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L’embrione umano merita il rispetto. MONS. CROCIATA: “UnoDiNoi è una grande battaglia di civiltà”

L’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità. Ciò è affermato nella sentenza CEG nel caso Brustle, che definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano. Per garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’UE deve introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica. Ecco perchè nasce l’iniziativa UnodiNoi a favore della vita nascente.
 
Mons Crociata, segretario generale della CEI e Vescovo emerito della Diocesi di Noto, durante la conferenza stampa del 22 maggio a margine dei lavori della 65ma Assemblea Generale della CEI ha detto:
 
«Riteniamo che UnoDiNoi sia un’occasione importante. Lo abbiamo detto, lo abbiamo ribadito e ci siamo impegnati in prima persona. Non è un impegno confessionale, anche se la coscienza della Chiesa su questo tema ci porta a coinvolgerci in maniera più appassionata. Ma sono convinto e abbiamo dei segnali che l’interesse non è solo all’interno della Chiesa». Le parole del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, di sostegno e apprezzamento per la campagna europea a difesa dell’embrione e ribadisce: «Vorrei davvero che raggiungesse il maggior numero possibile di persone perché è un battaglia di civiltà che riguarda la dignità della persona nella sua origine. E dunque è una tutela, una promozione, una difesa della dignità di tutti e quindi anche dell’intera società. Per questo sono fiducioso sul risultato positivo di questa iniziativa». Chi desidera sotenere l’iniziativa a favore della tutela e del rispetto dell’embrione può aderire firmando direttamente online dal sito Italiano ufficiale http://www.mpv.org/uno_di_noi o da quello Europeo www.oneofus.eu

Modica. Concluso il ciclo di approfondimenti teologici. Ultimo incontro: “Fede, comunicazione e mass media”

Con l’incontro svoltosi il 16 maggio scorso presso la Chiesa di San Paolo, a Modica, si è concluso il ciclo di approfondimenti teologici organizzato dalla Associazione Teologica netina e dall’Ufficio Cultura della Diocesi di Noto in collaborazione con il Caffè Letterario “S. Quasimodo” di Modica, presieduto dal Prof. Domenico Pisana. Questo il tema trattato: “Fede, comunicazione e mass media”.
 
Il moderatore è stato il Sac. Prof. Ignazio Petriglieri, vicario per la cultura della Diocesi di Noto e docente di Teologia Fondamentale. Due i relatori: il Dott. Giuseppe Malandrino, Direttore Responsabile de La Vita diocesana e il Prof. Pinuccio Tidona, docente di Storia e Filosofia. Nel prossimo numero de “La vita diocesana” sarà pubblicato un articolo relativo all’avvenimento.

Pozzallo. Staglianò presiede la veglia di Pentecoste: “Non dobbiamo più essere cristiani da salotto, ma esploratori”

 Il Vescovo di Noto, il 18 maggio ha presieduto la Veglia Vicariale di Pentecoste in Chiesa Madre Madonna del Rosario insieme ai sacerdoti di Pozzallo dove si trova in Visita Pastorale dallo scorso 13 maggio (www.visitapastoralenoto.it).
 
Durante l’omelia S. E. il Vescovo ha detto che: “il cristiano è colui che si immedesima in Cristo, perché “il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Cristo è il Figlio generato dal Padre che manda il suo Spirito per noi; Egli ha benedetto tanti cammini degli uomini, soprattutto quelli più sofferenti. Tutti quelli che riceveranno lo Spirito Santo, – ha proseguito Mons. Staglianò – potranno essere come il Figlio nato dal Padre, cioè come lo è stato Gesù sulla terra. Tutti siamo figli di Dio, già da quando nasciamo, ma con lo Spirito Santo dobbiamo essere come Gesù.
 
“La potenza dell’umano sta nell’umiltà che si deve generare nella propria vita, altro che Torre di Babele; – ha affermato il Vescovo – occorre raggiungere la vuotezza totale di sé, che non equivale al nulla perché il nostro Dio è il Dio che consola, è il Dio che sta vicino a noi”.
Oggi come sempre speriamo in una nuova Pentecoste – questo è quanto desidera il presule – , riuscendo a liberare lo Spirito che è già in noi, dalle nostre bocche non dovranno uscire più calunnie e maldicenze, ma parole dolci come il miele. Questo è il linguaggio dell’Amore, questo è il linguaggio del cristiano. “Non dobbiamo più essere cristiani da salotto, ma esploratori”. Il Cristiano è colui il quale sa portare lo Spirito ovunque, a lavoro e nel mondo”.
 
