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Noto 17-18 Ottobre 2014. V Convegno Internazionale di Bioetica

Con la prolusione del Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, dal titolo: Alla ricerca dell’identita’ perduta: dal corpo all’immagine – dalla politica alla clinica. quali confini? si aprirà, venerdì 17 ottobre alle ore 9.00 in Cattedrale, il V Convegno Internazionale di Bioetica sul tema: L’esperienza cristiana interroga l’identità dell’humanum. La necessità della teologia per aprirsi alla trascendenza di un “tu” eterno che ha la forma di un “tu” umano.
La cerimonia di apertura del Convegno, che proseguirà nella Basilica Cattedrale e nell’Aula Magna del Seminario, vedrà, oltre la presenza dei convegnisti provenienti da ogni parte d’Italia, anche quella delle Autorità istituzionali e politiche. L’evento si colloca nell’ambito di un più ampio progetto, voluto quattro anni fa da Monsignor Antonio Staglianò, per offrire ad un pubblico qualificato l’occasione di riflettere su questioni legate alle fondamentali problematiche della vita umana.
Quest’anno il Convegno intende affrontare le questioni inerenti l’identità umana, oggi alla locuzione “identità personale” possono essere attribuiti vari significati, che ruotano tutti attorno ad un unico denominatore: l’identità umana è la formula che riassume ciò che rende una persona quella che è; il “chi sono io” è diventato sinonimo di “che cos’è l’umano”.
Tale “questione” assume oggi in particolare un peso notevole in rapporto all’ostentato dominio della scienza e della tecnica, che intendono costituirsi come paradigma unico e universale nel farsi dell’umano, proprio della post-modernità . In questo contesto i diversi saperi si sentono impegnati a pronunciarsi autorevolmente intorno alla questione seducente dell’identità umana e tra questi non manca di farlo la teologia con uno stile di confronto-dialogo con quanti intendono dire l’humanun dell’uomo, che si traduce nella molteplicità delle esperienze.
Per due intense giornate, il 17 e 18 ottobre, ben 15 relatori, di alto profilo, si confronteranno su questo tema, per un approfondimento dei principi scientifici delle relative questioni e delle possibili valutazioni bioetiche. Il tema che il convegno si propone è di grande attualità. La cronaca quotidiana si sofferma spesso su problematiche che hanno a che vedere con la vita e l’identità del singolo in molteplici aspetti del suo vivere e del suo esprimersi. Il Convegno, aperto a tutti, si rivolge in modo particolare ai medici, agli infermieri, ai giuristi, agli insegnanti, agli assistenti sociali, agli educatori, ai volontari impegnati nella difesa della vita.
I lavori del Convegno, si struttureranno in quattro sessioni nelle quali la riflessione bioetica sarà delineata dall’apporto scientifico di esperti del settore, che si alterneranno tra relazioni e dibattiti sul significato della scienza, portando avanti, come ormai tradizione, un discorso libero da facili entusiasmi e superficiali ostracismi, per unire in un unico significato le tante conoscenze disponibili e giungere ad una visione equilibrata della vita umana.
Il Convegno è aperto a tutti, ma in particolare si rivolge a medici, infermieri, personale operante nelle strutture socio-sanitarie, giuristi, studenti e collaboratori nel campo della formazione. L’evento, organizzato dalla Diocesi di Noto, è inserito nel Programma Nazionale per la Formazione degli operatori della sanità E.C.M., ed è prevista l’acquisizione di crediti E.C.M. tramite partecipazione per medici, infermieri, farmacisti, ostetrici, biologi, tecnici di laboratorio, psicologi e tutte le figure afferenti alle categorie socio-sanitarie.

Corrado Confalonieri un Santo da imitare. Il 31 Agosto la Diocesi è in Festa!

Corrado Confalonieri nacque nel 1290; morì tra il 1351 ed il 1354; il suo culto fu approvato con il titolo di Santo dal Papa Paolo III. La sua festa quest’anno in diocesi si celebra il 31 agosto con l’omaggio floreale al piazzale “Luigi Adorno” alle ore 9,15; mentre per le ore 10,30 il solenne Pontificale presieduto da S.E. Mons. Renato Corti, Vescovo emerito di Novara, concelebrato da Mons. Staglianò e da Mons. Malandrino. La sera, dopo la messa delle ore 18,00, seguirà la processione per le vie della città.
 
