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In Diocesi tre appuntamenti con la Bioetica sulla teoria del “Gender”

Figlia di un certo laicismo occidentale, l’ideologia Gender si presenta come l’ultimo tentativo della post-modernità di decostruire la struttura antropologica femminile e maschile, in nome di una “cultura” che attribuisce all’individuo il potere di “scegliere” l’orientamento sessuale e l’identità di genere. La questione si basa sul presupposto che l’identità sessuale è scissa dal sesso biologico e che quindi il dato naturale viene baipassato da quello culturale.
 Questa pretesa di sostituire il dato “naturale” della differenza sessuale con un’equiparazione di tutti i possibili orientamenti e identità di genere, non è più solo una questione teorica, un’idea che gravita attorno alla cultura e all’ “intellighenzia” postmoderna; adesso sta tentando di entrare nella vita quotidiana di cittadini e famiglie, di imporsi come strumento di liberazione da tutto ciò che, invece, è proprio dell’uomo, che lo rende tale.
Le notizie recenti circa le linee guida per i media, i testi proposti nelle scuole, i corsi di formazioni per gli insegnanti, la revisione della modulistica di istituzioni pubbliche, rendono ancora più urgente una riflessione attorno a questa problematica, che rischia di escludere il corpo umano come parte essenziale dell’identità personale di un individuo, di negare la realtà, di “uccidere l’anima e il senso del sacro”.
 Proprio per questo la nostra Diocesi, in collaborazione con i Consultori familiari di ispirazione cristiana di Modica e di Pachino, ha organizzato tre appuntamenti che si occuperanno di questa complessa tematica: “Teoria Gender: quali ricadute su libertà, famiglia, educazione”. Il relatore di questi incontri sarà l’avvocato Gianfranco Amato, Presidente nazionale dell’organizzazione “Giuristi per la vita”, impegnato attivamente nell’ambito della Bioetica. Il moderatore sarà il Prof. Sac. Antonio Stefano Modica, Direttore del Comitato Scientifico di Bioetica della Diocesi di Noto.
I tre suddetti incontri si svolgeranno venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 febbraio 2015, fra Noto, Avola, Pachino e Modica (Vedi programma a lato). L’invito è rivolto a tutti, agli “addetti ai lavori” come al clero, alle famiglie, agli studenti e agli operatori della Pastorale.
 
 
 

Noto. Celebrata il 24 gennaio con gli operatori delle Comunicazioni Sociali la giornata del Patrono dei Giornalisti

Il 24 gennaio scorso l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto, in collaborazione con il quindicinale “La Vita Diocesana”, con la presenza del Vescovo S.E. Rev.ma Antonio Staglianò, delegato regionale della Cesi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, ha tenuto presso la Sala Stampa dell’UCS diocesano un incontro con gli operatori delle Comunicazioni Sociali in occasione della festa del Patrono dei Giornalisti, San Francesco di Sales.
 
L’intervento del dott. Vincenzo Grienti, giornalista di TV200, ha sviluppato il tema: Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore. Con particolare attenzione alla Chiesa che oggi deve nuovamente imparare a raccontare quanto la famiglia sia un dono grande, buono e bello. A Moderare l’incontro è stato il direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali don Rosario Sultana.
 
Il Messaggio di Papa Francesco per la 49ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali si inserisce – ha affermato Grienti – in un contesto storico ed ecclesiale molto importante, quello a cavallo tra la III Assemblea Straordinaria (18 ottobre 2014) e la XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che avrà luogo dal 4 al 25 0ttobre 2015, sul tema: “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Nel Messaggio il Papa ha voluto sottolineare che la famiglia è da intendersi come “primo luogo dove impariamo a comunicare” fin dal grembo materno. La famiglia, dunque, è la prima “scuola” di comunicazione. L’incontro madre-bambino è “la nostra prima esperienza di comunicazione” che accomuna tutti. E’ in famiglia che si impara a parlare, ad usare le parole, ed è in famiglia che si trasmette la preghiera, la “dimensione religiosa della comunicazione”.
 