Inoltre ha dato rilevo alla figura dei preti, dei vescovi, delle famiglie e di tutte le persone consacrate, dicendo che: “un prete non è un uomo come tutti gli altri, non possiamo giudicarlo o criticarlo senza aiutarlo, un prete solo per il sacramento che ha ricevuto, si distingue dagli altri uomini. L’amore oggi si è secolarizzato, è per questo che i giovani sono pochi e che il tasso di natalità è basso, perché i figli per colpa della crisi economica non si fanno più”.
 
Infine ha concluso – Mons Staglianò – con questo augurio: “lo Spirito Santo cambi la nostra esistenza, seguendo le vie che Egli ci affida”. Il Vescovo tornerà nel Vicariato di Pozzallo per proseguire la sua Visita Pastorale il prossimo 28 Maggio 2013.
 

24-25 maggio la Diocesi partecipa alla beatificazione di don Puglisi. “Con don Pino una speranza fattiva!”

Non sarà un semplice rito la beatificazione di don Puglisi. I centomila che saranno a Palermo, tra cui anche parecchi dalla nostra diocesi, testimoniano che ci si ritrova in questa figura di uomo e di prete per gli altri. Così come ci si ritrova attorno a Papa Francesco e a tutti coloro che sono coerenti nelle piccole e grandi cose.
 
Speriamo allora tantissimo che questo muoversi per la beatificazione, all’andare sia per onorare e dire grazie, al ritorno per seguirne l’esempio. Contestando il male – la mafia ma anche l’ingiustizia e la corruzione, la cattiva politica, l’individualismo, il degrado educativo – non con le parole con i fatti. A iniziare – come lui amava dire – da ciascuno di noi. Scoprendo il bene, aiutando vocazioni al bene. E così resistendo e migliorando le città, il Paese e il mondo. Preoccupandosi, come faceva don Puglisi, per le nuove generazioni. Ed è stato molto bello in queste settimane ricevere quasi cinquecento ragazzi o giovani nella Casa don Puglisi per riscoprire la bellezza del suo esempio e la continuità con un’esperienza come quella modicana consapevolmente a lui intitolata. Infatti, quando la casa di accoglienza nacque nel 1990 non aveva un nome, lo prese nel 1997 quando venne trasferita negli attuali locali del Seminario, in via Carlo Papa 14.
 
Subito si pensò che il nome doveva essere quello di un testimone che ricordasse a tutti che la vita è dono e che una Casa di accoglienza – come pensava don Puglisi – è un segno che interpella tutti. Sarà bello avere in questi giorni anche un momento di riflessione e di preghiera con i Seminaristi e con il rettore don Luigi Vizzini e gli altri superiori della comunità di giovani che si prepara al presbiterato per ripensare tutti la vita come vocazione e come servizio.
 
A tutti si fa l’invito a un momento comune la sera prima della beatificazione, venerdì 24 maggio alle ore 21 per l’adorazione eucaristica nella Casa don Puglisi. Si è scelta l’adorazione eucaristica perché ci dice come don Pino Puglisi sia accanto all’Agnello immolato e glorioso, ma anche come la radice sia un’eucaristia che dà alla vita la forma del dono, che sa andare fino in fondo. Aiuterà la riflessione don Corrado Lorefice, che ha collaborato con don Puglisi nel Centro regionale per le vocazioni e che prese il suo posto di responsabile regionale quando don Pino venne nominato parroco a Brancaccio. Porteremo nella preghiera tutte le sofferenze e le speranze dei poveri e dei giovani. Il nostro Te Deum speriamo sia una vita rinnovata e un lievito di bene per le nostre città in questo tempo così difficile.
 