Corrado ancora oggi rimane uno di quei Santi che bisogna imitare, per questo motivo riteniamo utile raccontarvi brevemente la sua storia. 
 
Un giorno su ordine di Corrado, i suoi servi appiccarono il fuoco al sottobosco per stanare una preda che il loro signore desiderava uccidere. Il fuoco dei suoi servi divampò e ben presto investì l’intera zona e danneggiò diverse case. Incapaci di gestire il fuoco, Corrado ed i servi tornarono a casa e non proferirono parola su ciò che era accaduto. Un pover’uomo che si trovava in quelle zone a fare legna, fu accusato ingiustamente di aver appiccato il fuoco e fu condannato a morte. La coscienza di Corrado era profondamente turbata, ed egli preso da profondo rimorso confessò di essere il responsabile del fuoco, al fine di salvare la vita del disgraziato. I danni che dovette risarcire furono enormi, grandi infatti erano state le distruzioni apportate dall’incendio; Corrado e la sua sposa si impoverirono enormemente!
 
Ma questa profonda trasformazione aveva arricchito la sua spiritualità. Sembrò ad entrambi che il buon Dio li avesse chiamati all’abbandono di quella vita, tutta dedita ai piaceri di quel rango tanto potente. La coppia vendette gli averi restanti e ne diede il ricavo ai poveri del posto e abbracciate le regole di Francesco e Chiara decisero di diventare religiosi. Corrado quindi divenuto terziario francescano si ritirò in eremitaggio.
Da quel giorno la vita di Corrado cambiò, attratto dalla fede visse con grande austerità il resto della sua vita. Egli vagò per tanto tempo in solitudine e si trasferì in varie località, finché approdò nell isola di Malta, dove ancora esiste la grotta chiamata di San Corrado. Dall’isola di Malta ripreso il mare giunse al porto di Palazzolo e da qui a Noto Antica.
 
Nel Capovalle arrivò tra il 1331 e il 1335, per poi scegliere un posto isolato per la sua scelta vita eremitica. raccontati dai suoi contemporanei. fino a quando arrivo nel Val di Noto, dove passò trent’anni della propria vita. Gran parte della sua attività nel territorio netino fu trascorsa al servizio dei malati presso l’Ospedale di San Martino a Noto Antica ma poi vista la crescente fama di santità ed il continuo numero di visitatori decise di allontanarsi dalla città; passando gli anni restanti in eremitaggio insieme ad un altro monaco anacoreta oggi santo: Guglielmo Buccheri (nobile netino).
 
Nella completa solitudine egli visse nella Grotta dei Pizzoni vicino Noto. Quì le sue preghiere rivolte a salvare gli uomini perduti, ad implorare grazie per i disastri, a soccorrere gli ammalati furono ascoltate da Dio ed a migliaia giungevano a lui, da tutto il Vallo. Numerosi sono i miracoli che a lui si ascrivono uno dei più i importanti è quello che vide per protagonista il Vescovo di Siracusa. Durante i suoi viaggi per la Diocesi, il prelato decise di fare visita all’eremitaggio (siamo alla fine della vita terrena di Corrado), gli attendenti del Vescovo stavano preparando le provvigioni per il ritorno quando il Vescovo, sorridendo, chiese a Corrado se avesse avuto qualcosa da offrire ai suoi ospiti. Corrado replico che sarebbe andato a vedere nella sua cella; egli tornò portando due pani appena sfornati, che il prelato accettò come miracolo! Corrado ricambiò la visita del vescovo, confessandolo, ed al ritorno lungo la strada egli fu circondato da uccelli cinguettanti che lo scortarono fino a Noto. Corrado morì mentre era in preghiera, il 19 Febbraio 1351, ed alla sua morte tutte le campane delle chiese netine per miracolo suonarono a festa.
 