In famiglia, – ha detto Grienti, riportando quando scrive il Papa sul suo messaggio -, si capisce “che cosa è veramente la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità”. Ma c’è di più: la famiglia è anche un luogo in cui si può sperimentare il perdono perché è laddove volendosi bene che si sperimentano limiti “propri e altrui”. Papa Francesco, inoltre, avverte: “Non esiste la famiglia perfetta”, ma non bisogna avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti”. Anzi, “bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva”.
 
Quello di Papa Francesco è un messaggio diretto non solo agli operatori delle comunicazioni sociali, ma a tutti. “La famiglia può essere una scuola di comunicazione come benedizione” sottolinea il pontefice.
Poi soffermandosi sui media Papa Francesco rileva come sono “ormai irrinunciabili” ma che possono ostacolare la comunicazione, in famiglia e tra famiglie, se significano “sottrarsi all’ascolto, isolarsi dalla compresenza fisica”, ma possono anche favorirla se “aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro”. E’ così che si potrà orientare il proprio rapporto con le tecnologie anziché farsi “guidare da esse”.
 
L’incontro si è concluso con la sintesi del Vescovo Staglianò dopo aver ascoltato alcuni interventi assieme alle risposte attente date dal relatore.
 

Modica. Elevato a Basilica Pontificia Minore il Santuario della Madonna delle Grazie

 Il 24 gennaio alle ore 11,00, a Noto, presso la Sala Stampa dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi, alla presenza dei giornalisti, S. E. Mons Antonio Staglianò durante l’incontro con gli operatori delle comunicazioni sociali tenuto in occasione della giornata di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha annunciato ufficialmente alla diocesi il conferimento del titolo di Basilica Pontificia Minore al Santuario della Madonna delle Grazie di Modica.
 
La Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, nel decreto di erezione esplicita il significato particolare che hanno alcune importanti chiese per antichità, valore artistico, spiritualità intensa, per essere luogo di pellegrinaggio cristiano, per la loro speciale importanza per la vita liturgica e pastorale. La Basilica minore esprime il particolare vincolo di comunione che la unisce alla cattedra di Pietro. Le Basiliche Pontificie Minori nel mondo sono circa 1600.
 
Mons. Staglianò ha sottolineato che questo riconoscimento ha per la chiesa di Noto un grande significato spirituale e sociale, nella difficile congiuntura economica, infatti, il Santuario Basilica della Madonna delle Grazie diventerà non solo luogo esemplare dell’azione liturgica ma anche luogo operoso di carità verso i più poveri con la nascita di una mensa per i fratelli più bisognosi.
 

6° anniversario di elezione del Vescovo Staglianò

6 anni fa, il 22 gennaio 2009, Benedetto XVI nominava don Antonio Staglianò, presbitero della Chiesa calabrese, Vescovo di Noto. Due mesi dopo, il 19 marzo, Mons. Staglianò è stato consacrato a Crotone e ha fatto il suo ingresso in Diocesi il 2 aprile 2009.
 
Il Vicario generale, Mons. Angelo Giurdanella, stamattina, a conclusione della preghiera delle lodi in Cattedrale, con la presenza del Presbiterio di Noto, ha rivolto, a nome di tutta la comunità diocesana, un sentito augurio all’indirizzo del Vescovo, unito alla preghiera per il suo ministero pastorale.
 
Mons. Staglianò, ricordando con gioia il giorno della sua elezione, ha chiesto preghiere per lui e per la Chiesa di Noto, raccomandando ai presbiteri presenti l’impegno a crescere nella comunione, che ha il suo fondamento nell’amicizia con Cristo. “Non perdiamoci nelle ‘chiacchiere’ di una teologia che non incarna il vissuto cristiano – ha proseguito il Vescovo – diamo corpo alla nostra fede, amiamoci di cuore, perché la nostra sia una comunione ‘effettiva’, perché ‘affettiva’, fatta cioè di affetto sincero, che attinge al cuore ‘affettuoso’ di Cristo”.
 
Seguendo gli orientamenti del prossimo Convegno ecclesiale di Firenze, Mons. Staglianò ha inoltre definito cosa vuol dire nuovo umanesimo, a partire dalla novità di Cristo, dalla sua resurrezione che ri-crea gli uomini e restituisce loro la bontà e la bellezza delle creature fatte ad immagine di Dio.
 
