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Ispica. Celebrazione d’apertura della Visita Pastorale di Mons. Staglianò, alla Comunità di Parrocchie SS. Annunziata, S. Antonio Abate, Madonna del Carmine, Madonna delle Grazie

 Sabato 1 marzo 2014, presso la Basilica SS. Annunziata in Ispica, S.E. Rev.ma Mons. Antonio Staglianò, ha presieduto la Solenne Concelebrazione Eucaristica, con cui ha aperto la Sua Visita Pastorale alla Comunità di Parrocchie “SS. Annunziata – S. Antonio Abate – Madonna del Carmine – Madonna delle grazie”. Insieme al Vescovo, hanno concelebrato il Vicario Generale Mons. Angelo Giurdanella, i Parroci Don Giuseppe Stella, Don Salvo Bella e il Vicario Parrocchiale, Don Paolo Ferlisi, con l’assistenza del Diacono permanente, Salvatore Di Stefano.
Dopo il Rito di Accoglienza previsto, Don Stella ha rivolto al Vescovo un sentito Discorso Gratulatorio, con cui ha espresso la comune riconoscenza al pastore che viene a visitare il suo gregge, confermandolo nella fede e nella carità di Cristo. Mons. Staglianò, nella sua vibrante ed incisiva Omelia, ha rimarcato come la Visita Pastorale non può intendersi alla stregua di un fredda prassi formalistica ed istituzionale, quanto piuttosto significare la cura pastorale del Vescovo, che incontra con vigile premura il suo gregge, come padre, pastore e maestro.
Dopo aver condiviso la gioia dell’intera Chiesa di Noto per l’elezione di don Rosario Gisana a Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Vescovo ha ribadito con le stesse parole di Papa Francesco la necessità missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa, che non può non uscire, verso le “periferie esistenziali” dell’umanità, attivando percorsi “dinamici” di autentico e gioioso annuncio della misericordia di Dio Padre.
Pertanto, Mons. Staglianò ha invitato a superare le numerose forme degenerative, derivanti dall’attuale crisi antropologica (dissoluzione della famiglia, consumismo, corruzione, etc) per aprire il nostro cuore verso sentimenti di perdono e di riconciliazione, secondo il comandamento nuovo, consegnatoci da Cristo: «Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi».
Infine, Mons. Staglianò ha raccomandato di ri-vitalizzare le forme della pietà religiosa, attraverso una fede più adulta, più credente e dunque più credibile, ove l’esteriorità del culto sia ri-compresa attraverso il nuovo vissuto ecclesiale e comunionale della Comunità di Parrocchie
Mons. Staglianò ha concluso chiedendo a tutti e a ciascuno di volerLo aiutare e confortare nel corso della presente visita pastorale , la quale, non è un mero monologo, quanto piuttosto una epifania di grazia e di comunione da vivere insieme, per il bene dell’unico Popolo di Dio, pellegrino lungo le strade di Ispica.
 

Mons. Gisana verrà ordinato Vescovo a Piazza Armerina il 5 aprile

Il Vescovo di Noto S.E. Mons. Antonio Staglianò, oggi alle ore 12,00 ha dato l’annuncio ai sacerdoti e agli addetti di Curia della nomina di don Rosario Gisana, Vicario Episcopale per la Pastorale, a Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina. Ai sacerdoti e al personale della Curia convocati per il lieto annuncio, Mons. Staglianò ha rivolto questo primo immediato pensiero: “Col cuore colmo di evangelica gioia, esprimo sincera e piena gratitudine al Santo Padre Francesco per aver scelto nel Presbiterio di Noto il nuovo Vescovo della Chiesa di Piazza Armerina. Sono certo di interpretare la gioia di tutta la Chiesa locale di Noto, gioia piena, completa e di tutti perché uno dei nostri figli diventa Padre e Pastore della porzione eletta del Popolo santo di Dio, pellegrino in Piazza Armerina. Don Rosario Gisana saprà diffondere tutta la sua paternità per la Chiesa locale che gli viene affidata, metterà a servizio della Diocesi piazzese la sua sapienza che è frutto di scienza, ma soprattutto di spiritualità e di vita cristiana. In questa ora, bella e significativa, nell’accettare la guida pastorale della Chiesa di Piazza Armerina, personalmente e a nome di tutta la Chiesa diocesana di Noto auguro di cuore al neo Vescovo eletto ogni fecondità nel suo ministero apostolico. Il Signore Gesù gli dia la gioia di un presbiterio unito e obbediente al proprio Vescovo, collaboratori laboriosi e creativamente corresponsabili della missione della Chiesa, Comunità cristiane desiderose di uscire, con il proprio pastore, per andare verso le “periferie esistenziali di tutti, di ogni persona, come Papa Francesco ci chiede. Accompagnato dalla preghiera unanime della Chiesa di Noto e di Piazza Armerina, custodito dall’amore materno di Maria Santissima Scala del Paradiso e Regina degli Apostoli, auguro a don Rosario ogni grazia e benedizione dal cielo”. Il Vescovo eletto, don Rosario Gisana, profondamente commosso, ha ringraziato per l’affetto e la stima mons. Antonio Staglianò e tutti i presenti. Ha quindi rivolto alla sua nuova Chiesa di Piazza Armerina un messaggio dove, tra l’altro, è detto: “Piegando le ginocchia, chiedo allora al Signore che la sua paternità mi plasmi, per ascoltare con il suo cuore grande (cfr. 2Pt 3,9) le vostre attese e le vostre inquietudini e per estendere insieme con voi l’amore sovrabbondante di Cristo a quanti faticano nell’accoglierlo”. ROSARIO SULTANA
 