Fu seppellito nella chiesa normanna di San Nicolò, dove la sua tomba fu contesa tra le due popolazioni di Noto e di Avola. Quasi immediatamente fu avviato il processo canonico di beatificazione, che si concluse molto tempo dopo con il Breve di Papa Leone X (12 luglio 1515) , istituendone ufficialmente il culto, già presente da secoli. Fra le peculiarità da segnalare c’è la festa del Santo in Agosto. Nell’arte Corrado e rappresentato come un eremita francescano ai piedi di una croce, mentre la sua figura è circondata da uccelli. Talvolta il suo ritratto è riprodotto come un vecchio con la barba, piedi nudi, un bastone tra le mani ed un lungo mantello sulle spalle. Nei secoli le sue virtù taumaturgiche furono implorate ed invocate contro l’ernia.

Noto. Gioia grande in Diocesi: prossimamente cinque nuovi sacerdoti e due nuovi diaconi

 Ieri, domenica 3 agosto, solennità di Maria SS. Scala del Paradiso, Patrona principale della nostra Diocesi, il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò, al termine della Celebrazione Eucaristica in onore della Madonna, ha annunciato che il prossimo 27 settembre, i Diaconi Roberto Avola, Giorgio Cicciarella, Giuseppe Di Stefano, Alessandro Paolino e Giovanni Vizzini, saranno ordinati Presbiteri, per il servizio del popolo santo di Dio e primi collaboratori del Vescovo nell’esercizio del ministero pastorale. La solenne liturgia di Ordinazione si svolgerà presso la Basilica Cattedrale di Noto alle ore 19.
 
Alla gioia per il dono di ben cinque nuovi sacerdoti, si è aggiunta quella dell’annuncio della prossima Ordinazione di due nuovi Diaconi, in cammino verso il Presbiterato. Si tratta degli accoliti Paolo Catinello e Giovanni Di Luca, che saranno consacrati rispettivamente il 4 e il 5 di ottobre nelle loro parrocchie di origine.
 
Inoltre il prossimo 15 ottobre Mons. Vescovo istituirà lettore della parola di Dio Fra Emanuele Cosentini, della fraternità francescana del Cantico, in formazione presso il Seminario diocesano.
 
Grati a Dio per il dono di questi nuovi ministri del Vangelo, invochiamo sempre più abbondanza di vocazioni nella messe del Signore, per l’edificazione del Regno in mezzo a noi.

Noto. Il nuovo Vicario Episcopale per il clero è don Luigi Vizzini

Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò ha nominato Vicario Episcopale per il clero, il sacerdote Luigi Vizzini, già Parroco del SS. Crocifisso in Rosolini, dal 29 giugno 2012 Rettore del Seminario Vescovile. Don Luigi Vizzini sostituisce in questo servizio alla Chiesa di Noto don Corrado Lorefice, che diventa invece Vicario Episcopale per la pastorale, compito in precedenza assolto da Mons. Rosario Gisana, ora Vescovo di Piazza Armerina.
 
Nato a Rosolini il 27 Novembre 1967, don Vizzini ha compiuto il suo cammino di formazione nel Seminario Vescovile di Noto dal 1981 al 1993. Ha conseguito gli studi di Filosofia e Teologia e la Licenza in Teologia Morale presso lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania e in Diritto Canonico presso la Pontifica Università Lateranense in Roma. È stato ordinato Sacerdote a Rosolini il 24 giugno 1993 per l’imposizione delle mani di Sua Ecc.za Mons. Salvatore Nicolosi. Parroco della Parrocchia SS. Crocifisso in Rosolini dal 1999 al 2012, dal 2004 è Assistente Diocesano dei Gruppi Familiari Cristiani. È giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti dal 2007.
 
Dal 2008 è Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. Il 27 Ottobre 2009 per Decreto del Vescovo di Noto viene nominato Vice Cancelliere della Curia Vescovile di Noto, Difensore del Vincolo e Promotore di giustizia presso il Tribunale Ecclesiastico Diocesano. L’11 Febbraio 2010 viene nominato da Mons. Staglianò Assistente Ecclesiastico Diocesano per le Confraternite e Membro della Commissione Diocesana per le Confraternite. Dal 23 Febbraio 2010 è Difensore del Vincolo presso il tribunale Ecclesiastico Regionale Siculo.
 
Dal 15 Ottobre 2011 è membro del Collegio dei Consultori ed è stato pure membro della Commissione di Studio per elaborare la Regola di Vita per il Seminario Diocesano dal 5 Novembre 2011. Inoltre è responsabile del giovane clero e dei Diaconi permanenti in formazione nel ministero. Auguri vivissimi a don Vizzini per questo nuovo incarico per una sempre maggiore comunione di tutto il clero netino.
 
