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Nasce la Onlus dedicata a Don Giovanni Botterelli

 Il primo dicembre del 2012, dopo la dura prova della malattia che ha minato il suo corpo, ma non la sua fede, concludeva il suo pellegrinaggio terreno Don Giovanni Botterelli, indimenticato parroco di Santa Maria di Portosalvo in Pozzallo, un sacerdote buono e semplice, da tutti amato e oggi ricordato con immutato affetto.
A distanza di poco più di un anno da quel giorno di dolente distacco affettivo, un gruppo di amici, insieme con Antonio, il fratello di don Giovanni, decide di costituire un’associazione benefica per non disperdere i semi della carità operante, che Padre Giovanni aveva saputo far germogliare nella comunità pozzallese: è nata così l’Onlus “Padre Giovanni Botterelli”.
Sulle orme di Padre Giovanni, si è voluto andare aldilà del semplice ricordo, attingendo alla sua opera di umile servo di Dio. Finalità primaria dell’Onlus sarà la realizzazione di una struttura specializzata, che sia luogo di rifugio, sostegno e conforto, in cui troveranno accoglienza e aiuti concreti donne e bambini immigrati e non, famiglie indigenti e bisognose.
Ricordando la malattia di Padre Giovanni, quale momento sì di sofferenza ma anche di condivisione della Croce di Gesù, l’associazione intende sostenere la ricerca scientifica per la cura dei tumori, collegandosi con Centri di Ricerca, al fine di permettere ai malati indigenti l’accesso a cure mediche e l’acquisto di farmaci.
L’auspicio è di riuscire a superare egoismi, barriere e pregiudizi, impegnandosi attivamente affinché sia continuata l’opera carità sociale vissuta da Padre Giovanni con quella bontà disarmante che ispira e guida la schiera dei pastori, innamorati di Dio e perciò consacrati all’abbraccio fraterno della condivisione per alleviare i dolori e le ferite del prossimo.
 

Staglianò il 7 giugno a Pergusa incontra la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. Tema: “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”

Mons. Antonio Staglianò, lo scorso 7 giugno, alle ore 10, a Pergusa, presso l’Hotel Riviera, ha convocato la Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali. I direttori degli uffici diocesani, sotto il coordinamento del direttore regionale, don Giuseppe Rabita e del segretario don Rosario Sultana, si sono incontrati dopo una riflessione che si è tenuta nello scorso incontro di sabato 15 marzo a Pergusa su “Cultura cristiana e pietà popolare in Sicilia”. In quell’occasione la Commissione, – come riferito dal direttore regionale – ha ascoltato una riflessione sulla pietà popolare guidati da Mons. Liborio Palmeri, il quale ha mostrato i tentativi, in parte riusciti, di riportare ad una dimensione più accettabile la processione dei Misteri di Trapani.
 
All’ordine del giorno del 7 giugno, dopo la preghiera e l’introduzione di Mons. Staglianò, delegato CESi, la riflessione di Mons. Rino La Delfa, Preside della Facoltà teologica di Sicilia su “Religiosità popolare e cultura in Sicilia”; a seuguire sono stati illustrati i dettagli relativi al corso di Media Education, dalla prof.ssa Gianna Cappello, docente presso la Facoltà di Scienze della formazione all’Università di Palermo, la quale ha presentato la proposta di una Scuola di Media Education riservata alle nostre Diocesi siciliane per favorire l’apprendimento e l’uso dei social network e delle nuove piattaforme telematiche come luogo teologico e ambiente di vita da abitare per promuovere una nuova evangelizzazione.
 
Mons. La Delfa nella sua relazione ha detto che il soggetto della pietà popolare è la Chiesa stessa, nell’accezione di “Popolo di Dio”, infatti nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco si legge: “ciascuna porzione del Popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti. Si può dire – afferma il Papa – che “il popolo evangelizza continuamente se stesso”. Qui riveste importanza la pietà popolare, autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del popolo di Dio. Il documento di Papa Francesco – ha sottolineato Mons. La Delfa – mette in correlazione diretta evangelizzazione e inculturazione, e specifica che la trasmissione della fede non può fare a meno della sua veste culturale, la quale appartiene a un popolo, che con essa compie la propria azione missionaria, sotto l’impulso dello Spirito.
 