L’ordinazione episcopale di Mons. Rosario Gisana e l’immissione in possesso canonico della diocesi piazzese avverrà il 5 aprile 2014 alle ore 16,30 nella Chiesa Cattedrale di Piazza Armerina. In merito alle informazioni logistiche (parcheggi ed indicazioni pratiche) verrà successivamente data comunicazione ufficiale da parte della Curia Vescovile a tutte le Parocchie. Nel frattempo ogni singolo Vicariato della diocesi può da subito organizzare dei pullman per favorire la partecipazione di tutti i fedeli.
 
Allegati:
 
CURRICULUM di Mons. Rosario Gisana
 
MESSAGGIO del Vescovo eletto di Piazza Armerina

MESSAGGIO del Vescovo di Noto alla Diocesi
 

Dedicato a Mons. Nicolosi salone Casa accoglienza di Modica

 Con commozione e semplicità è stata celebrata l’Eucaristia alla Casa don Puglisi di Modica nel ricordo di Mons. Salvatore Nicolosi nel giorno in cui avrebbe compiuto 92 anni. In verità, si è detto fin dall’inizio, Mons. Nicolosi resta presente nella comunione dei santi, resta presente con il suo servizio umile come vescovo di Noto per ventotto anni, resta presente nelle opere di carità che ha voluto con decisione e convinzione. Per Modica la Casa don Puglisi e i Piccoli fratelli in modo particolare. Per la Casa, quando tutti si tiravano indietro, disse con estrema determinazione: “se c’è gente che ha bisogno si deve fare, chi si oppone resta fuori dalla comunità cristiana in cui recitando il Padre nostro tutti siamo fratelli, tutti dobbiamo accogliere e per le situazioni più difficili dobbiamo porre segni che indichino l’impegno di tutti e che si organizzano in modo tale da poter esprimere la carità evangelica e la sua capacità di generare il bene”. Il clima che si respira ogni qual volta si sta ricordando Mons. Nicolosi rimanda a qualcosa di profondamente umano e cristiano: il bene si genera se circola affetto. Ognuno, infatti, ricorda con affetto il vescovo che sembrava distante nella sua signorilità ma , appena lo conoscevi, ci si rendeva conto che l’apparente distanza era discrezione e rispetto, mentre invece il suo cuore è stato sempre ricco di calore per ognuno e per tutti. “Ora, ha detto all’omelia, don Gianni Donzello, è importante che il suo ricordo incida sulla nostra vita, non resti una commemorazione ma diventi un impegno di testimonianza sul suo esempio di uomo, cristiano, prete e vescovo che si è messo alla sequela di Gesù e ci ha indicato ciò che conta: l’ascolto docile della Parola di Dio, la celebrazione dell’eucaristia soprattutto domenicale come fonte e culmine di vita cristiana, l’attenzione ai poveri”. A ricordare tutto questo una semplice targa nel salone della Casa: “Al vescovo Mons. Salvatore Nicolosi, che ha accompagnato con grande affetto l’inizio di questo segno della carità evangelica,si dedica il nostro riunirci e il nostro accogliere amici in questo salone come Casa fondata sul Vangelo vissuto nella compagnia degli uomini”. E la Casa, mentre si celebrava l’eucaristia, veniva messa alla prova per una situazione drammatica … ma il sorriso dei bambini ricordava a tutti che, se si condividono dolori e gioie della vita, questo ci rende tutti più umani e quindi più cristiani e soprattutto il dover continuare fino a tardi a preoccuparsi dei poveri indica il continuo saldarsi della messa con la vita che stava tanto a cuore a Mons. Nicolosi (che amava dire “più messa e meno messe”) ed anche all’attuale vescovo di Noto Mons. Antonio Staglianò, perché diversamente non c’è testimonianza.