31 maggio. Pellegrinaggio Diocesano al Santuario di Maria Scala del Paradiso Patrona della Diocesi

 Il Vicario Generale Mons. Giurdanella con una recente circolare ha invitato tutta la Diocesi a organizzarsi per partecipare come ogni anno al Pellegrinaggio diocesano del 31 maggio dalle ore 17,30 in poi presso il Santuario diocesano di Maria Scala del Paradiso. Si inizierà con la preghiera del Santo Rosario meditato che faremo insieme a Mons. Vescovo, all’altezza della prima curva della Via Sacra, a cui seguirà la concelebrazione eucaristica alle ore 18.30, a conclusione della quale il Vescovo affiderà la Chiesa di Noto alla Madre di Dio. Per i sacerdoti si terrà, come da calendario diocesano il pellegrinaggio-ritiro al Santuario, Venerdì 24 Maggio 2013 alle ore 9: 30 che inizierà con la preghiera dell’Ora Media. Il ritiro dei preti sarà animato da Don Massimo Naro che ha già guidato gli incontri precedenti.
Durante l’Eucarestia, presieduta dal nostro Vescovo, (ore 12:00) tutto il clero si unirà alla gioia di alcuni confratelli che celebrano in questa occasione il loro giubileo sacerdotale:
● 25° ann. (16.07.1988) Don Giorgio Mallia, parroco della parrocchia S. Luca in Modica
● 25° ann. (01.09.1988) Don Sergio Boccadifuoco, Parroco della parrocchia Sacra Famiglia in Frigintini–Modica e della parrocchia S. Giuseppe in Zappulla-Modica
● 25° ann. (10.09.1988) Don Ignazio La China Vicario Foraneo e Parroco della parrocchia S. Giuseppe in Scicli
● 50° ann. (30.03.1963) Don Pino Ruggeri Docente emerito presso lo Studio Teologico S. Paolo di Catania
● 50° ann. (29.06.1963) Don Umberto Paolo Bonincontro, parroco dell’Unità pastorale SS. Salvatore e Madonna delle Grazie in Modica
● 60° ann. (29.06.1963) Don Michele Oliva residente fuori diocesi.
 
Ai nostri confratelli presbiteri che celebrano il giubileo sacerdotale, – scrive il Vicario Generale – mentre assicuriamo la fraternità sacerdotale, auguriamo che il Signore moltiplichi le energie di quanti confidano in Lui, come esorta il profeta ( Isaia 40,31).
 

Il 19 maggio il Vescovo presiede il Convegno diocesano di Pentecoste organizzato dal RNS

 “Il Signore è una roccia incrollabile: confidate sempre in Lui.”  Questo è il tema del Convegno diocesano di Pentecoste dei Gruppi del RnS della Diocesi di Noto. Il Convegno  si terrà 19 maggio prossimo presso l’Auditorium Comunale “Attilio del Buono” a Rosolini. Volendo riprendere l’invito di Papa Francesco, dobbiamo intendere il Convegno – dicono gli organizzatori – come una opportunità (un kairòs) per la nostra Chiesa, vogliamo quindi rendere partecipi e accompagnare nuovi fratelli alla fede, perché “evangelizzare è per noi un dovere”. 
 
Il Convegno verrà scandito da speciali momenti di preghiera, di lode, e di testimonianza come quella che offrirà Francesco Vaiasusu, autore del libro: “Le mie possessioni”. S.E. Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, terrà una relazione e presiederà nella mattinata l’eucarestia, motivo per riflettere su come la nostra fede deve diventare una fede evangelizzatrice. Il Convegno è aperto a tutti coloro che vogliono condividere questo momento importante per la vita della Chiesa, una Chiesa che non può fare a meno, nella sua azione pastorale, di invocare sempre il dono dello Spirito Santo anche attraverso la solennità di Pentecoste.
 
 

Il 5 maggio le Confraternite della nostra diocesi a Roma da Papa Francesco

 “In occasione dell’Anno della Fede i Confrati di S. Maria Maggiore, insieme al Presidente dell’Ass. Catt. Fazzoletti Rossi Saro Di Luca, quella della SS. Annunziata, S. Antonio Abate e S. Giuseppe, provenienti dal Vicariato di Ispica (RG), hanno insieme partecipato alla II Giornata Mondiale delle Confraternite e della Pietà Popolare, con le proprie insegne e gli abiti tradizionali. Il Calendario dell’Anno della Fede prevede una serie di avvenimenti a carattere universale alla presenza del Santo Padre, tra i quali la “Giornata mondiale delle Confraternite e della Pietà Popolare” coorganizzata dalla Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia.
 