E’ stato messo in luce come lo stesso Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha detto chiaramente che “le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione, particolarmente nel momento in cui pensiamo alla nuova evangelizzazione” (n.126). Mons. La Delfa commendando il documento magisteriale del Papa ha evidenziato ai presenti come il testo suggerisce l’autonomia della pietà popolare rispetto alla volontà di intervento estrinseco. Si invita a leggere – secondo La Delfa – il locus theologicus e a non manipolarlo. Questa convinzione nel testo – fa notare La Delfa – è rafforzata da una specifica esortazione del Papa: “Non coartiamo né pretendiamo di controllare questa forza missionaria!” (n. 124). Mons. Staglianò a conclusione dell’incontro ha rilevato che nella prassi pastorale non è sempre facile o possibile lasciare, senza un discernimento oculato, una pietà popolare che presenta atteggiamenti o scelte non pienamente evangeliche che vanno pertanto meglio orientate. ROSARIO SULTANA

Premio della cultura “Salvatore Zuppardo” conferito a Mons. Staglianò

 Lo scorso 7 giugno, a Gela, Il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, è stato insignito del premio della cultura la “Gorgone d’Oro”, istituito dall’Associazione Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”.
Il presidente dell’Associazione, Andrea Cassisi e il presidente del comitato del Premio, Emanuele Zuppardo, hanno dichiarato la motivazione della scelta di Mons. Staglianò, insignito del prestigioso riconoscimento: “Riconosciamo in lui un sostegno buono per la guida nella fede cattolica. In questo tempo di incertezza a causa della crisi che ad ogni livello attanaglia la quotidianità, abbiamo bisogno di sperare in atteggiamenti profondi, che siamo sicuri il Vescovo Staglianò riuscirà a farci cogliere, per uscire da interessi particolari e intrecci egoistici che quotidianamente continuano a disorientare la società.
Un uomo di Dio che dimostra in diverse occasioni che con l’aiuto della Parola è possibile aprire le menti dei giovani verso motivi educativi ed evangelizzanti. Mons. Staglianò è anche un bravissimo poeta con all’attivo numerose sillogi poetiche che tra le parole dei versi accolgono compiti, sfide e motivi che insieme possono incoraggiare le esigenze culturali del terzo millennio”.
Mons. Vescovo, dopo la consegna del premio, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Accolgo con piacere questo riconoscimento, un premio per la cultura e la poesia, per ribadire la dignità di ogni uomo, fatto ad immagine di Dio e difendere la bellezza della nostra umanità che, l’odierna società dell’ ‘ipermercato’, tenta di impoverire e di abbruttire”.
 
 
 
 

Noto. Incontro delle aggregazioni laicali nel giorno di Pentecoste

 Domenica 8 giugno la Solennità di Pentecoste nella nostra Diocesi, esprimerà un forte segno di comunione con il ritrovo di tutte le Aggregazioni Laicali (Associazioni, Movimenti, Cammini, Gruppi) che avrà luogo a Noto, con la presenza del nostro Vescovo Antonio.
Alle ore 9,30 nella Basilica del SS. Salvatore, dopo il saluto del Delegato diocesano don Gaetano Asta, nelle diverse chiese vicine ci saranno “cenacoli di preghiera” dei diversi Movimenti e Associazioni presenti, segno della varietà dei carismi, dono dello Spirito, che fa l’unità nella Chiesa.
Alle ore 12,00 in Cattedrale Mons. Vescovo presiederà l’Eucaristia, sacramento e vincolo di unità nella carità.
Nella nostra Diocesi inoltre, secondo una consolidata tradizione, il giorno di Pentecoste è dedicato al Gemellaggio con la Chiesa congolese di Butembo-Beni, da 27 anni segno tangibile della solidarietà e dello scambio di doni tra le Chiese voluta dal concilio Vaticano II, attuato dall’indimenticato mons. Nicolosi e con nuovo vigore rilanciato da mons. Staglianò.
Pertanto, domenica 8 giugno si pregherà per i fratelli della Chiesa gemella africana e le offerte raccolte saranno devolute per i  progetti che da diversi anni don Salvatore Cerruto sta coordinando con grande zelo in questa terra d’Africa, così bisognosa della nostra prossimità.
 

