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Noto. Incontro per cristiani in difficoltà: “per sentire nuovamente la maternità della Chiesa”

Sabato 8 giugno nei locali del Seminario Vescovile di Noto si è dato appuntamento un gruppo composto da cristiani che vivono la non facile esperienza della separazione e del divorzio. L’idea di incontrarsi è nata in seguito ad uno degli incontri personali avuti dal nostro Vescovo in Visita pastorale, durante il quale è stato espresso il desiderio, da parte di uno di loro, di sentire vicina la Chiesa. Accolti e guidati da don Luigi Vizzini, Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia, si sono confrontati sulle difficoltà che nel loro stato devono affrontare anche a motivo dei pregiudizi che condizionano la cultura e le relazioni, al punto che molti sono costretti a sperimentare l’emarginazione e il facile giudizio.
 
Sono bastati due Documenti per attestare la maternità della Chiesa, spesso offuscata da ignoranza e disinformazione: l’Esortazione post sinodale Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e il Direttorio di Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale Italiana. Un incontro sereno e, allo stesso tempo, desideroso di ricevere chiarezza per fugare la confusione che non rare volte si riscontra anche tra quanti frequentano la Comunità cristiana. Da parte di tutti è emersa la volontà di continuare ad essere Chiesa e di voler comprendere meglio la dottrina cattolica al riguardo, anche in quei punti che riguardano i sacramenti. Il gruppo, entusiasta dell’iniziativa, si è dato un nuovo appuntamento per le prossime settimane, che si spera sia presieduto dal Vescovo. Si coglie l’occasione per esortare quanti sono interessati, direttamente o indirettamente, a mettersi in contatto con don Luigi Vizzini presso la Curia Vescovile o il Seminario Vescovile, oppure direttamente al suo recapito personale.
 

CARITAS: “non dimentichiamo l’Aquila!”

 Continuiamo nella forma semplice della visita ad essere accanto ai fratelli di Paganica e dell’Aquila a quattro anni dal terremoto, dove siamo ritornati per la dodicesima volta dal 7 al 10 giugno. Ci sono piccoli segnali: qualche edificio viene restaurato, nella frazione di Paganica – con cui abbiamo avviato un gemellaggio fin dai primi mesi dopo il sisma – sono ricominciati i lavori per il Centro parrocchiale e per il monastero delle Clarisse. Ma sono grandi il dolore e la tristezza perché tutto procede molto lentamnte, perché sempre più ci si accorge che sono state prese decisioni senza tenere conto della voce e del bene della gente, perché tanta gente si trova ancora in parte lontano da casa o in case collocate lontane dai luoghi degli affetti e del lavoro. E a volte prevale la chiusura, e si avverte un profondo sconforto.
 
Certo, nella visita prevale l’ospitalità, che mostra l’anima bella della gente di Abruzzo e i sentimenti di amicizia che li rendono attenti a sofferenze conosciute nelle loro visite in Sicilia, verso le quali sanno esprimere grande affetto e sostegni tanto concreti quanto generosi. Rimanere legati allora a Paganica, per la comunità di Modica e per la diocesi di Noto, significa rimanere legati alla sostanza della vita, alla necessità di mettere al centro ciò che conta e di iniziare dal basso il riscatto da tante ingiustizie, indifferenze, sofferenze. Ed è stato molto bello condividere la speranza nel nome di don Puglisi! Si pensa anche a Paganica di intitolargli una strada, per onorare un testimone che riguarda non solo la Sicilia ma tutto il Paese e tutto il mondo.
 
E le Clarisse, che sono rimaste in un convento di legno per non abbandonare la gente e offrire così – dal di dentro – la loro preghiera e fraternità, hanno proposto che nel nome di don Puglisi si cerchi un riscatto che parta da ognuno, secondo il motto del nuovo beato: “Se ognuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto”. Intanto si sta programmando un momento estivo – dal 9 al 12 agosto – in cui rappresentanti delle due comunità condivideranno la fede, l’amicizia, l’impegno per un mondo più fraterno e giusto.
 
