C’è una bella coincidenza: siamo anche nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, durante il quale – scrive Mons. Nicolosi – papa Giovanni XXIII mi ha nominato vescovo. Ho sempre pensato il Concilio come una grazia unica, che ha segnato il mio episcopato e che ha permesso a noi e a tutti gli uomini una comprensione più autentica della vita e della missione della Chiesa. Abbiamo meglio capito che il Signore va incontrato e riconosciuto nelle Scritture, nell’Eucaristia, nei poveri e nella comunione fraterna. Ci siamo pensati come popolo di Dio chiamato ad «annunciare le meraviglie del suo amore» e ci siamo aperti al dialogo con tutti gli uomini, guardando il mondo con amicizia e simpatia. Per questo ho voluto il secondo Sinodo diocesano: per esplicitare che siamo Chiesa insieme, a partire dal nostro battesimo che ci rende tutti corresponsabili della vita della Chiesa. Come ho sottolineato nella “Lettera a conclusione del Sinodo”: «La Chiesa non è opera di singoli, fossero pure grandi santi. La Chiesa è comunione, e quindi cammino comune, “sinodo”, nella sua stessa essenza. Ogni gesto ecclesiale deve quindi nascere nel rispetto e nell’ascolto fraterno, nel confronto sincero e leale, nell’attenzione e nel servizio ai più piccoli, nella magnanimità verso i limiti e le necessità dei più deboli».
L’altra bella coincidenza è che questa celebrazione segue la domenica del Buon Pastore e quindi ci permette di sottolineare lo stile di ogni servizio nella Chiesa e dell’intera sua missione, che devono essere sempre improntati a cura pastorale delle relazioni, con umiltà, semplicità, gioia, mitezza, affabilità, misericordia. Si tratta di uno stile che in questi giorni risplende nelle parole e nei gesti del nuovo papa Francesco. Penso anche a don Pino Puglisi. La sua imminente beatificazione dà riconoscimento ad una fede che si incarna, si fa vicina alla gente con dedizione e coraggio, sceglie le vie evangeliche della povertà e della nonviolenza. Ho la consapevolezza, avendo percorso un lungo tratto di storia, che questa è l’unica via per la Chiesa: la via del Vangelo accolto con fiducia e irradiato con la vita! Tutto il resto è orpello superfluo e spesso dannoso, orpello da cui dobbiamo spogliarci per essere veramente Chiesa povera e dei poveri!
Non aggiungo altro. Mi basta aver aperto il mio cuore sulle poche cose che contano veramente! Ora io guardo al mistero della vita eterna! Vi ringrazio ancora dell’affetto, che ricambio con le parole di San Paolo Apostolo che ho voluto scrivere nell’immaginetta-ricordo: «Caritas mea cum omnibus vobis in Christo Jesu! (Il mio amore per tutti voi in Cristo Gesù!)». Vi ringrazio anche per il sostegno che date alla Fondazione Madre Teresa di Calcutta, che ho voluto costituire per i malati terminali, per gli anziani soli, per i disabili. Ringrazio ancora la Conferenza episcopale siciliana tutta qui convenuta: mi fa pensare a tanti anni di servizio e di cammino come vicepresidente e come presidente, soprattutto negli anni di grande fermento segnati dal motto “Una presenza per servire”.
Vi chiedo perdono di ogni mancanza di amore e attendo che la mia esistenza si compia nell’abbraccio del Padre, ricco di misericordia e di perdono. Sempre tutti vi porto nel mio cuore, sempre vi ricordo nella preghiera. Grazie!