Grande partecipazione di fedeli al XXXIII pellegrinaggio diocesano al Santuario di Maria SS. Scala del Paradiso

Grande partecipazione di fedeli al XXXIII pellegrinaggio diocesano al Santuario di Maria SS. Scala del Paradiso a Noto, svoltosi venerdì 30 maggio, a conclusione del mese mariano. Come ogni anno, all’inizio della cosiddetta “Via Sacra”, ha preso il via la preghiera del Santo Rosario, guidata dal nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, insieme con i presbiteri, i diaconi, le religiose, il Seminario e i fedeli laici della Diocesi. Nell’omelia pronunziata da Mons. Vescovo durante la solenne Eucaristia sulla spianata del Santuario, è stato messo in luce il mistero grande del bel titolo riservato alla Santa Vergine, Patrona e Regina della Chiesa di Noto: “Scala del Paradiso”; Mons. Staglianò ha evidenziato come in Maria il nostro sguardo si allarga, per contemplare il destino di felicità che è la comunione eterna con Dio, nostra beatitudine e pace.
 
La Vergine Maria è il modello del cammino di ogni credente, ha ancora rimarcato il Vescovo, riflesso della bellezza divina, grembo fecondo della Chiesa, che genera figli a Dio. “La carne di Maria è la carne di Cristo – ha concluso il Vescovo – e in Maria noi tutti siamo corpo di Cristo, corpo della Chiesa edificato nella carità”. Durante la celebrazione, il Vescovo ha inoltre rinnovato l’atto di affidamento della Diocesi alla Madonna, cui hanno fatto seguito due momenti importanti: la firma di due decreti relativi allo statuto del Consiglio parrocchiale e di quello diocesano e l’approvazione “ad experimentum” (per tre anni) dello statuto dell’associazione “Piccoli frati e piccole suore di Gesù e Maria”, composta da giovani, uomini e donne, che vivendo la povertà evangelica, si impegnano nella predicazione itinerante, per portare i fratelli lontani alla pratica dei sacramenti.
 

Portopalo. Inaugurata la nuova chiesa e il complesso parrocchiale “Antonio Rosmini”

 Con una solenne celebrazione è stata inaugurata, sabato 31 maggio scorso, la nuova chiesa di Portopalo di Capo Passero dedicata alla Madonna greca Eleusa, Madre di misericordia. E’ stato inaugurato, contemporaneamente, il centro culturale dedicato al Beato Antonio Rosmini. All’inaugurazione sono intervenuti il vescovo della diocesi di Noto, Antonio Staglianò, il parroco, don Gianluca Manenti, il neo sindaco di Portopalo Giuseppe Mirarchi e don Calogero Palacino, parroco a Portopalo prima dell’insediamento di don Manenti. Presente anche don Vito Nardin, padre generale dei Rosminiani, al quale il nostro Vescovo è molto legato. Nella congregazione dei “Rosminiani”, infatti, Mons. Staglianò ha attinto molto ai fini della sua formazione.
Presenti, come in occasione della posa della prima pietra, anche i rappresentanti di Isola Capo Rizzuto, la cui comunità di fedeli è gemellata con quella portopalese. A rappresentare la delegazione calabrese sono giunti il sindaco, Gianluca Bruno, e il parroco, don Eduardo Scordio.
Per la comunità di Portopalo si è trattato di un indimenticabile giorno di festa al quale, come si diceva, si è associata la comunità di Isola Capo Rizzuto, da dove proviene il nostro Vescovo.
L’inaugurazione è avvenuta a distanza di un anno dalla posa della prima pietra (31 maggio 2013) anche se l’opera era stata già completata a dicembre scorso, tanto da consentire lì la celebrazione della veglia e della S. Messa di Natale. Un bel record, soltanto se si pensa che nel nostro meridione le opere scontano ritardi biblici, quando, addirittura non rimangono incomplete. «Sono contento della celerità con cui è stata realizzata l’opera – ha dichiarato Staglianò -, sia per la chiusura della chiesa di San Gaetano ma anche perché la stessa vecchia chiesetta sarebbe risultata piccola per questa comunità che sta crescendo». Nella nuova chiesa mancano ancora gli arredi, i banchi e le opere d’arte ma è già stato presentato un progetto alla Conferenza episcopale italiana per reperire i fondi. Dovrà essere attrezzato anche il centro dedicato ad Antonio Rosmini.
L’opera è costata circa 2 milioni di euro, somma stanziata dalla Conferenza episcopale italiana per venire incontro alle esigenze di una cittadina, cresciuta negli ultimi anni in misura notevole. La nuova chiesa, che sorge in contrada Pizzuta, è stata realizzata, secondo quanto previsto nel progetto, come “un’opera che guidi i fedeli verso l’edificio sacro anche mediante le suggestioni offerte dall’area con il suo naturale e particolare declivio verso il mare. Anche in tal modo va letta la scelta per il piano della Chiesa di una quota di circa cinque metri inferiore rispetto al principale piano stradale d’accesso all’area. Da ciò deriva un “naturale richiamo orografico” che convoglia verso uno spazio protetto dalla quotidianità cittadina, e dai conseguenti disturbi funzionali ed acustici, così privilegiando suoni, colori e luci provenienti dal mare”.
In questa prospettiva, molto felice è sembrata la decisione di dedicare il complesso parrocchiale alla Madonna Greca Eleusa, Madre della Misericordia, la «Madonna che viene dal Mare». “Una pia leggenda molto diffusa tra il popolo – scrive Salvatore Cristofaro di San Marco Argentano, nel testo: In onore di Maria Vergine madre di Dio, che si venera in Isola come protettrice sotto il titolo di Madonna Greca. Edizione. 3°, Catanzaro, 1896 – narra che l’effigie della Beata Vergine provenga dall’Oriente e che sia approdata miracolosamente presso l’insenatura di Capo Rizzuto e ritrovata da un pastore. Questo pastore, di cui la tradizione non menziona il nome, mentre guidava il suo gregge al pascolo, lungo la battigia dell’azzurro mare avrebbe visto una tavola “ondeggiante e luccicante sulla superficie delle acque, che si spingeva lievemente verso il lido”. Si tratta, ovviamente, del lido di Isola Capo Rizzuto, alla cui comunità quella di Portopalo si è gemellata. Due comunità che vivono le stesse avventure sul fronte del medesimo mare, rafforzate, ora, sotto la protezione della Madonna Greca Eleusa, Madre della Misericordia, da un comune rapporto umano e di fede.
 