Noto. Staglianò il 2 marzo aprirà la Causa del Processo sulla fama di Santità di Nino Baglieri

Domenica 2 marzo 2014 il Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, nella Cappella privata del Palazzo Vescovile in Noto alle ore 16,00 aprirà la Causa del Processo sopra la vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio Antonino Baglieri, Laico Volontario di Don Bosco. Il Vescovo di Noto con il decreto del 20 febbraio 2014 ha ordinato ufficialmente che venga istruito il processo di detto Servo di Dio, conformemente alla vigente legislazione per le Cause dei Santi. A tal fine, il prelato netino, ha costituito il Tribunale ecclesiastico e nominato il Giudice delegato, il Rev.mo Sac. La China Ignazio, il Promotore di Giustizia, il Rev.mo Sac. Cataldi Franco, mentre il Dott. Di Rosa Pietro svolgerà la funzione di Notaio attuario.
L’iter sulla postulazione della causa di canonizzazione del Servo di Dio è iniziato il 3 marzo 2012, presso la Cattedrale “San Nicolò” di Noto (SR), alla presenza del Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, e del Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez Villanueva, viene dunque avviato l’iter in vista della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Nino Baglieri. Il 18 aprile 2012 i vescovi di Sicilia, dopo aver ascoltato il racconto dell’esperienza umana e spirituale di Nino Baglieri, si sono detti favorevoli all’introduzione della causa di beatificazione da parte della Diocesi di Noto che ha dato il relativo Nulla Osta dopo aver sentito il parere favorevole della Congregazione della Causa dei Santi.
 
 
 
 
Breve biografia di Nino Baglieri
 
Nino Baglieri nasce a Modica nel 1951. Dopo aver frequentato le scuole elementari e aver intrapreso il mestiere di muratore, a diciassette anni, il 6 Maggio 1968, precipita giù da un’impalcatura alta 17 metri. Ricoverato d’urgenza, Nino si accorge con amarezza di essere rimasto completamente paralizzato. C’ è chi tra gli specialisti e i dottori arriva a proporre l’ “eutanasia”, ma la madre coraggiosamente si oppone, confidando in Dio e dichiarandosi disponibile ad accudirlo personalmente per tutta la vita. Inizia così il suo cammino di sofferenza, passando da un centro ospedaliero all’altro, ma senza alcun miglioramento. Ritornato nel 1970 al paese natìo, dopo i primi giorni di visite di amici, iniziano per Nino dieci lunghi anni oscuri, senza uscire di casa, in solitudine, sofferenza e tanta disperazione. Il 24 Marzo 1978, venerdì santo, alle quattro del pomeriggio, un gruppo di persone facenti parte del Rinnovamento nello Spirito pregano per lui; Nino sente in sè una trasformazione. Da quel momento accetta la Croce e dice il suo “si” al Signore. Incomincia a leggere il Vangelo e la Bibbia: riscopre le meraviglie della fede. Aiutando alcuni ragazzini, vicini di casa, a fare i compiti, impara a scrivere con la bocca. Redige, così, le sue memorie, le lettere a persone di ogni categoria in varie parti del mondo, personalizza immagini-ricordo che omaggia a quanti vanno a visitarlo. Grazie a un’asticella,compone i numeri telefonici e si mette in contatto diretto con tante persone ammalate e la sua parola calma e convincente li conforta. Comincia un continuo flusso di relazioni che non solo lo fa uscire dall’isolamento, ma lo porta a testimoniare il Vangelo della gioia e della speranza. Dal 6 Maggio 1982 in poi, Nino festeggia l’Anniversario della Croce e, lo stesso anno, entra a far parte della Famiglia Salesiana come Cooperatore. Il 31 Agosto 2004 emette la professione perpetua tra i Volontari con Don Bosco (CDB). Il 2 Marzo 2007, alle ore 8, Nino Baglieri, dopo un periodo di lunga sofferenza e di prova, rende la sua anima a Dio. Aveva disposto che, dopo la morte, indossasse tuta e scarpette. Così vien fatto. Migliaia di persone accorrono, per tutta la giornata, per dargli l’estremo, silenzioso, saluto. L’ 8 Aprile 2007 viene pubblicato il volume “All’ombra della Croce” ed il 2 Marzo 2008, I anniversario della sua morte, viene pubblicato il nuovo libro: “Sulle ali della Croce”. Nino Baglieri… e tanta voglia di correre.
 