Mentre ringraziamo il Signore per il dono del Vescovo Antonio, preghiamo per lui, affinché possa mostrarci sempre i tratti premurosi e affettuosi del Bel Pastore.
 
 
 

Noto. Il 2 febbraio in Cattedrale si celebra la XIX Giornata Mondiale della Vita Consacrata

Lunedì 2 Febbraio esprimeremo la nostra vicinanza e gratitudine ai Religiosi, alle Religiose, ai Membri degli Istituti Secolari e di Vita Apostolica della nostra Diocesi con la preghiera e, possibilmente, con la personale presenza alla Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro Pastore e Padre, che si terrà a Noto nella Basilica Cattedrale alle ore 17.30.
 
Nella preghiera comunitaria eleveremo al Signore il ringraziamento per il dono e per il prezioso servizio di testimonianza e di azione educativa, che le comunità religiose svolgono per il bene della nostra Chiesa locale; pregheremo perché il Signore mandi numerose e sante vocazioni alla vita religiosa e infine esprimeremo la gioia per quanti quest’anno celebrano il 25°, il 50°, il 60 ° di Professione Religiosa.
 
L’anno della Vita Consacrata, tempo di Dio ricco di grazie e di trasformazione, indetto dal Santo Padre Francesco, e la festa della Presentazione di Gesù al tempio sono una propizia occasione per ringraziare Dio Padre amore-vole, datore di ogni dono, che, attraverso i consacrati e le consacrate, ci dà un ennesimo segno della Sua provvidente presenza e ci permette di riflettere sul valore della vita consacrata nella Chiesa.
 
 
I consacrati, rispondendo alla chiamata all’Amore secondo la misura di Cristo nel dono totale di sé, hanno fatto proprio un carisma il carisma della spiritualità e della comunione che “ci preserva dalla malattia dell’autoreferenzialità” (Papa Francesco, Lettera Apostolica ai Consacrati, 3).
Con la loro vita di totale dedizione a Dio e ai fratelli, vissuta nella scelta della verginità consacrata e della umile fraternità, sono un fulgido segno che annunzia e anticipa la pienezza di vita del Regno dei cieli dove tutti, contemplando il volto di Dio, vivremo nella comunione eterna. L’uomo diventa ciò che contempla! La comunione è la maggiore aspirazione del suo cuore.
 
Alle persone consacrate si chiede di essere testimoni e artefici di comunione. I consacrati nella Chiesa sono “contagiatori” di una vita evangelica vissuta nella radicalità e animatori della spiritualità di comunione, “capaci di svegliare il mondo perché la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia” (Lettera ai… 2).
 
Ogni battezzato è chiamato a vivere la vita come dono sull’esempio di Cristo Gesù, testimone dell’amore fedele e fecondo di Dio Padre per ogni uomo. C’è un’unica chiamata per tutti i cristiani: la chiamata all’Amore che è assieme sponsale e verginale: gli sposi nella donazione reciproca si amano con cuore indiviso e i consacrati nella scelta della vita verginale esprimono la fecondità della vita sponsale della loro vocazione e annunziano che nel compimento del Regno tutti, sposati e non, ameremo Dio con un cuore reso vergine dalla Sua immensa Misericordia.
 
L’invito a partecipare alla concelebrazione è esteso a tutti i Presbiteri e i Diaconi che ne avranno possibilità e ai laici Membri di Terz’ordini o Gruppi di preghiera e a quanti sono legati alle Famiglie Religiose.

Mons. Staglianò all’incontro regionale dei delegati per il Convegno di Firenze: “Camminare insieme verso un nuovo umanesimo”

Si è svolto a Cefalù, dal 16 al 18 gennaio scorsi, l’incontro dei delegati diocesani in preparazione al prossimo V Convegno ecclesiale, in programma a Firenze.
Il Card. Romeo, presidente della Conferenza Episcopale Siciliana – impegnato in concomitanza ai lavori del Convegno, con la sessione invernale della CESi proprio a Cefalù – ha rivolto il suo saluto a quanti rappresenteranno la Chiesa siciliana all’appuntamento nazionale. Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza – Bobbio, ha tenuto una riflessione biblica su San Paolo, il cui incontro con Cristo ha cambiato la sua vita, come può trasformare la vita di ogni uomo, ri-creandola, alla maniera di una nuova creazione, che riscopre la figliolanza divina e la bellezza della nostra umanità in Cristo.
 