E mentre eravamo in visita a Paganica è arrivato l’annuncio della nomina del nuovo arcivescovo dell’Aquila: Mons. Giuseppe Petrocchi, noto ad alcuni per la sua capacità di unire, di affrontare i problemi, di aiutare il discernimento. Abbiamo avvertito la speranza che, non solo la Chiesa, ma anche la città e il territori tutto possano trovare un riferimento sicuro in un pastore che guidi con nuove energie, che “odori di pecore”e che guidi verso le periferie dell’esistenza perché dappertutto arrivi l’unzione di Cristo.

DON DI NOTO. ASSEGNATO IL PREMIO “TU ES PETRUS 2013” PER LA CATEGORIA “OPERATORI DI PACE”

 L’Associazione “Tu es Petrus” annuncia i premiati: da Scola a don Di Noto, passando per Monsignor Becciu. Il Consiglio Direttivo – (presieduta ad honorem dai cardinali José Saraiva Martins, Kurt Koch e Salvatore De Giorgi e coordinato da Gianluca Barile, presidente di Tu es Petrus) nonché il Comitato Scientifico e la Consulta Generale nella seduta straordinaria del 13/05/2013, ‘ha conferito, all’unanimità, l’Edizione Speciale del Premio Internazionale ‘Tu es Petrus’, – si legge nella lettera – per la Sua opera esemplare in difesa dell’Infanzia, dei più piccoli e indifesi, quale Presidente dell’Associazione ‘Meter’.
 
La premiazione si terrà il 16 novembre 2013 a Battipaglia (SA). La cerimonia di consegna avrà luogo a Battipaglia, in provincia di Salerno, il 16 novembre p. v., alla presenza di almeno uno, se non di tutti e tre, gli Em.mi e Rev.mi Signori Cardinali Presidenti Onorari.
 
Il Premio, realizzato dallo scultore Michele Monaco, è stato presentato e donato a Sua Santità Papa Francesco lo scorso 25 Marzo. Esso consiste in un basso-rilievo in bronzo, raffigurante San Pietro e la Basilica vaticana.
 
Don Fortunato Di Noto ha ricevuto il Premio, assegnato peraltro con una menzione speciale a don Georg Gaenswein, segretario particolare di papa Benedetto XVI e oggi Prefetto della Casa Pontificia, nella categoria “Operatori di Pace”.
 
“È una grande gioia, per me, ricevere il premio ‘Tu es Petrus’”, dice don Di Noto, che aggiunge: “Il quasi venticinquennale impegno di Meter nella Chiesa e per la Chiesa viene ancora una volta apprezzato Un cammino faticoso ma possibile in difesa dei piccoli. Ed è questo, malgrado le difficoltà economiche e di risorse a cui ci sta sottoponendo la Regione Sicilia, che ci spinge a fare sempre più e sempre meglio”, conclude.
 
Per maggiori informazioni : www.tuespetrus.it

XXXII PELLEGRINAGGIO MARIANO. Il Vescovo Staglianò invita i suoi fedeli a riscoprire “la concretezza di Dio nel corpo mistico della Chiesa”

 Ieri, venerdì 31 maggio, la comunità diocesana di Noto, ha vissuto il tradizionale appuntamento del Pellegrinaggio al Santuario di Maria SS., Scala del Paradiso, Patrona della Diocesi, giunto alla XXXII edizione.
Alle 17,30, radunati all’inizio della cosiddetta “via sacra”, il Vescovo Mons. Antonio Staglianò, con i numerosi presbiteri convenuti, insieme alle rispettive comunità parrocchiali, si sono mossi lungo il percorso, in direzione del Santuario, recitando il S. Rosario in onore della Madonna.
 
Sulla spianata del sacro Tempio, resa quest’anno più accogliente per i lavori di sistemazione delle ultime settimane, ha avuto luogo, con inizio alle 18,30, la solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo Staglianò, alla presenza di più di mille fedeli, provenienti dai 9 comuni della Diocesi.
 
L’omelia del Vescovo, esortava a riscoprire “la concretezza di Dio” nel corpo mistico della Chiesa, che più che una dottrina o un’idea, è fondamentalmente “corpo” che si è reso a noi visibile, offerto nell’Eucaristia e nella Parola fatta carne; Mons. Staglianò indicava altresì ai presenti l’esempio di Maria, il cui “corpo” è diventato” segno” della presenza di Cristo, che nel grembo della madre, ha trovato la dimora e il mezzo per farsi incontro ad ogni uomo.
 