Modica. Corso di educazione alla nascita rispettata. I BAMBINI SANNO NASCERE E LE MADRI SANNO PARTORIRE

 E’ da questo assioma che si vuole partire per raggiungere l’obiettivo della Nascita Rispettata. Il Corso di educazione alla nascita rispettata si prefigge di fornire ai partecipanti strumenti efficaci per: CONOSCERE i presupposti scientifici-biologici, emotivi, sociali della nascita, allo scopo di SAPER SCEGLIERE meglio per se è per il nascituro, utilizzando in modo APPROPRIATO i progressi scientifici e tecnologici della moderna assistenza sanitaria e nel RISPETTO della persona umana e dei suoi diritti e nella fattispecie delle madri e dei loro bambini . Il Corso si svolgerà utilizzando Metodi Interattivi e l’aiuto di professionisti del Percorso nascita ( ginecologa , ostetrica, neonatologo , psicologo) ma anche di coppie che hanno già vissuto la nascita dei propri figli.
 
Proprio con riguardo alle coppie partecipanti, si cercherà di favorire le loro esigenze lavorative fissando gli incontri con cadenza settimanale, dalle ore 19.30 alle ore 21.00. Le iscrizioni sono rivolte a coloro che attendono la nascita del proprio bambino nei mesi che vanno da maggio ad agosto. Il numero massimo dei partecipanti dovrà essere di sei coppie così da garantire un clima di intimità e disinvoltura.
 
Il Corso si terrà presso il Consultorio Familiare di Ispirazione Cristiana “Sac. G. Rizza” sito in Via Risorgimento n. 49 – 97015 Modica.
 
Chiunque fosse interessato può chiamare per prenotazioni o informazioni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 17,00 alle ore 19,00, al numero 0932 762713.

Modica. 20 febbraio ricordo del vescovo Mons. Nicolosi: “la fede si autentica nella carità”

 Senza Mons. Nicolosi la Casa don Puglisi non ci sarebbe stata. Nel marzo 1990 infatti, mentre il Comune si tirava indietro, lui volle che la Casa di accoglienza nascesse “perché la Chiesa non può tirarsi indietro se ci sono fratelli che hanno bisogno!”. Ci disse: ci si affida alla Provvidenza! E così fu. E volle che, per l’inaugurazione il 26 ottobre 1990, venisse Mons. Nervo a spiegare come la città diventa giusta e solidale. Intervenne ancora quando ci si trasferì in via Carlo Papa visto che i locali del Castello passavano al Comune (ma non va dimenticato che sono stati donati per l’aiuto ai poveri e in particolare ai bambini). Data la nuova collocazione nei locali del Piccolo Seminario, suggerì l’intitolazione a don Puglisi e volle che metà dell’Associazione di volontariato fosse formata dai seminaristi, per suggerire l’importanza di un modello di prete capace di farsi povero tra i poveri. All’inaugurazione, il 21 marzo 1997, partecipò il Ministro delle pari opportunità ma soprattutto volle che suor Carolina Iavazzo, collaboratrice di don Puglisi, raccontasse a tutti come questo martire fosse per tutti un esempio di vita vera e libera. E così la Casa diventava, non solo luogo di accoglienza, ma anche messaggio culturale e civico. Alla Casa donò la tavola in legno raffigurante l’ultima cena secondo i moduli dell’arte africana che era stata il primo segno del gemellaggio con Butembo-Beni, ora collocata in cappella. E più volte è ritornato, per momenti familiari come pure per l’inaugurazione del laboratorio dolciario in largo XI febbraio e poi degli appartamentini per la pronta accoglienza. Nella casa ha voluto la presenza dell’istituto di vita consacrata “I discepoli”, a cui appartengono pure le due consacrate che fino alla fine lo hanno premurosamente servito. Va ricordato che la Casa è solo uno dei tanti segni voluti da Mons. Nicolosi. Una particolare attenzione ebbe anche per i Piccoli fratelli che accolse, quando altri li contrastavano, con stima e affetto grandi, e così ha fatto sempre con tutti mostrando il cuore grande di Dio. Soprattutto Mons. Nicolosi lascia una forte convinzione espressa in opere e parole: la fede si autentica nella carità, e non in una carità qualsiasi, ma in una carità evangelica, fatta di affetto, relazione, giustizia, promozione della dignità della persona, cura attenta. E ancora: ha sempre aiutato a considerarsi sempre dentro un cammino più grande, il cammino della Chiesa, di una Chiesa come l’ha voluta il Concilio e la sta testimoniando papa Francesco: semplice, amica degli uomini, Chiesa povera e dei poveri. Temi e tratti di Chiesa che Mons. Nicolosi ha anticipato. Sono tutti motivi di gratitudine che saranno espressi durante l’eucaristia che sarà celebrata nel salone della Casa don Puglisi giovedì 20 febbraio 2014 alle ore 18, presieduta da don Gianni Donzello, nel giorno in cui il compianto pastore avrebbe compiuto 92 anni. Si invitano tutti a partecipare per fare memoria di un pastore buono, rinsaldare la comunione dei santi e sempre più camminare sulle orme di Cristo, che lui pensava importante “riscoprire lungo le nostre strade”. A Mons. Salvatore Nicolosi sarà dedicato il salone della Casa, o meglio “il riunirsi e accogliere amici come Casa fondata sul Vangelo vissuto nella compagnia degli uomini”.