 
 

Noto. Diocesi in festa per la Patrona, la Madonna della Scala

Domani, domenica 3 agosto, la Chiesa netina celebrerà la solennità di Maria SS. Scala del Paradiso, Patrona principale della Diocesi. Due sono gli appuntamenti annuali dedicati alla Madonna della Scala: il tradizionale pellegrinaggio diocesano che il 31 maggio chiude il mese mariano e la festa del 3 agosto, giorno della ricorrenza liturgica.
 
I festeggiamenti estivi in onore della Vergine raggiungono il loro culmine a partire dalla vigilia della solennità: stasera alle ore 20 infatti, presso il suggestivo Santuario che si erge in mezzo ad una natura amena e rigogliosa, ci sarà la celebrazione dei solenni Primi Vespri presieduta dal Rettore del Seminario Vescovile, Don Luigi Vizzini e animata dai seminaristi. A seguire la celebrazione della S. Messa.
 
Domani, giorno della festa, alle ore 19, il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò presiederà la solenne Eucaristia sullo spiazzale sottostante il Santuario, con la partecipazione dei presbiteri di Noto, dei diaconi e del Seminario. Al termine della celebrazione, avrà inizio la processione con il simulacro della Madonna della Scala, che riproduce fedelmente la prodigiosa effigie di pietra, custodita nel sacro tempio.
 
Durante la processione verrà pregato il Santo Rosario, perché questo momento sia davvero un “segno”, quello di un popolo pellegrino che, sotto la guida di Maria, vuole approdare a quel paradiso di pace, che è la visione beatifica del volto del Signore. La Vergine Maria protegga e custodisca la Chiesa che è in Noto, Vescovo, presbiteri e fedeli e sia per tutti “scala” che ci fa più vicini a Dio.

La clinica cardiologica Pino Staglianò di Butembo Beni inizia a lavorare

 Lunedì 14 luglio, nella festa di San Camillo de Lellis patrono degli ammalati ­ e dunque con una felicissima coincidenza di data ­ si sono avviati i servizi del primo ambulatorio presso la Clinica Cardiologica
‘Pino Staglianò’ a Butembo, nella Repubblica Democratica del Congo. Dopo che, nel sabato precedente, il tecnico Corrado Rubbino aveva effettuato la configurazione e connessione delle sofisticatissime apparecchiature computerizzate, è stato possibile per il cardiologo Giorgio Cilia – medico volontario di Ragusa – effettuare tutti gli esami diagnostici non invasivi, come elettrocardiogramma, 
ecocardiogramma, prova da sforzo, holter pressorio e holter ecg. Da lunedì a venerdì, il dottor Cilia ha effettuato più di 150 visite, collaborato dai medici locali Mwalitsa Jean Paul, Maliyawatu Seraphine e Wahangire Jacques. Tra l¹altro , si sono riscontrate cardiopatie congenite gravi anche in parecchi bambini e ipertensione arteriosa molto diffusa. Quando il servizio di ambulatorio cardiologico sarà ben sperimentato dai medici locali, si avvierà anche il servizio di degenza degli ammalati, provvisto attualmente di 20 posti letto automatizzati con possibilità di monitoraggio dei parametri vitali (frequenza cardiaca, saturazione d¹ossigeno, pressione arteriosa, temperatua corporea). In futuro, sperando di averne le possibilità, occorrerà soprattutto potenziare il servizio di farmacia, tenendo conto che attualmente è molto scarsa la possibilità di reperire in loco i farmaci indicati dal cardiologo per la terapia necessaria. Occorrerà inoltre dotare la clinica di un organigramma proprio, all¹interno del contesto
dell¹Università Cattolica del Graben, in modo da programmare lo sviluppo dei servizi e il calcolo del budget di funzionamento ordinario, in vista del reperimento dei necessari finanziamenti. Come si può ben immaginare, l¹avvio dei servizi della Clinica cardiologica è stato accolto con entusiasmo dalla popolazione locale, e le varie radio di Butembo e Beni hanno fatto riecheggiare la lieta notizia per un¹intera settimana. Trova così coronamento lo sforzo dell¹Associazione intitolata a Pinò Stagliano che, costituitasi subito all’indomani della morte del caro Pino, ha lavorato indefessamente per realizzare un¹opera sanitaria d¹avanguardia in un paese come il Congo, dove per la maggior parte della popolazione le cure mediche rimangono ancora un sogno. Ed anche il gemellaggio tra le diocesi di Noto e Butembo-Beni ­ nel quadro del quale si incastona ora anche il Centro Cardiologico Pino Staglianò ­ diventa sempre più un modello di riferimento per la cooperazione missionaria tra le chiese locali, secondo l¹insegnamento del Concilio Vaticano II. Proprio in prossimità della celebrazione del 50° del documento conciliare Ad Gentes, il gemellaggio diventa segno indiscutibile di una profezia realizzata.
 