A tracciare le implicazioni pastorali della Traccia preparatoria a Firenze 2015 è stato il nostro Vescovo, mons. Antonio Staglianò, che è delegato regionale al Comitato preparatorio del Convegno ecclesiale nazionale, presente a Cefalù con i delegati della Chiesa netina.
 
Il Vescovo ha sottolineato l’urgenza di una “Chiesa in uscita”, che in concreto significa portare la fede agli uomini e alla società nella quale essi abitano. Così l’uscire diventa annuncio.“Solo se è proprio necessario, si deve evangelizzare anche con le parole – ha detto Mons. Staglianò -, ma deve essere l’extrema ratio. Invece, sono i gesti e i vissuti del Vangelo che danno la carne alla Parola di Dio, che la rendono viva. Occorre annunciare la Verità – ha continuato – non come un concetto, ma come una persona. Del resto ‘Io sono la Verità – ha detto Gesù – sono la Via e la Vita’. La verità è dunque un cammino”.
 
La testimonianza del Vangelo, non può escludere la dimensione della relazione, dell’incontro: “incontrare l’uomo e la sua umanità, la sue sofferenze, il suo cammino, e fermarti con lui. Significa abitare la loro sofferenza e il loro cammino con un coinvolgimento e un amore che non è solo ‘amarsi gli uni gli altri’, ma ‘Amare come Lui ci ha amati’”.
 
Questo vuol dire pure abitare, che è “immedesimazione, condivisione di una passione”. Da qui l’educare. “Non basta la carità pratica, ma occorre anche una carità intellettuale. Ritorniamo a pensare – ha esortato il Vescovo – secondo un progetto culturale orientato in senso cristiano, per dare al cristianesimo una forma nuova, più reale, più incarnata. Il progetto culturale non è fatto di accademia, ma va in direzione del ritorno al pensiero, perché il vero nemico del cristianesimo è l’irreligione: la concezione entusiastica del pensiero cristiano, non capace di rendere ragione della novità, della verità”.
 
Si tratta di un cammino di conversione che porta alla trasfigurazione. “Il Padre nostro – ha concluso Mons. Staglianò – è la preghiera che ci fa figli e fratelli, ma che anche ci divide: quanti vivono il messaggio lasciato da Cristo e quanti, per essere religiosi, devono pregare e pregano, ma senza far seguire l’azione. Si tratta di religiosi non credenti, di uomini che non si sono lasciati umanizzare dall’umanità vissuta di Cristo Gesù”.
 
Di ritorno in Diocesi, il Vescovo Staglianò, parlando al Presbiterio di Noto, riunito in Cattedrale per la preghiera delle lodi, ha raccomandato che la delegazione diocesana per il Convegno possa rendersi quanto più operativa, coinvolgendo la Diocesi – a partire dalle comunità parrocchiali – nella preparazione del Convegno ecclesiale, animando la partecipazione attiva e sinergica della intera comunità locale.
 
 
 
 

In Diocesi alcuni momenti forti per un rilancio sostanziale della pastorale familiare