TRIGESIMO MONS. NICOLOSI: UNA MEMORIA CHE RINSALDA LEGAMI E MISSIONE ECCLESIALE

 Lunedì 10 febbraio sarà il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò a presiedere a Noto in cattedrale l’eucaristia per il trigesimo di Mons. Salvatore Nicolosi, Padre conciliare e per ventotto anni vescovo di Noto. Si tratta di una memoria che rinsalda legami e missione ecclesiale: le grandi consegne di Mons. Nicolosi, infatti, sono state la sinodalità come essenza della Chiesa e la missione come irradiazione del Vangelo anzitutto con la propria vita. Un mese fa queste consegne sono state accolte con una forte commozione che testimonia come la Chiesa, coltivando le “cose essenziali della fede” (Parola, Eucaristia, fraternità e poveri) – diventa con i suoi pastori famiglia e segno della chiamata all’unità di tutto il genere umano. Una consegna specifica di Mons. Nicolosi è legata alla Fondazione Madre Teresa di Calcutta che Mons. Nicolosi ha voluto come espressione concreta di quella carità continuamente raccomandata come la verità della vita cristiana. Una carità al tempo stesso ecclesiale e premurosa verso i più deboli. La Fondazione si è già avviata con alcuni piccoli passi ma, ora che Mons. Nicolosi ci ha lasciati, si avverte la responsabilità di consolidarli e di affidarli al sostegno di tutti, sempre attingendo alla grande eredità spirituale sintetizzata nel Testamento. Un primo passo è stato quello dell’attenzione ad alcuni ammalati segnalati dai Centri di ascolto, per i quali si sono fatti interventi concreti dentro un progetto di sostegno; il riferimento ai Centri di ascolto colloca il passo nella rete di aiuto della Caritas e quindi della nostra Chiesa locale. Un secondo passo è stato l’avvio di Casa Tobia per i diversamente abili che ora continueranno e intensificheranno le loro attività (due week-end al mese per una esperienza comunitaria) nella Casa di via Torino, abitata da Mons. Nicolosi. Si aggiungerà l’esperienza della catechesi. La Casa continuerà ad essere abitata dalle due consacrate indiane, Urmila e Clemencia, per essere centro di carità evangelica. Da qui l’impegno delle due suore nella visita agli ammalati e l’elaborazione di ulteriori passi. Al centro di tutto resta la preghiera, con un momento aperto anche ad altri il venerdì quando nella cappella della casa viene celebrata l’eucaristia. La Fondazione non trascurerà di conservare la memoria di mons. Nicolosi anche attraverso una ricostruzione della sua figura che sicuramente ha a che fare, non solo con la cronaca, ma anche con la storia. Sul sito (www.fondazionemadreteresa.org), ma anche attraverso il sito della diocesi e la “La vita diocesana”, la Fondazione non mancherà di aggiornare e rendere partecipe tutta la comunità diocesana.

A Noto. Zanotti: “Il giornalista nell’era digitale deve saper stare nelle periferie, nelle piazze e scrivere notizie”

 “Dobbiamo essere nelle piazze e non autoreferenziali. I giornalisti oggi, così come i cittadini, si scandalizzano per Papa Francesco: dovremmo scandalizzarci del Vangelo, ma lo abbiamo dimenticato”. Francesco Zanotti, presidente Nazionale della Fisc, Federazione Italiana Settimanali Cattolici, parla di giornalisti che fanno il loro mestiere con coraggio, della necessità di confezionare giornali popolari e semplici ma pensati, non banali, parla della globalizzazione dell’indifferenza.
 
L’occasione è la Festa di San Francesco di Sales che la sezione di Siracusa dell’Ucsi, l’Assostampa di Siracusa, l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto e l’Ufficio della Pastorale per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, in collaborazione con “La Vita Diocesana” di Noto e il settimanale diocesano “Cammino” di Siracusa, hanno promosso a Noto. Assente per improvvisi motivi familiari il vescovo, mons. Antonio Staglianò, a presiedere la celebrazione eucaristica nella cappella del Seminario, è stato don Ignazio Petriglieri, Vicario episcopale per la Cultura. 
 