Momento centrale e significativo della Celebrazione è stato, puntuale come ogni anno, l’atto di affidamento della Diocesi alla Vergine, per mano del Vescovo. La Celebrazione ha visto pure la partecipazione di una delegazione della Chiesa di Calabria, rappresentante il Santuario della Madonna greca; questa delegazione ha preso parte, in mattinata, alla posa della “prima pietra” dell’erigenda Chiesa di Portopalo, che sarà dedicata alla suddetta Madonna. Così la presenza di questi amici calabresi, ha rafforzato il devoto e comune sentimento di fede e di devozione a Maria, tanto amata dal popolo cristiano.
Al termine della Celebrazione, quando ormai il sole era tramontato, la numerosa folla di fedeli, grata e commossa nell’essere ritornata ai piedi di Maria a rinnovarle l’annuale omaggio di amore, defluiva verso le varie destinazioni della Diocesi, non prima di essersi ripromessa di tornare ancora, con l’entusiasmo di sempre, l’anno venturo.
 

Il Vescovo il 31 maggio rinnoverà per la XXXII volta l’atto di consacrazione della Diocesi alla Vergine Maria Scala del Paradiso. Si prevede la partecipazione di un migliaio di fedeli

Roma, 13 maggio 1981. In una Piazza S. Pietro gremita di fedeli, Giovanni Paolo II viene colpito da due proiettili che mettono in serio pericolo la sua vita. Il Papa avendo riconosciuto in quell’occasione la materna protezione della Vergine Maria (venerata in quel giorno come Madonna di Fatima), stabilì che da quel momento ogni anno ciascun Vescovo insieme alla propria Diocesi si recassero in pellegrinaggio ad un Santuario mariano per consacrarsi alla Vergine Maria.
 
Noto, 31 maggio 2013. Sono passati 32 anni, il Vescovo Antonio, insieme a diverse centinaia di fedeli, si recherà come oramai da tradizione presso il Santuario diocesano della Madonna della Scala in Noto. I fedeli, provenienti da tutte le cittadine della Diocesi, si raduneranno per recitare il S. Rosario lungo la via sacra guidati da Mons. Staglianò. Giunti al Santuario il Vescovo, insieme ai quasi cento sacerdoti, indosserà i paramenti per dare inizio alla suggestiva processione che da inizio alla Celebrazione Eucaristica, al termine della quale, in un’atmosfera di grande trasporto affettivo, rinnoverà l’atto di consacrazione della Diocesi alla Vergine Maria.
 

Il Vescovo Staglianò in visita “ad Limina” da Papa Francesco

Lunedì scorso 20 maggio, mentre si trovava a Roma per l’Assemblea generale della Cei (Conferenza episcopale italiana), il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, insieme agli altri Vescovi di Sicilia, ha incontrato il Papa Francesco per la Visita ad limina (Ad limina apostolorum). E’ la “visita” che ogni cinque anni i Vescovi di tutto il mondo fanno in Vaticano per illustrare al Santo Padre e ai vari Dicasteri della Santa Sede, le particolarità che contraddistinguono le loro Diocesi dal punto di vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale e culturale e come la Chiesa particolare si interroga sulla incarnazione del Vangelo in queste particolari situazioni. La visita è stata preceduta dalla presentazione da parte del Vescovo di una relazione dettagliata nella quale viene presentata la situazione socio-religiosa della nostra diocesi.
 
Il nostro Vescovo ha esposto, quindi, i problemi specifici della nostra terra, in particolare la disoccupazione, e i problemi delle famiglie e dei giovani. Ma ha anche evidenziato gli sforzi di tutte le componenti ecclesiali, sacerdoti, diaconi, suore, fedeli tutti, per il superamento di tali difficoltà. L’incontro è stato molto emozionante, caratterizzato dallo stile di questo Papa, così informale, così umano, così portato ad ascoltare e a parlare con tutti. Il Papa non ha tenuto un vero e proprio discorso, anche se non ha trascurato di lanciare un appello: “sostenete le famiglie e abbiate più attenzione ai poveri e alla gente che si trova nelle periferie spirituali delle città”.
 