Siamo tutti chiamati ad aiutare – afferma il Vicario Generale in una recente circolare – le Comunità a noi affidate a maturare secondo la scelta della nostra Comunità diocesana, Chiesa in uscita: con Gesù lungo le strade, con particolare attenzione alla famiglia, ai giovani e all’immigrazione, avvertiamo l’urgenza di continuare la riflessione sulla famiglia.
Stimolati dall’incontro di aggiornamento del Clero del mese di Novembre, sulla Pastorale familiare alla luce del Sinodo Straordinario, desideriamo continuare a riflettere sul dono prezioso che è la famiglia e sulle ferite che oggi la mortificano.
Come Chiesa non possiamo tacere la bellezza dell’amore coniugale che ci vede impegnati per un rilancio della Pastorale della e per la famiglia, l’occasione ci è propizia per far tesoro del Questionario diffuso dalla Segreteria Generale del Sinodo per una lettura della realtà.
Siamo, pertanto, invitati a prendere visione del suddetto Questionario qui allegato e a darne la dovuta diffusione per una raccolta di dati che, fatti pervenire in Curia, possano essere sintetizzati nel Documento che la Diocesi consegnerà all’Ufficio addetto della Conferenza Episcopale Italiana. Si auspica una responsabile e diffusa parte-cipazione ecclesiale.
Per vivere con fecondità la attuale stagione sinodale, in cui tutta la Chiesa è coinvolta, come più volte il nostro Vescovo ci ha spronati, – ci ricorda Mons. Giurdanella – ci ritroveremo sotto la guida illuminata di Mons. Renzo Bonetti, per anni Direttore dell’Ufficio CEI per la Famiglia e attualmente Presidente della Fondazione Famiglia dono grande, per continuare la rifles-sione e il confronto comunitario.
Pertanto, venerdì 30 gennaio alle ore 9:45 ci incontreremo con il clero, considerata la presenza di Mons. Bonetti in Diocesi, presso la Casa del Clero di Noto sul tema: Quale Presbiterio al servizio della Famiglia per la nuova Evangelizzazione. Come da manifesto, nei pomeriggi 30-31 Gennaio e nella mattinata del 1 Febbraio il Relatore incontrerà gli Operatori impegnati nella Pastorale familiare.
 
 

Noto. Il 24 gennaio incontro diocesano per gli operatori delle Comunicazioni Sociali sul tema: “Comunicare la famiglia”

L’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto, in collaborazione con il quindicinale “La Vita Diocesana”, con la presenza del Vescovo S.E. Rev.ma Antonio Staglianò, delegato regionale della Cesi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali, organizzano la festa del Patrono dei Giornalisti il 24 gennaio ore 9,30, presso la Sala Stampa (1) dell’UCS diocesano dove si terrà l’annuale incontro con tutti i giornalisti e gli operatori delle Comunicazioni Sociali.

 
Il programma prevede alle ore 9,30 l’accoglienza con inizio dei lavori alle ore 10,00 con l’intervento del dott. Vincenzo Grienti*, sul tema: Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore. Con particolare attenzione alla Chiesa che oggi deve nuovamente imparare a raccontare quanto la famiglia sia un dono grande, buono e bello. Concluderemo verso le ore 11,30. A Moderare l’incontro sarà il direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali don Rosario Sultana.
 
*Vincenzo Grienti: Vincenzo Grienti, giornalista professionista, lavora a Roma come Responsabile Web presso Tv2000. Esperto di cultura digitale e social network, collabora con il quotidiano Avvenire ed è stato consulente per RaiUno. Dal 2001 al 2011 ha lavorato presso l’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei. Ha scritto numerosi saggi. Tra questi “Chiesa e Internet” e “Chiesa e Web 2.0”. Di recente ha pubblicato “Web 3.0. Il futuro dei mass media è ibrido”.
 
(1) La Sala Stampa dell’UCS diocesano si trova c/o Curia Vescovile, Via Mons. Blandini, 1 – 96017 NOTO (SR)

 

 
Per informazioni prendere contatto:
tel. 0931.573868 – cell. 345.9340900 fax. 0931.574841
e-mail: comunicazionisociali@diocesinoto.it
 
 

Mons. Staglianò a Radio Vaticana: Epifania è prova che Dio crede nell’uomo

Tanti gli eventi in Italia nel giorno in cui la Chiesa celebra l’Epifania: presepi viventi, cortei con i Re Magi e processioni religiose hanno caratterizzato questa festività. Al microfono di Federico Piana, il vescovo di Noto, Antonio Staglianò, riflette sul significato spirituale della Solennità nella quale, osserva, la nostra umanità “brilla” nella manifestazione della “carne” del Figlio di Dio.
 