A fare gli onori di casa don Rosario Sultana, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto, che ha consegnato il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. L’Ucsi, rappresentata dal presidente provinciale Salvo Di Salvo, e l’Assostampa, rappresentata dal segretario provinciale Aldo Mantineo, per dare concretezza al messaggio di evangelizzazione, hanno compiuto un gesto di solidarietà per la Caritas vicariale di Noto.
 
Il presidente Zanotti parlando del “Ruolo dei giornalisti nell’era digitale” ha citato il coraggio di Giovanna Chirri dell’agenzia Ansa, la giornalista che ha annunciato al mondo le dimissioni di Papa Benedetto XVI, che nel suo libro ha messo “nero su bianco le condizioni nella quale si trova a lavorare ogni giorno”. Sul ruolo del giornalista cattolico sono intervenuti Pino Malandrino del settimanale “La Vita Diocesana” di Noto e padre Giuseppe Lombardo. Per noi giornalisti la comunicazione deve essere un servizio di autentica cultura dell’incontro. Oggi è importante annunciare Cristo nell’era digitale che è un campo privilegiato per la comunicazione dove giovani e adulti si confrontano”. Il segretario dell’Assostampa Aldo Mantineo si è soffermato invece sulla difficile situazione che vive oggi la categoria, in rapporto alla crisi del mondo dell’editoria. Parole riprese da Santo Gallo, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha citato le tante vertenze che condizionano oggi il mercato. 
 
L’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, ha fatto arrivare il suo saluto ai giornalisti, ed ha ricordato loro la responsabilità che si devono assumere nell’annunciare la verità ogni giorno: una comunicazione che si deve rivolgere all’altro, con gioia, senza paura. Il vescovo di Noto, Mons. Staglianò, ha inviato un messaggio: “Avviare una comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro è possibile. Lo dimostra il Santo Padre: la sua comunicazione fatta non solo di parole ma anche di gesti”.

SAN FRANCESCO DI SALES. IL VESCOVO ANTONIO STAGLIANÓ SCRIVE AGLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE DELLE CHIESE DI SICILIA

Approfondimenti su: www.chiesedisicilia.org
 
Nell’approssimarsi della Festa di San Francesco di Sales il 24 gennaio 2014, Papa Francesco renderà pubblico il messaggio per la 48ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che sarà celebrata il 1 giugno 2014 dal tema: “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”. Questo tema è stato scelto da Papa Francesco per porre l’attenzione agli ambiti propri del comunicare: la presenza del povero che abita nella porta accanto che dobbiamo sempre più attenzionare come pure il comunicare con il mondo, esigenza prioritaria del detenuto; comunicare con la tv, la musica, lo spettacolo, comunicare utilizzando il dialetto, vera lingua dei padri; comunicare le emozioni e la scienza.
Comunicare con la forza dell’incontro che nella relazione allontana la solitudine, provoca emozioni vigorose, muta il destino della vita, supera ogni banalità.
 
Con l’ascesa delle nuove tecnologie comunicative, nella società di oggi, gli incontri interpersonali s’intrecciano e s’incrociano con quelli che sorgono nel mondo digitale, non più visto come luogo a parte, ma come ecosistema dove la vita si realizza di momento in momento. Lo stesso Papa Francesco, in merito alle nuove tecnologie, ha ricordato in una recente udienza con il Pontificio Consiglio per i Laici dal tema: “annunciare Cristo nell’era digitale”, che siamo in un campo privilegiato per l’azione dei giovani, per i quali la «rete» è, per così dire, connaturale. Internet – afferma il Papa – è una realtà diffusa, complessa e in continua evoluzione, e il suo sviluppo ripresenta la questione sempre attuale del rapporto tra la fede e la cultura. L’annuncio -asserisce Papa Francesco – richiede relazioni umane autentiche e dirette per sfociare in un incontro personale con il Signore. Pertanto Internet non basta, la tecnologia non è sufficiente. Questo però non vuol dire che la presenza della Chiesa nella rete sia inutile; al contrario, – dice il Papa – è indispensabile essere presenti, sempre con stile evangelico.
 
Avviare una comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro è possibile. Il Santo Padre, con la sua grande capacità mediatica che quotidianamente costatiamo, lo dimostra in maniera palese. La sua è una comunicazione fatta non solo di parole ma anche di gesti. Anche Monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, spiega la scelta del tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2014, partendo proprio dallo stile comunicativo del Papa. “C’è in lui – dice l’arcivescovo – il desiderio di essere vicino, di condividere, di farsi partecipe di speranze, di sofferenze, di una ricerca appassionata per il senso della vita”.
 