L’embrione umano merita il rispetto. MONS. CROCIATA: “UnoDiNoi è una grande battaglia di civiltà”

L’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità. Ciò è affermato nella sentenza CEG nel caso Brustle, che definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano. Per garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’UE deve introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica. Ecco perchè nasce l’iniziativa UnodiNoi a favore della vita nascente.
 
Mons Crociata, segretario generale della CEI e Vescovo emerito della Diocesi di Noto, durante la conferenza stampa del 22 maggio a margine dei lavori della 65ma Assemblea Generale della CEI ha detto:
 
«Riteniamo che UnoDiNoi sia un’occasione importante. Lo abbiamo detto, lo abbiamo ribadito e ci siamo impegnati in prima persona. Non è un impegno confessionale, anche se la coscienza della Chiesa su questo tema ci porta a coinvolgerci in maniera più appassionata. Ma sono convinto e abbiamo dei segnali che l’interesse non è solo all’interno della Chiesa». Le parole del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, di sostegno e apprezzamento per la campagna europea a difesa dell’embrione e ribadisce: «Vorrei davvero che raggiungesse il maggior numero possibile di persone perché è un battaglia di civiltà che riguarda la dignità della persona nella sua origine. E dunque è una tutela, una promozione, una difesa della dignità di tutti e quindi anche dell’intera società. Per questo sono fiducioso sul risultato positivo di questa iniziativa». Chi desidera sotenere l’iniziativa a favore della tutela e del rispetto dell’embrione può aderire firmando direttamente online dal sito Italiano ufficiale http://www.mpv.org/uno_di_noi o da quello Europeo www.oneofus.eu

Modica. Concluso il ciclo di approfondimenti teologici. Ultimo incontro: “Fede, comunicazione e mass media”

Con l’incontro svoltosi il 16 maggio scorso presso la Chiesa di San Paolo, a Modica, si è concluso il ciclo di approfondimenti teologici organizzato dalla Associazione Teologica netina e dall’Ufficio Cultura della Diocesi di Noto in collaborazione con il Caffè Letterario “S. Quasimodo” di Modica, presieduto dal Prof. Domenico Pisana. Questo il tema trattato: “Fede, comunicazione e mass media”.
 
Il moderatore è stato il Sac. Prof. Ignazio Petriglieri, vicario per la cultura della Diocesi di Noto e docente di Teologia Fondamentale. Due i relatori: il Dott. Giuseppe Malandrino, Direttore Responsabile de La Vita diocesana e il Prof. Pinuccio Tidona, docente di Storia e Filosofia. Nel prossimo numero de “La vita diocesana” sarà pubblicato un articolo relativo all’avvenimento.

Pozzallo. Staglianò presiede la veglia di Pentecoste: “Non dobbiamo più essere cristiani da salotto, ma esploratori”

 Il Vescovo di Noto, il 18 maggio ha presieduto la Veglia Vicariale di Pentecoste in Chiesa Madre Madonna del Rosario insieme ai sacerdoti di Pozzallo dove si trova in Visita Pastorale dallo scorso 13 maggio (www.visitapastoralenoto.it).
 
Durante l’omelia S. E. il Vescovo ha detto che: “il cristiano è colui che si immedesima in Cristo, perché “il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Cristo è il Figlio generato dal Padre che manda il suo Spirito per noi; Egli ha benedetto tanti cammini degli uomini, soprattutto quelli più sofferenti. Tutti quelli che riceveranno lo Spirito Santo, – ha proseguito Mons. Staglianò – potranno essere come il Figlio nato dal Padre, cioè come lo è stato Gesù sulla terra. Tutti siamo figli di Dio, già da quando nasciamo, ma con lo Spirito Santo dobbiamo essere come Gesù.
 