Dal 3 al 5 maggio sono giunti a Roma Confraternite da tutto il mondo, dai Paesi in cui la realtà delle confraternite è viva: principalmente Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Polonia e Malta, ed anche dal Sudamerica e dall’Argentina. Il cielo a Roma è grigio e piove, ma il clima in piazza è quello della gioia di essere al cuore della Chiesa e con il Papa. Momento culminante della tre giorni la Messa di domenica 5 in Piazza San Pietro presieduta da Papa Francesco, seguita dalla preghiera del Regina Coeli. La presenza delle Confraternite a Roma ha, inoltre, un significato molto preciso: le Diocesi di tutto il mondo si rendano conto non soltanto dell’esistenza delle confraternite, soprattutto della loro presenza costante ed attiva nella Chiesa e della testimonianza di fede e carità.
 
“Cari fratelli e sorelle, siete stati coraggiosi – ha detto Papa Francesco – di venire con questa pioggia… Il Signore vi benedica tanto!”. Vi saluto tutti con affetto, in particolare le Confraternite venute da varie parti del mondo. Grazie per la vostra presenza e la vostra testimonianza», ha detto il Pontefice iniziando la celebrazione. «Questo è la Chiesa, a una ricchezza e una varietà, una espressione che riconduce all’unità». «Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi siete un’importante manifestazione, è un tesoro per la Chiesa. Cari fratelli e sorelle, la Chiesa vi vuole bene. Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana. Siate sempre attenti alla carità. Ogni cristiano e ogni comunità è missionaria nella misura in cui porta e vive il Vangelo e testimonia l’amore di Dio verso tutti, specialmente verso chi si trova in difficoltà. Siate missionari dell’amore e della tenerezza di Dio, della Misericordia di Dio che sempre ci perdona, sempre ci aspetta e ci ama tanto», ha proseguito il Pontefice da piazza San Pietro. Infine L’IMPEGNO MISSIONARIO: «Voi avete una missione specifica e importante – ha detto alle confraternite – , che è quella di tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare».

Celebrata la III edizione del Pellegrinaggio Diocesano Vocazionale al Santuario di Maria Scala del Paradiso

Sabato 4 maggio a Noto, si è celebrato il Pellegrinaggio Vocazionale presso il Santuario Diocesano di Maria SS. Scala del Paradiso. I giovani pellegrini sono giunti dai diversi Vicariati della Diocesi e si sono radunati al Santuario mariano alle ore 21.00, da dove è iniziata la processione lungo la via sacra con la recita del Santo Rosario. Durante il cammino si sono incrociati gli sguardi dei nostri amici, alla scoperta dell’amore vero, procedendo con stupore – dicono gli organizzatori – siamo stati capaci  di annunciare e testimoniare la nostra fede in compagnia di cinque testimoni, l’ultimo è stato Lorenzo, un giovane in sedia a rotelle a causa di una brutta malattia, la sua testimonianza ha colpito è commosso i presenti: “pensavo che la mia vita fosse finita, – ha testimoniato Lorenzo – quando all’età di 14 anni, mentre mi trovavo a scuola nell’ora di educazione fisica, vengo attaccato da un virus che oggi mi vede nelle sedia a rotelle. Tanta sofferenza, tanto sconforto ma adesso dopo 7 anni sono qui a dire a tutti voi, lasciatevi amare dal Signore aprendo il vostro cuore”.
 
I giovani una volta raggiunto il Santuario, hanno ricevuto il mandato e la benedizione da parte del Vescovo Mons. Antonio Staglianò. Il tema del Pellegrinaggio scelto per quest’anno pastorale è stato: “progetta con Dio abita il futuro”.  Si è scelta questa tematica – dicono gli stessi responsabili del Servizio Dicesano per la Pastorale Giovanile Vocazionale – per rispondere al desiderio di futuro che hanno i nostri giovani, il desiderio di collaborare con Dio, per realizzare così il proprio progetto di vita. Il Pellegrinaggio Vocazionale dei Giovani ha chiuso la settimana vocazionale mondiale iniziata il 26 aprile scorso durante la quale si è pregato per le vocazioni nelle singole Parrocchie e nei Vicariati. 