Carissimi direttori diocesani per la Cultura e le Comunicazioni Sociali delle Chiese di Sicilia, con il presente messaggio, come Vescovo delegato per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della CeSi, desidero sollecitarvi e raccomandarvi la piena e fruttuosa accoglienza del messaggio che Papa Francesco renderà pubblico per la Festa di San Francesco di Sales il prossimo 24 gennaio 2014. Invito pertanto tutti i direttori diocesani, ad attivarsi con diverse proposte ed iniziative, in base alla vostra singolare libertà creativa, per cercare di promuovere nella vostra diocesi la giornata del Patrono dei giornalisti e approfittare dell’occasione per diffondere e rilanciare il Messaggio del Santo Padre per la 48ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
 
Auspico che in ogni Diocesi si senta la necessità di animare questa giornata curandola e proponendola come occasione propizia per sostenere, guidare e accompagnare gli operatori della comunicazione verso l’inculturazione e l’annuncio del Vangelo, affinché la comunicazione coinvolga la persona umana nei suoi rapporti con gli uomini e le donne che la circondano nel suo cammino esistenziale.
 
 
 
 
+ Antonio Staglianò
Delegato CeSi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali
 

 

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il 24 gennaio, in tutte le Diocesi di Sicilia si organizzano momenti di riflessione e di confronto, occasioni perché i giornalisti e gli operatori delle comunicazioni possano incontrarsi, preghiera. Li firmano gli Ufficio regionali per la Cultura e le Comunicazioni sociali, spesso insieme con le associazioni giornalistiche, soprattutto – ma non solo – cristiane. Al centro del ritrovarsi sempre le indicazioni di Papa Francesco.

L’Arcivescovo di CATANIA, mons. Salvatore Gristina presiede oggi, venerdì 24 gennaio, una solenne celebrazione in onore del patrono dei giornalisti, degli operatori di comunicazione sociale, degli scrittori e autori, nonché dei salesiani. “L’Ucsi regionale e i salesiani – afferma don Paolo Buttiglieri, consulente ecclesiastico dell’Ucsi Sicilia – nel promuovere questa festa regionale sul territorio catanese, s’impegnano per una ‘comunicazione’ foriera di verità e giustizia, atta a diffondere la ‘cultura dell’incontro’ auspicata da Papa Francesco nel messaggio della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2014”. Nell’occasione della festa di san Francesco di Sales “i giornalisti cattolici – osserva Giuseppe Vecchio, presidente regionale dell’Ucsi – riflettono sul ruolo che la professione svolge nella società globalizzata della comunicazione; è, questa di venerdì 24, un’occasione d’incontro e confronto con quanti, credenti e non, svolgono la non facile attività di comunicatore. La scelta di Catania per la festa regionale vuole segnare il rilancio della sezione provinciale dell’Ucsi”. Saranno presenti, tra gli altri, Francesco Zanotti, presidente nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), il presidente regionale dell’Ucsi, presidenti e giornalisti cattolici delle sezioni di Sicilia. 

 

La diocesi di NOTO e l’arcidiocesi di SIRACUSA festeggiano insieme la ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. L’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) e l’Assostampa di Siracusa, l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali di Noto e l’Ufficio pastorale per le comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Siracusa, insieme alle giornali diocesani “La vita diocesana” e “Il cammino” onorano la festa con una celebrazione eucaristica alle ore 9.30 presieduta dal Vescovo di Noto mons. Antonio Staglianò, delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per la cultura e le comunicazioni sociali, e con un incontro con il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) Francesco Zanotti su “Il ruolo dei giornalisti nell’era digitale”. Momento conclusivo della festa è la lettura del tradizionale Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. “Il mestiere del giornalista – dichiara Salvatore Di Salvo, presidente dell’Ucsi siracusana – è scegliere quello che si deve stampare, pubblicare e prendersi questa responsabilità, in maniera responsabile, guardando, per noi giornalisti cattolici, al Vangelo”.

 

CALTAGIRONE, alle ore 17.00, presso l’ex parlatorio del Seminario di città, un incontro riunisce giornalisti ed operatori delle comunicazioni sociali. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.

Apre i lavori Chiara Di Grande, vicedirettore del citato Ufficio. Intervengono don Gianni Zavattieri, vicario generale della Diocesi di Caltagirone, e Alberto Cicero, segretario regionale dell’AssoStampa.

Durante l’incontro sarà presentato il messaggio di papa Francesco per la 48° Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che sarà celebrata il 1° giugno 2014, sul tema “Comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”.

“Sono numerose le suggestioni offerte dal papa in ogni intervento che riguarda la comunicazione e il servizio pastorale ad essa collegato – afferma Di Grande -. Ci sentiamo davvero chiamati, come ha suggerito papa Francesco “a comunicare la bellezza dell’incontro personale con Cristo”; e ad accogliere, come professionisti del settore, le istanze dell’autenticità e della verità”.