“La potenza dell’umano sta nell’umiltà che si deve generare nella propria vita, altro che Torre di Babele; – ha affermato il Vescovo – occorre raggiungere la vuotezza totale di sé, che non equivale al nulla perché il nostro Dio è il Dio che consola, è il Dio che sta vicino a noi”.
Oggi come sempre speriamo in una nuova Pentecoste – questo è quanto desidera il presule – , riuscendo a liberare lo Spirito che è già in noi, dalle nostre bocche non dovranno uscire più calunnie e maldicenze, ma parole dolci come il miele. Questo è il linguaggio dell’Amore, questo è il linguaggio del cristiano. “Non dobbiamo più essere cristiani da salotto, ma esploratori”. Il Cristiano è colui il quale sa portare lo Spirito ovunque, a lavoro e nel mondo”.
 
Inoltre ha dato rilevo alla figura dei preti, dei vescovi, delle famiglie e di tutte le persone consacrate, dicendo che: “un prete non è un uomo come tutti gli altri, non possiamo giudicarlo o criticarlo senza aiutarlo, un prete solo per il sacramento che ha ricevuto, si distingue dagli altri uomini. L’amore oggi si è secolarizzato, è per questo che i giovani sono pochi e che il tasso di natalità è basso, perché i figli per colpa della crisi economica non si fanno più”.
 
Infine ha concluso – Mons Staglianò – con questo augurio: “lo Spirito Santo cambi la nostra esistenza, seguendo le vie che Egli ci affida”. Il Vescovo tornerà nel Vicariato di Pozzallo per proseguire la sua Visita Pastorale il prossimo 28 Maggio 2013.
 

24-25 maggio la Diocesi partecipa alla beatificazione di don Puglisi. “Con don Pino una speranza fattiva!”

Non sarà un semplice rito la beatificazione di don Puglisi. I centomila che saranno a Palermo, tra cui anche parecchi dalla nostra diocesi, testimoniano che ci si ritrova in questa figura di uomo e di prete per gli altri. Così come ci si ritrova attorno a Papa Francesco e a tutti coloro che sono coerenti nelle piccole e grandi cose.
 
Speriamo allora tantissimo che questo muoversi per la beatificazione, all’andare sia per onorare e dire grazie, al ritorno per seguirne l’esempio. Contestando il male – la mafia ma anche l’ingiustizia e la corruzione, la cattiva politica, l’individualismo, il degrado educativo – non con le parole con i fatti. A iniziare – come lui amava dire – da ciascuno di noi. Scoprendo il bene, aiutando vocazioni al bene. E così resistendo e migliorando le città, il Paese e il mondo. Preoccupandosi, come faceva don Puglisi, per le nuove generazioni. Ed è stato molto bello in queste settimane ricevere quasi cinquecento ragazzi o giovani nella Casa don Puglisi per riscoprire la bellezza del suo esempio e la continuità con un’esperienza come quella modicana consapevolmente a lui intitolata. Infatti, quando la casa di accoglienza nacque nel 1990 non aveva un nome, lo prese nel 1997 quando venne trasferita negli attuali locali del Seminario, in via Carlo Papa 14.
 
Subito si pensò che il nome doveva essere quello di un testimone che ricordasse a tutti che la vita è dono e che una Casa di accoglienza – come pensava don Puglisi – è un segno che interpella tutti. Sarà bello avere in questi giorni anche un momento di riflessione e di preghiera con i Seminaristi e con il rettore don Luigi Vizzini e gli altri superiori della comunità di giovani che si prepara al presbiterato per ripensare tutti la vita come vocazione e come servizio.
 
A tutti si fa l’invito a un momento comune la sera prima della beatificazione, venerdì 24 maggio alle ore 21 per l’adorazione eucaristica nella Casa don Puglisi. Si è scelta l’adorazione eucaristica perché ci dice come don Pino Puglisi sia accanto all’Agnello immolato e glorioso, ma anche come la radice sia un’eucaristia che dà alla vita la forma del dono, che sa andare fino in fondo. Aiuterà la riflessione don Corrado Lorefice, che ha collaborato con don Puglisi nel Centro regionale per le vocazioni e che prese il suo posto di responsabile regionale quando don Pino venne nominato parroco a Brancaccio. Porteremo nella preghiera tutte le sofferenze e le speranze dei poveri e dei giovani. Il nostro Te Deum speriamo sia una vita rinnovata e un lievito di bene per le nostre città in questo tempo così difficile.