 

Sabato 31 Maggio 2014. Inaugurazione della nuova chiesa di Portopalo

 Ad un anno esatto dalla posa della prima pietra Sabato 31 Maggio 2014 alle ore 11:00 con una solenne celebrazione presieduta dal nostro Vescovo mons. Antonio Staglianò verrà inaugurata la nuova chiesa di Portopalo “Madonna Greca Eleusa Madre della Misericordia” ed il relativo complesso parrocchiale “Beato Antonio Rosmini”.
Saranno presenti le Autorità civili, militari, politiche ed ecclesiali, oltre agli amici della Parrocchia gemellata di Isola Capo Rizzuto (Kr)

Sabato 17 maggio il Decano della Facoltà di Bioetica Regina Apostolorum di Roma, prof. Gonzalo Miranda, ha consegnato venti Diplomi di Perfezionamento in Bioetica

Nell’aula multimediale del Seminario Vescovile sabato 17 maggio il Decano della Facoltà di Bioetica “Regina Apostolorum” di Roma, prof. Gonzalo Miranda, ha consegnato venti Diplomi di Perfezionamento in Bioetica ai professionisti che negli scorsi anni hanno frequentato in videoconferenza le lezioni proposte dall’Ateneo. L’incontro si è arricchito del contributo del Decano sul tema della Riproduzione Assistita. Un tema caldo che si dibatte tra attacchi alla legge 40/2004 e ricerche di senso. Ciò che colpisce di più sono i tentativi di far passare per diritto, attraverso il sistema giuridico e quello mediatico, alcune ideologie di minoranza fondate su visioni antropologiche che assolutizzano uno o alcuni aspetti, del tutto a discapito della complessità di certi temi. Allora il compito del bioeticista è quello di incidere sulla cultura, attraverso un’etica che sia edificata su un’antropologia che a sua volta, abbia alla base un saldo fondamento metafisico.
 