Leggi l’intervista sul sito di Radio Vaticana cliccando su questo link
 
 

Noto. Un anno fa moriva Mons. Salvatore Nicolosi, vescovo dal 1963, prima di Lipari, poi di Noto dal 1970 al 1998

Non è facile né ovvia la paternità. Quando c’è, però, avverti un dono unico. A un anno di distanza dalla morte di Mons. Nicolosi è questo il primo motivo di gratitudine: è stato un padre per la Chiesa di Noto. Ci ha tenuto ad iniziare il suo episcopato e a sempre improntarlo e ricordarlo nella cifra dell’affetto, dell’affetto in Cristo. E amava ripetere, correggendo Cartesio: «Non: cogito ergo sum, ma cogitor ergo sum (non: penso dunque sono, ma sono pensato dunque ci sono)». E tuttavia lo diceva senza centrare su di sé questa verità. Sarebbe stato un semplice bisogno che fa ritornare da anziani bambini egoisti. Lo diceva cercando di pensare come poter aiutare gli altri, quelli più sfortunati. Con la concretezza e nobiltà di un segno: lasciare quello che aveva ricevuto come sua parte di eredità familiare per una fondazione, ovvero per un’opera di carità che non si disperdesse in qualche iniziativa e distribuzione di aiuti estemporanea, ma progettasse una prossimità attenta e intelligente. È nata così la Fondazione Madre Teresa di Calcutta Onlus e, ad un anno di distanza, abbiamo intanto la casa di Mons. Nicolosi diventata centro di incontro e di crescita per giovani diversamente abilità: Casa Tobia, con attività diurne nei primi giorni della settimana e un’esperienza residenziale negli ultimi giorni. E poi un servizio a favore dei malati gravi o terminali attraverso i Centri di ascolto della Caritas. C’è di più però nell’eredità di Mons. Nicolosi, ci sono le sue grandi consegne spirituali. Anzitutto la centralità di Gesù! Quando si entrava in confidenza con lui, si avvertiva che il suo problema principale era come aiutarci (e ci si metteva in mezzo pure lui) a coltivare un rapporto vivo con Gesù, «perché Gesù non restasse un fantasma». E che non ci fosse separazione in lui tra desideri profondi e azione di governo (per la quale si è speso con intelligenza, equilibrio e delicatezza) lo mostra la grande intuizione di dare all’evento massimo del suo episcopato, al Sinodo diocesano, il tema “Riscoprire Gesù lungo le nostre strade”. Tema che diventa per noi attualissimo nella preparazione al Convegno ecclesiale di Firenze. L’altra problema che avvertiva importante era la corresponsabilità di tutti i battezzati. Che ha promosso in tutti i modi, ma soprattutto con la sua capacità di accogliere e far crescere con una paternità premurosa e aperta. Fino alla terza grande consegna: man mano che avanzava negli anni e nella sapienza insisteva sulla misericordia di Dio, sul cuore grande di Dio che non può escludere nessuno, che non ci permette alcun giudizio. Ci abbiamo pensato spesso durante il Sinodo sulla famiglia: dobbiamo a Mons. Nicolosi la possibilità di aver maturare nel nostro Sinodo di Noto la decisione di accostarci alle difficoltà della famiglia «convertendoci alla tenerezza di Dio», guardando tutti con simpatia. Mons. Nicolosi resta così in mezzo a noi come un padre la cui larghezza di mente e di cuore ci ha fatto crescere adulti, ci ha aiutato a capire quanto conta l’essenziale, a sentirci interpellati per testimonianze di Vangelo offerte con stili coerenti alla grandezza del cuore di Dio. «Con l’irradiazione e non con la mobilitazione» – chiariva con forte convinzione. “Irradiazione” che è la sostanza della missione, la verità di una Chiesa che sarà “in uscita” quanto più sapremo uscire da noi stessi e metterci in ascolto dei fratelli, fino a condividerne le sorti, per questo assumendo stili di povertà, umiltà, cordialità, mitezza, coraggio, liberta dai beni e poteri di questo mondo.
 
 
Sabato 10 gennaio 2015 nella cattedrale di Noto alle 18

 
il vescovo Mons. Antonio Staglianò presiederà la concelebrazione
nel primo anniversario della dipartita di Mons. Salvatore Nicolosi