Pozzallo. Mons. Staglianò ai funerali dei 45 immigrati: “Tanti fratelli non sono morti in questa traversata, ma rischiano di morire giorno dopo giorno senza aiuto”

Giorno di lutto cittadino a Pozzallo, dove nel pomeriggio del 23 luglio sono stati celebrati i funerali di 45 immigrati morti soffocati il primo luglio scorso nella stiva di un barcone per le esalazioni del motore, e dei tre morti annegati lo scorso 7 giugno. Alle esequie hanno partecipato il sottosegretario all’Interno, Domenico Manzione, il sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, il prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, l’imam di Scicli, Ziri. Una folla di persone con gli occhi lucidi, stanche di questa continua carneficina del Mediterraneo.
 
“E” un giorno di tristezza per tutta la città, la provincia di Ragusa e per l’Italia – ha detto il sindaco – oggi salutiamo questi uomini con il dolore nel cuore, sperando che queste tragiche morti finiscano qui. Io voglio essere il sindaco della città della vita, non della morte”. I funerali dei 48 profughi hanno avuto inizio alle 15.30 con la preghiera della comunità islamica di Ispica, alla quale si sono uniti gli ospiti del Centro di prima accoglienza di Pozzallo, molti dei quali avevano viaggiato con le vittime, loro parenti e amici.
 
Non su ogni bara è stato possibile indicare un nome, perchè alcuni dei morti non sono stati identificati, ma su tutte è stata posta una rosa rossa. “Tanti fratelli non sono morti in questa traversata, ma rischiano di morire giorno dopo giorno senza aiuto”, ha affermato il vescovo Staglianò, che ha esortato: “Impegniamoci contro la morte perchè la si può fermare, la si può evitare ma, tutto ciò, solo con un grosso e immenso atto di umanità”.
 
Il sottosegretario Manzione, con la delega all’immigrazione, ha sottolineato che “oggi è un giorno di grande dolore” e che intanto si continua a lavorare per far fronte al problema dell’accoglienza: “Nei giorni scorsi -ha ricordato- abbiamo riunito i prefetti di tutti i capoluoghi di regione, che attiveranno tavoli regionali per cercare nuove strutture di accoglienza”.
 
 