 
Anche il prof. Emmanuele Di Leo, responsabile delle sedi di videoconferenza ha sottolineato l’importanza di un impegno in prima linea da parte di chi si interessa a questa disciplina. Gli strumenti mediatici a disposizione sono molteplici, a partire dallo spazio che i socialnetworks mettono a disposizione e che spesso è sottovalutato. Uno spazio utilizzato da chi soprattutto attacca e mina le istituzioni fondamentali, quali la famiglia e che raramente trova interlocutori capaci di sostenere la validità di quanto è attaccato. Tale spazio può diventare bacino fertile per chi vuole contribuire a creare un certo tipo di cultura, sia in positivo che in negativo. A questo proposito ha profilato la possibilità di ulteriori percorsi di approfondimento attraverso due Master di primo livello su Bioetica e Comunicazione e Bioetica Internazionale. Anche il Sac. Prof. Antonio Stefano Modica, referente per la diocesi e per l’Ateneo ha ricordato e incoraggiato la possibilità di spendere il titolo del Diploma in ambito diocesano attraverso iniziative che si pongano al servizio della bioetica e dell’uomo.
 

Esplosione di gioia ad Ispica per la VII edizione della Giornata diocesana dei giovani: “amare è farsi dono a chi si ama”

Esplosione di gioia ad Ispica, sabato 10 maggio, per la VII edizione della GDG (Giornata diocesana dei giovani). Una gioia prorompente, semplice ed essenziale, quella di tanti giovani, giunti da ogni parte della Diocesi, per ritrovarsi insieme a far festa, per sentirsi più vicini attorno a Cristo, amico e compagno del loro cammino. Così, la GDG 2014 ha accorciato le distanze – non solo geografiche – ed è stata esperienza di ritrovo familiare dentro una “casa” comune a tutti. Proprio la “casa” è stato il tema di questa VII edizione; sentirsi a “casa”, che è luogo anzitutto interiore, di accoglienza e di intimità, ha significato per questi giovani la possibilità di ricercare un nuovo senso di appartenenza e di identità, per non sentirsi “estranei” nella società e nella Chiesa, ma ognuno nel posto che Dio gli ha assegnato.
 
La giornata di festa ha avuto inizio con un momento di animazione e di accoglienza, a cui ha fatto seguito l’apertura ufficiale, con la presenza del nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, che ha salutato con vivo entusiasmo i giovani presenti. Dopo il lancio del tema della giornata, un momento molto significativo ha calamitato l’attenzione dei numerosi partecipanti: la testimonianza di fratel Biagio Conte, che alla stazione centrale di Palermo, vive da parecchi anni una scelta radicale di povertà evangelica, schierandosi dalla parte degli ultimi del nostro tempo, esclusi ed emarginati. La testimonianza di fratel Biagio è stata una provocazione per i giovani, che spesso subiscono i “miraggi” creati dalla società materialista e consumista, perdendo di vista ciò che vale davvero e che può dare pienezza di senso alla vita.
 
Quest’anno la GDG si è arricchita inoltre di una piacevole e simpatica novità: il nostro Vescovo Antonio infatti, ha voluto parlare ai giovani presenti in una maniera tutta speciale, con un linguaggio che è universale, quello della musica. Mons. Staglianò ha cantato dal vivo, alcune recenti e famose canzoni di celebri cantanti italiani, con l’intento di veicolare, attraverso musica e parole, un messaggio profondo di umanità, di amore, che – ha affermato il Vescovo – non è questione di belle parole, di frasi fatte e scritte sui muri, ma qualcosa di molto più serio e concreto: amare è farsi dono a chi si ama, donare tutto, uscire dal proprio egoismo e farsi prossimo all’altro, nella fatica e nella gioia di offrire questo amore. I Giovani hanno accolto con grande entusiasmo questa iniziativa di Mons. Staglianò, applaudendolo a lungo e salendo sul palco con lui a cantare o a scattare una foto. “Oggi ho sentito il Vescovo vicino, questa cosa mi piace!” ha dichiarato uno tanti dei giovani convenuti.
La manifestazione è poi proseguita con un momento di preghiera e con le Confessioni presso la Basilica dell’Annunziata, un momento intenso di intimità con il Signore e di riconciliazione con Lui, mediante l’esperienza risanante del suo perdono. Infine, dopo tanta allegra animazione, la preghiera conclusiva e il mandato ai giovani ha chiuso nella maniera più bella la VII GDG, con l’arrivederci al prossimo raduno, ancora insieme e sempre di più, per dire a tutti la bellezza di essere “una sola cosa in una sola casa!”
 
