell’affetto, che ricambio con le parole di San Paolo Apostolo che ho voluto scrivere nell’immaginetta-ricordo: «Caritas mea cum omnibus vobis in Christo Jesu! (Il mio amore per tutti voi in Cristo Gesù!)». Vi ringrazio anche per il sostegno che date alla Fondazione Madre Teresa di Calcutta, che ho voluto costituire per i malati terminali, per gli anziani soli, per i disabili. Ringrazio ancora la Conferenza episcopale siciliana tutta qui convenuta: mi fa pensare a tanti anni di servizio e di cammino come vicepresidente e come presidente, soprattutto negli anni di grande fermento segnati dal motto “Una presenza per servire”.
 
Vi chiedo perdono di ogni mancanza di amore e attendo che la mia esistenza si compia nell’abbraccio del Padre, ricco di misericordia e di perdono. Sempre tutti vi porto nel mio cuore, sempre vi ricordo nella preghiera. Grazie!
 
 

Mons. Crociata al Vescovo Nicolosi nel suo 50mo: “il Suo episcopato reca l’impronta del Concilio”

Lunedì 22 aprile alle ore 18,30 a Noto nella Basilica Cattedrale durante la celebrazione eucaristica presieduta dal S.E. Card. Romeo e concelebrata dai 18 Vescovi delle Chiese di Sicilia abbiamo insieme ringraziato il Signore per i 50 anni di episcopato di Mons. Salvatore Nicolosi. Il nostro Vescovo Mons. Staglianò salutando i convenuti, si è fatto portavoce dei saluti di Mons. Mariano Crociata, Vescovo emerito e attuale Segretario Generale della CEI, il quale ha inviato un messaggio di auguri a Mons. Nicolosi che è stato letto all’inizio della celebrazione.
 
Nel messaggio Crociata ha ricordato come l’episcopato di Mons. Nicolosi ha portato in se, “l’impronta del Concilio Vaticano II, soprattutto per l’impegno che ha profuso nel tradurlo attraverso la Sua azione pastorale”, ed ha chiesto al Vescovo emerito di considerarlo “spiritualmente unito alla festosa assemblea – riunita in cattedrale – che lo ha visto – come scrive Crociata – nascere Vescovo della Chiesa.
 
 

Si è svolta a Noto la sessione primaverile della Conferenza Episcopale Siciliana

I Vescovi delle 18 Diocesi di Sicilia si spno incontarti lunedì 22 aprile, a partire dalle ore10, nel Seminario vescovile di Noto, in occasione del 50mo anniversario di ordinazione episcopale di Mons. Salvatore Nicolosi, Vescovo emerito della Diocesi.
 
Durante la Sessione primaverile, che si protrarrà fino a mercoledì 24, i Presuli discuteranno i punti previsti all’ordine del giorno: oltre le comunicazioni del Presidente relative all’ultimo Consiglio Permanente della CEI e la presentazione del rendiconto economico anno 2012, verrà presentato da Mons. Giuseppe Baturi il “Motu Proprio” di Benedetto XVI sul servizio della carità, ovvero il quadro normativo delle diverse forme ecclesiali del servizio della carità.
 
Nel corso dei lavori interverranno anche il Vescovo delegato per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università, S. E. mons. Michele Pennisi, e don Mario Torracca, direttore dell’Ufficio regionale della Salute.
 
Durante la sessione, infine, oltre la designazione dei membri del Comitato preparatorio del V Convegno Ecclesiale Nazionale, rappresentanti della Regione Ecclesiastica Sicilia (un vescovo, un presbitero, una laica o un laico), i Vescovi, in vista dell’ormai prossima Beatificazione di don Giuseppe Puglisi (25 maggio), comunicheranno il proprio Messaggio alle Chiese di Sicilia.

Conferenza Stampa sul restauro dell’Arca d’argento di San Corrado Confalonieri

Il 20 aprile 2013 nell’aula magna del Seminario di Noto si è svolta una Conferenza Stampa per il restauro dell’Arca di San Corrado. Ai lavori, moderati da don Rosario Sultana, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, hanno partecipato: Mons. Angelo Giurdanella, Vicario Generale della Diocesi e Rettore della Basilica Cattedrale, che dopo i saluti di rito ha introdotto il tema della Conferenza, il dott. Salvatore Maiore che ha illustrato le problematiche sullo stato di conservazione dell’Arca e dei Grifoni e ha presentato gli interventi di restauro necessari ed urgenti, don Gianni Donzello, Economo diocesano che ha indicato le modalità di raccolta delle offerte che possono essere effettuate attraverso un bonifico bancario su un conto corrente acceso presso la Banca UNICREDIT Ag. di Noto di cui si fornisce IBAN: IT24P02008847412340000102493695 o attraverso vari punti di raccolta appositamente istituiti.
 
La conclusione dei lavori è stata affidata al Sindaco di Noto dott. Corrado Bonfanti che ha sottolineato che per contribuire al restauro e sufficiente fare delle donazioni anche piccole purché fatte dalla maggior parte. Gli interventi all’Arca saranno effettuati dal restauratore Bombeccari che in maniera precisa e puntuale ha illustrato il tipo e la modalità del restauro.