Altri 45 immigrati morti nel Mediterraneo, nelle vicinanze di Pozzallo

Non c’erano parole mentre si accoglievano, lo scorso 1° luglio, i corpi di quarantacinque immigrati, morti quasi sicuramente per asfissia durante un viaggio caratterizzato – secondo le testimonianze dei superstiti – da tanta violenza. Sono morti che si sommano a quelli di Sampieri, di Lampedusa, di tanti altri luoghi del Mediterraneo. E, insieme ai morti, ci sono i vivi, i tanti che stanno sbarcando sulle nostre coste, i bambini e ragazzi “non accompagnati” perché non hanno con loro i genitori … Che fare di fronte a questi drammi? La scelta della nostra Chiesa di Noto è stata, ed è, quella di “non passare oltre”, anzitutto interrogandosi davanti al Signore per meglio maturare un amore fattivo e lungimirante. Per questo sabato 5 luglio a Pozzallo ci si è riuniti, prima insieme a tutti in una fiaccolata silenziosa, quindi come comunità dei discepoli del Signore in una veglia penitenziale: per meglio capire cosa lo Spirito ci vuole dire con quello che può ben definirsi ormai un “segno dei tempi”; quindi, per chiedere perdono delle nostre omissioni e dei nostri pensieri mondani e per invocare la pace. È stato ed è, questo momento forte e molto partecipato di sosta, la proposta di una collocazione nel dramma dell’immigrazione in modo partecipe e attento alla chiamata di Dio. La Bibbia, infatti, ci aiuta a leggere nella storia le grandi trasformazioni entro un disegno più grande che avrà la sua conclusione nel giudizio di Dio, che chiamerà a far parte del suo Regno tutti coloro che hanno accolto i poveri e gli esuli. La Bibbia ci aiuta a capire che nelle grandi trasformazioni la chiamata per tutti è all’esodo dalla terra della schiavitù alla terra della vera libertà: esodo di chi fugge dalla miseria e dalla guerra; ma anche esodo nostro dal benessere non condiviso all’accoglienza che ci fa riscoprire fratelli. Esodo che ci impegna a precise conseguenze nello stile di vita e nel sollecitare la politica perché – è il messaggio parte dalla città che ha dato i natali a Giorgio La Pira! – sia una politica capace di guardare lontano e di ripensarci alla luce dei principi costituzionali, che sanciscono diritti e doveri, reclamano uguaglianza sostanziale, impegnano alla pace. La Pira pensava il Mediterraneo come nuovo lago di Tiberiade: questa diventa la cifra che ci consegniamo gli uni gli altri per capire a quali passi siamo chiamati in questo tornante della storia. Nell’impegno che deve continuare anche in estate; un’estate in cui, alla gioia e al riposo, dovranno sapersi intrecciare la cura di quella prontezza e riflessione che aiuta a maturare una risposta evangelica al dato, ormai strutturale, degli sbarchi degli immigrati. Convertendoci … e credendo al Vangelo!

Pozzallo. Fiaccolata e Veglia penitenziale: “nel dramma degli immigrati la visita di Dio”

 Significativa la risposta che la comunità diocesana di Noto ha saputo dare, sabato scorso 5 luglio, all’iniziativa della fiaccolata silenziosa e della successiva veglia penitenziale a Pozzallo, per ricordare i 45 immigrati che hanno perso la vita nella traversata del Mediterraneo, per giungere sulle nostre coste. Oltre duemila persone hanno preso parte a questo momento di preghiera per la Chiesa locale, come espressione di prossimità e solidarietà al dramma che si è consumato nei giorni scorsi, quando al molo del porto di Pozzallo, sono giunti, senza vita, i corpi straziati di questi nostri fratelli. Dal lungomare Raganzino, che guarda al porto e al Mar Meditarraneo, quasi ad abbracciare idealmente la vicina Africa, ha preso il via la fiaccolata che si è snodata lungo il Corso di Pozzallo, in un clima di silenzio e di riflessione.
 
La Diocesi è stata presente con il Vicario Generale Mons. Angelo Giurdanella, con la Caritas, con numerosi presbiteri e diaconi, con le comunità religiose, parrocchiali, con il Seminario e le associazioni laicali. Presenti anche i Sindaci di alcuni comuni della Diocesi e della provincia di Ragusa e diversi volontari che in questo periodo si prodigano per l’accoglienza degli immigrati a Pozzallo e nei centri vicini. Anche loro, questi nostri fratelli, ospiti dei centri di accoglienza, hanno preso parte alla veglia, tutti insieme, uniti al di là del colore della pelle, per non dimenticare, per un rinnovato impegno di pace e di giustizia.
 
“Nell’incessante flusso migratorio di questi anni – ha affermato il Vicario generale Mons. Giurdanella, che ha presieduto la veglia – il nostro mare è divenuto luogo di morte per tanti nostri fratelli, che hanno visto affondare le loro speranze, infrante come onde, sugli scogli dell’egoismo e dello sfruttamento umano”. Mons. Giurdanella ha esortato i presenti ad invocare il perdono di Dio perché “abbiamo dimenticato che tutti siamo figli e fratelli e che alla fine saremo giudicati sull’amore concreto verso il nostro prossimo”. Il Vangelo proclamato durante la preghiera è stato più che mai attuale e puntuale: “Ero forestiero e mi avete ospitato”. Nella morte di questi uomini si può avvertire la visita di Dio, un segno dei tempi, un monito alla conversione, per vedere il povero e il bisognoso con gli occhi di Dio, per amare con il suo cuore.
 