Il prossimo 25 maggio avrà luogo a Palermo la Beatificazione del Servo di Dio don Giuseppe Puglisi

Il prossimo 25 maggio avrà luogo a Palermo, il Rito di Beatificazione del Servo di Dio don Giuseppe Puglisi, sacerdote palermitano martire, ucciso dalla mafia in odio alla fede il 15 settembre 1993. Questo evento gioioso – scrivono i Vescovi di Sicilia – ci fa guardare ad un autentico testimone della fede e dà una connotazione particolarmente significativa all’Anno della fede che le nostre Chiese particolari stanno vivendo ricordando il 50° anniversario di inizio del Concilio Vaticano II e il 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

 
Quella di don Pino Puglisi è la vicenda di un sacerdote totalmente conformato a Cristo che visse il suo ministero presbiterale come servizio a Dio e all’uomo. Reso forte da una intensa vita spirituale, fatta di ascolto della Parola di Dio, di preghiera, di riferimento costante all’Eucaristia che celebrava quotidianamente, egli attuò un apostolato di promozione umana avendo come riferimento costante l’annuncio del Vangelo.
 
Promosse un’azione educativa che contribuiva al cambiamento della mentalità e della visione della vita, favorendo la maturazione della fede del popolo a lui affidato. Svolse instancabilmente il suo ministero sacerdotale per l’edificazione del Regno di Dio richiamando tutti alla conversione, al pentimento e all’incontro con la tenerezza di Dio Padre. Per questo volle che il Centro di accoglienza parrocchiale da Lui fondato fosse chiamato “Padre Nostro”. La sua mitezza e la sua incessante azione missionaria, evangelicamente ispirata, si scontrò con una logica di vita opposta alla fede, quella dei mafiosi i quali ostacolarono la sua azione pastorale, con intimidazioni, minacce e percosse fino a giungere alla sua eliminazione fisica, in odio alla fede.
 
Come Pastori delle Chiese di Sicilia, ispirandoci alla vita di don Pino, intendiamo rinnovare il nostro impegno per l’annuncio del Vangelo e la sua incarnazione nella nostra amata terra che da due millenni ha dato, e continua a dare, luminosi esempi di fedeltà a Cristo nei suoi figli migliori, tra cui i tanti martiri, il cui sangue ha fecondato e fatto crescere molteplici opere di carità e di promozione umana.
 
In quest’ottica desideriamo leggere la vita del Servo di Dio don Pino Puglisi. Il suo ministero sacerdotale, attento all’uomo e fedele al Vangelo, fu modellato sull’esempio di Cristo, che venne a portare il lieto annuncio della salvezza e a liberare l’uomo da ogni forma di costrizione fisica e di condizionamento morale, restituendogli la dignità di persona e di figlio di Dio. Egli cercò di realizzare quest’opera difficile con privilegiata sollecitudine verso le giovani generazioni, proponendo un cambiamento di mentalità che ha la sua forza nella potenza salvifica del Vangelo, convinto che la Parola di Gesù umanizza la società.
 
La sua azione pastorale nella logica dell’incarnazione si è svolta nella ferialità di una vita “normale”, senza compromessi, senza protagonismi, senza vetrine mediatiche, testimoniando nella quotidianità della vita la fedeltà al suo ministero sacerdotale e l’amore alle persone a lui affidate. Questo schietto modo di essere di don Pino Puglisi incoraggia tutti noi, vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e laici, ad attingere alla Parola di Dio e all’Eucarestia il sostegno necessario per la nostra missionarietà nella diffusione del Regno di Dio e per la promozione dell’uomo.
 