 

L’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali di ACIREALE e l’Unione cattolica della Stampa italiana, in occasione della festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, organizzano per oggi, 24 gennaio, alle ore 16.30, presso il salone della chiesa Sacro Cuore di Gesù in Acireale, un incontro sul tema “La comunicazione al servizio di un’autentica cultura dell’incontro”, titolo della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. A guidare la riflessione il giornalista Giuseppe Di Fazio, capo redattore del quotidiano “La Sicilia”.

Saranno presenti il Vescovo della diocesi mons. Antonino Raspanti, i direttori dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali don Marco Catalano e Mario Di Prima, il presidente regionale dell’Ucsi, Giuseppe Vecchio, e l`incaricata Ucsi della sezione di Acireale, Anna Bella.

All’incontro fa seguito in chiesa alle ore 18, la messa pontificale presieduta dal vescovo della diocesi mons. Antonino Raspanti per celebrare la festa di S. Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, vissuto a cavallo tra Cinque e Seicento, che fu una sorta di precursore dell’informazione giornalistica moderna.

Nella medesima giornata l’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana pubblicherà per esteso il tema che caratterizzerà la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si svolgerà giorno 1 giugno 2014, nella domenica che precede la Pentecoste.

 

“Parole e sobrietà: la fatica di essere giornalisti oggi” è il tema dell’incontro tra il Vescovo di TRAPANI, mons. Pietro Maria Fragnelli, e i giornalisti, in occasione della Festa del santo patrono della categoria, San Francesco di Sales. L’incontro si tiene venerdì 24 gennaio con inizio alle ore 10, presso il Salone dei vescovi, nel palazzo vescovile di Trapani. Dal Bollettino ecclesiastico della diocesi si evince che il primo incontro, con la celebrazione di una Messa per i giornalisti, si sia tenuto in episcopio nel 1954. “San Francesco di Sales – ricorda una nota della diocesi – fu il vescovo di Ginevra che nel XVI secolo, per diffondere la dottrina cattolica, cominciò a stampare dei foglietti che distribuiva casa per casa; per questo motivo nel 1923 Papa XI lo proclamò patrono dei giornalisti. Per la sua mansuetudine fu un modello di sacerdote per san Giovanni Bosco che chiamò il suo istituto dei salesiani. È detto anche il santo dell’amabilità e dell’ottimismo”.

 

CALTANISSETTA, si fa memoria liturgica di San Francesco di Sales con la celebrazione eucaristica nella Cappella maggiore del Seminario vescovile, alle ore 11. 

Il Vescovo di MAZARA DEL VALLO, mons. Domenico Mogavero incontrerà giornalisti e operatori della comunicazione per un momento di confronto e riflessione sulla professione. L’incontro si terrà sabato 25 gennaio, alle ore 11,30 nella sala del trono, al primo piano del Palazzo Vescovile di piazza della Repubblica a Mazara del Vallo. A quanti interverranno, il Vescovo donerà una copia del libro della mostra di Orazio Coco “L’esercito della speranza”, che si è tenuta lo scorso anno a Marsala.

 

 

 

 

Noto. Il 24 gennaio in Cattedrale Festa di San Francesco di Sales, Patrono dei Giornalisti

L’Ucsi, sezione di Siracusa, l’Assostampa di Siracusa, l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali di Noto e l’Ufficio della Pastorale per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa, in collaborazione con “La Vita Diocesana” di Noto e il settimanale diocesano “Cammino” di Siracusa organizzano la festa provinciale di San Francesco di Sales, patrono dei Giornalisti, che si svolgerà venerdì 24 Gennaio 2014 a Noto.
 
Programma:
 
– ore 9,00 Arrivi ed accoglienza
 
– ore 9,30 Santa Messa nella Basilica Cattedrale presieduta dal Vescovo di Noto S.E. Rev.ma Antonio Staglianò, Delegato regionale della Cesi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Durante la celebrazione Eucaristica l’Ucsi e l’Assostampa compiranno un gesto di solidarietà per la Caritas vicariale di Noto.
 
– 10,30 Intervento di Francesco Zanotti, presidente Nazionale della Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), sul tema: “Il ruolo dei giornalisti nell’era digitale”.
 
– ore 11,30 Consegna da parte del Vescovo di Noto del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
 
– ore 11,45 Saluti
 
L’invito è esteso a tutti, in particolare a giornalisti, fotoreporter, operatori Tv, responsabili degli Uffici stampa e delle Comunicazioni sociali.
 
N.B. Scaricate  e leggete il Messaggio inviato ai direttori diocesani dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò, delegato della CeSi per la Cultura e le Comunicazioni Sociali in occasione della festa di San Francesco di Sales.