 

Rosolini. Incontro unitario di fine anno della Diocesi di Noto con Don Panizza.”La misericordia non è “nostra”, ci è “regalata”

Con ampia partecipazione venerdì 9 maggio all’Oratorio San Domenico Savio di Rosolini si è svolto l’incontro unitario di fine anno pastorale della diocesi di Noto, presieduto dal Vescovo Mons. Antonio Staglianò e introdotto dal vicario generale don Angelo Giurdanella. C’erano i parroci, le religiose, i catechisti, gli animatori della liturgia e della carità, le famiglie, i giovani, le aggregazioni laicali, le opere caritative. Con l’impegno ad esserci, superando anche la stanchezza di questa parte dell’anno, per dire il senso della Chiesa famiglia di Dio. Non è stato un momento di studio o di organizzazione, ma di consapevolezza forte con l’aiuto di un testimone: don Giacomo Panizza, prete di frontiera che rischia la vita. Ci ha subito tenuto a dire che la misericordia non è commiserazione né privilegio dei cristiani ma il dna di tutti gli uomini che, lo sappiano o no, sono fatti a immagine di Dio che è misericordia. Ed è attenzione ai piccoli o ai sofferenti, ma anche gioia per ciò che va bene. Ci si è sentiti poi incoraggiati nel sentirsi dire che la misericordia si può dimenticare o offuscare ma mai cancellare. E che la misericordia non è “nostra”, frutto delle nostre bravure, ma che ci è “regalata”: ed è con questa consapevolezza che si dona anche ad altri, anzi che non si può non amare appena ci si accorge di una sofferenza.
 
Ed è emerso spontaneo, nel dire sapienziale di don Giacomo, il riferimento a santa Teresina che ha potuto dire di valere qualcosa solo perché “amore” anche se non era una grande convertita come Sant’Agostino o San Paolo. Conta l’amore! Conta l’incontro! Per cui non si può diventare nella carità “passa pacchi”: occorre che ci sia con i poveri anzitutto l’incontro. Per cui, più che parlare di agio o disagio giovanile o familiare, è meglio rendersi conto che siamo in un tempo in cui ognuno sa solo qualcosa e che quindi si impara insieme. Conta l’amore! Che deve attraversare anche l’economia e la politica. Per cui c’è da chiedersi se investire in una banca o fare una determinata scelta favorisce un’economia di misericordia, che aiuta i deboli e costruisce eguaglianza, o diventa assassinio (pensiamo a quanti investimenti si fanno nelle armi, e come sia importante per questo la banca etica). E per la politica ha ricordato come il welfare state è nato per misericordia, per l’attenzione a tutti, e che questo dovrebbe essere tradotto nel reddito minimo di inserimento, che esiste in tanti altri paesi europei ed è previsto dalla legge 328 ma non realizzato.
 
La misericordia interessa la catechesi non solo come contenuto ma anche come modalità, come ascolto dei piccoli, e rende vere le liturgie: don Giacomo concretamente intrecciava le sue parole con la sua vita, e sommessamente ha ricordato come prega meglio i salmi restando accanto a due bambini con gravi problemi che gli si sono stati affidati perché nessuno li vuole. O come i problemi con la ‘ndrangheta sono nati perché ha messo in una casa confiscata ai mafiosi le persone in carrozzina, che hanno accolto con gioia la possibilità mentre era stata rifiutata perfino dai vigili urbani. La misericordia va anzitutto vissuta, e poi si troveranno meglio le parole per dirla. E la Chiesa “sa”, ma poi può incontrare altri che la vivono meglio. Perché la misericordia non ha a che fare con recinti ma con il cuore grande di Dio che è impresso in tutti e che eventualmente la Chiesa può fare riscoprire … Il Vescovo ha ricordato come tutto questo lo sta sperimentando nella visita pastorale e ha concluso insistendo sulla centralità dell’incontro, dello stare accanto agli ammalati vegliando nell’amore, e sul fatto che il messaggio evangelico arricchisce tutti in un’umanità. Si è quindi ritornati alla vita di ogni giorno con più pace e con più responsabilità, consapevoli che la misericordia ha valenze forti, sociali, ma resta sempre dono che si accoglie e cresce, non con l’eroismo di pochi, ma con i piccoli passi di molti.