Nel fare ciò vogliamo valorizzare soprattutto il dialogo con cui coinvolgere anche quelli che sembrano più refrattari ad aprirsi alla conversione. Questa fu una delle vie perseguite dal nostro Beato. Diceva infatti don Pino in una sua omelia: “Mi rivolgo ai protagonisti delle inutili intimidazioni che ci hanno bersagliato. Parliamone, spieghiamoci, vorrei conoscervi e conoscere i motivi che vi spingono a ostacolare chi cerca di educare i vostri figli al rispetto reciproco, ai valori della cultura e della convivenza civile”.
 
Consapevole che la cultura mafiosa impera là dove ci sono bisogni primari ancora da soddisfare e che non ci può essere liberazione senza promozione umana, don Puglisi scriveva: “C’è nella parrocchia un buon fermento di persone impegnate in un cammino di fede, nel servizio liturgico, catechistico e caritativo, ma i bisogni della popolazione sono molto superiori delle risorse che abbiamo. Vi sono nell’ambiente molte famiglie povere, anziani malati e soli, parecchi handicappati mentali e fisici; ragazzi e giovani disoccupati, senza valori veri, senza un senso della vita; tanti fanciulli e bambini quasi abbandonati a se stessi che, evadendo l’obbligo scolastico, sono preda della strada dove imparano devianza, violenza e scippi”.
 
Le sue parole e soprattutto l’esemplarità della sua vita siano per tutti noi, uomini e donne di Sicilia, credenti o persone di buona volontà, uno stimolo per un rinnovato impegno sociale, civile e spirituale: “Non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati – scriveva ancora don Pino -. Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l’invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio. Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani. Lo facciamo per poter dire: dato che non c’è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto…”.
 
In questo momento, così critico ma carico di aspettative, possano le nostre Chiese locali e la Sicilia tutta guardare al presbitero Pino Puglisi, uomo di fede e di preghiera elevato agli onori degli altari come testimone autentico di Cristo Signore che diffonde su questa nostra terra tribolata una luce di speranza. Mente tutti paternamente esortiamo a guardare a Lui e ad imitarne l’audacia della martirya, confermiamo il nostro impegno per l’annuncio del Vangelo e per un servizio concreto all’uomo del nostro tempo.
 
 
Noto, 23 aprile 2013
 

Enna. Staglianò presiede l’incontro Regionale dei direttori diocesani per la Cultura e le Comunicazioni Sociali

Nella mattinata del 27 aprile a Enna presso l’Hotel Federico II, Mons. Staglianò ha incontrato, nella qualità di Delegato Regionale della CeSi per l’Ufficio Cultura e Comunicazioni Sociali, la Commissione Regionale composta dai direttori diocesani per le Comunicazioni Sociali e dai referenti del progetto culturale delle Chiese di Sicilia. All’incontro erano presenti come rappresentanti della nostra diocesi don Stefano Modica, Direttore dell’Ufficio Cultura e don Rosario Sultana, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali e Segretario Regionale della commissione.
 
L’incontro ha avuto inizio alle ore 10,30 con la preghiera presieduta dal Vescovo delegato, invece i lavori sono stati introdotti dal Direttore Regionale don Giuseppe Rabita. La riflessione è stata tenuta da don Massimo Naro, docente presso la Facoltà Teologica di Sicilia, sul tema: “Fede, cultura ed educazione: un antidoto alla crisi”. Don Massimo ha ricordato che “la comunicazione non è solo comunicazione di qualcosa ma di qualcuno, diversamente la comunicazione può diventare solo una propaganda. La comunicazione – ha proseguito Naro – è essenzialmente relazione”. A conclusione il relatore ha ricordato ai convenuti che “una autentica comunicazione dovrebbe ripartire non da un puro tecnicismo e neppure da una metodologia fine a se stessa, piuttosto da una ontologia della comunicazione”.
 
Il delegato ACEC per la Sicilia Gino Pitò nel suo intervento conclusivo ci ha illustrato il significato della Sala della Comunità e della necessaria valorizzazione del linguaggio cinematografico per annunciare la fede. Volendo organizzare per il prossimo mese di settembre un corso di formazione per operatori delle Sale della Comunità, – ha riferito Pitò – necessità avviare nelle singole Diocesi un censimento di quelle realtà che già usano il cinema come strumento di comunicazione della fede. L’incontro è terminato alle ore 14,00 con gli interventi in aula e le conclusioni del Vescovo delegato.