“Chi approda sulle nostre coste – ha proseguito il Vicario generale – è nostro prossimo, che porta il nome di Dio, il suo volto. Il povero che incrocia la mia strada è un appello alla fraternità, all’accoglienza, alla solidarietà. Dio – ha concluso Mons. Giurdanella – vuole vederci uniti, insieme, sua famiglia in un mondo più giusto e fraterno”. Il Vicario generale ha pure portato il saluto del nostro Vescovo Mons. Staglianò (fuori sede per le precarie condizioni di salute del padre) che ha espresso la sua vicinanza spirituale e il profondo cordoglio per le vittime degli sbarchi, assicurando la sua preghiera. Infine, dopo la preghiera litanica, con l’invocazione del perdono di Dio per ripensare personalmente e comunitariamente passi di vita nuova, è stato invocato il dono della pace per l’intercessione di Maria. Pace che è dono del Signore, che gli uomini di buona volontà sono chiamati a proteggere e custodire.
 
 
 

I corpi degli immigrati accolti a Pozzallo. “Quei morti sono nostri fratelli!”

Nella banchina del molo di Pozzallo, dove nel pomeriggio e nella serata del 1° luglio sono stati accolti gli immigrati drammaticamente morti nel barcone di appena venti metri che trasportava seicento persone, c’era molta commozione. Soprattutto quando lo sguardo si posava sulle difficili operazioni di recupero dei corpi, quando qualcuno diceva che c’erano anche bambini, quando si intravedeva lo stato dei cadaveri o si raccontava delle testimonianze dei superstiti, delle violenze da loro subite … Ad accogliere i corpi degli immigrati c’erano uomini delle istituzioni (Prefettura, Procura, Questura, Comune), le Forze dell’ordine, la Protezione civile, il personale medico, la Chiesa di Noto (rappresentata da don Michele Iacono, che ha benedetto le salme, e dalla Caritas diocesana, in costante contatto con il Vescovo e il Vicario generale), l’Iman (che anche lui ha innalzato una preghiera all’Altissimo), Medici senza frontiere, Libera. C’era soprattutto grande dolore! Che la gente semplice ha interpretato con il gesto più umano: il pianto! E veniva da pensare che quei morti, i cui familiari non sappiamo dove siano, con la loro muta presenza ci hanno ricordato che – prima e oltre la famiglia “naturale” – c’è la comune famiglia umana. E quando arrivavano telefonate con la preoccupazione di meglio accogliere i “minori non accompagnati” per cui le parrocchie di Pozzallo hanno messo a disposizione dei locali, veniva da pensare che la famiglia umana è vera solo se nessuno resta “non accompagnato”. E allora, ci si diceva: i morti reclamano giustizia, i vivi solidarietà! Per questo – osservava un giovane – non si tratta di fare questo o quest’altro, ma di diventare umanità diversa da come siamo diventati, con il nostro egoismo, con la nostra distrazione e insensibilità. C’è un mondo da cambiare, e ognuno può farlo a partire da se stesso. C’è un Europa da rendere sensibile, e auspichiamo che il semestre italiano diventi attenzione al Mediterraneo e al movimento di popoli. Esso può restare un evento distante, con il fastidio di migliaia di morti e decine di migliaia di arrivi, o può essere letto come un esodo in cui tutti quanti avvertiamo la chiamata ad uscire dall’Egitto dell’egoismo per entrare nella terra promessa di un’umanità solidale. Ed è stato spontaneo pensare che come Chiesa di Noto esprimeremo sabato sera un segno a Pozzallo con una fiaccolata (alle 21) ed una veglia che sarà presieduta dal Vicario generale alle 21,30 in chiesa madre: sarà anche un momento penitenziale, per chiedere perdono di quanto non abbiamo fatto per rendere più umano il mondo; sarà un momento di ascolto del Signore per cogliere le “cose del Padre” – nascoste ai sapienti e ai dotti – ma rivelate ai piccoli, alla gente semplice da cui impariamo a vivere questi momenti con pietà e con desiderio di maggiore impegno per la giustizia, l’accoglienza, la pace.