Lo scorso 27 febbraio, il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò, ha tenuto una conferenza ad Enna, dal titolo: “Il matrimonio nel magistero cattolico”. Nell’imminenza del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, la relazione sviluppata dal Vescovo ha offerto piste di riflessione circa l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla vita coniugale, dal magistero di Giovanni Paolo II, fino a quello di Papa Francesco.
Mons. Staglianò ha subito precisato che il magistero di cui si intende parlare, è quello cattolico. Oggi, nella società del pensiero debole che produce relativismo, è venuta meno persino l’oggettività della verità, per cui ciò che vale è l’opinione personale e l’interpretazione soggettiva. “Occorre ribadire – ha puntualizzato il Vescovo – che ai nostri giorni, non basta l’amore, ma bisogna conoscere la verità dell’amore”. A quale verità ha inteso riferirsi Mons. Staglianò, lo si è colto da quanto ancora ha affermato: “è la verità di Dio sull’uomo, sul mondo, sulla famiglia, della quale il magistero cattolico, è interprete sicuro e autorevole”.
L’amore coniugale, quello tra un uomo e una donna, afferma la bontà del progetto divino, che è fare dei due “una sola carne”. “L’insegnamento della Chiesa -ha proseguito Mons. Staglianò – afferma che il matrimonio costituisce i coniugi dentro una comunità di vita e di amore. Non è solo un fatto giuridico, ma si tratta di una comunione tra due persone, il cui legame si apre al dono della vita e nella cui donazione reciproca si riflette l’amore trinitario di Dio”.
Il Vescovo, citando un’espressione di Benedetto XVI, nella “Deus caritas est” – la quale dice che “il matrimonio monogamico corrisponde al monoteismo trinitario” – ha chiarito ancora più a fondo il mistero e la verità dell’amore coniugale: “Nell’amore trinitario, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono l’uno nell’altro. Così nel matrimonio. L’amore non è stare l’uno accanto all’altro, ma essere l’uno nell’altro, maschio e femmina in una sola carne: ecco l’immagine di Dio in noi, ecco la nostra somiglianza divina”.
La verità dell’amore coniugale nel sacramento del matrimonio risiede nell’amore agapico di Cristo, che ha amato la Chiesa, fino a dare la vita per lei. Allora – ha sottolineato Mons. Staglianò – “bisogna recuperare questa dimensione “eucaristica” dell’amore in tutte le sue forme, anche in quella matrimoniale. Un amore che si fa dono, che accoglie l’altro, un amore che sa essere fedele, paziente, che rimane fermo anche nella prova”. “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”. Il Vescovo ha citato il comandamento supremo di Cristo, che impegna tutti i cristiani, sposi compresi, nell’esercizio di un amore che ha la sua cifra più alta nella carità divina.
Infine Mons. Staglianò ha evidenziato l’urgenza di ripensare la formazione delle coppie in vista del matrimonio cristiano. “Se vogliamo matrimoni autentici – ha concluso il Vescovo – ci vuole accompagnamento delle giovani coppie, corsi prematrimoniali che durino per un congruo periodo di tempo, anche per anni. Bisogna prepararli alla missione, bisogna che prendano coscienza della loro vocazione, per arricchire in umanità questa nostra società imbarbarita”.
Il Vescovo infine ha denunciato una diffusa “noia di vivere”, prodotta oggi dalla “società dell’ipermercato” dove tutto si mercifica e si consuma, perfino l’amore, divenuto ormai “liquido”, inconsistente, provvisorio, come il tempo di un’estate. “L’amore – ha concluso Mons. Staglianò – è un legame che libera, non è una catena o un cappio. L’amore vero, quello di Cristo, libera, sprigiona la potenza del nostro amore”.