Con questo tema si è celebrato a Pesaro dal 20 al 23 Giugno il XLV Convegno Nazionale dei Direttori UCD. Per la nostra Diocesi hanno partecipato don Rosario Gisana, don Franco Agosta, don Adriano Minardo. Il sottotitolo recitava “Responsabilità e formazione della comunità cristiana”. Il convegno non è stato un evento isolato, piuttosto uno dei momenti che troverà il suo culmine nel grande Congresso Eucaristico che si celebrerà ad Ancona nel prossimo mese di Settembre. Sono stati 4 giorni di intenso lavoro tra relazioni, tavole rotonde, comunicazioni. Giorno per giorno i lavori sono stati preceduti dalla lettura biblica orante, tenuta da don Dionisio Candido. Dopo il caloroso e gioioso saluto di mons. Piero Coccia, Arcivescovo Metropolita di Pesaro, ha introdotto i lavori don Guido Benzi, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, soffermandosi sulla sfida educativa ripartendo dagli adulti. Ha seguito mons. Semeraro che ha presentato gli orientamenti pastorali per il prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”. Martedì 21, la relazione è stata tenuta da Mons. Andrea Lonardo che ha cercato di mettere in relazione i tre “munera” della Chiesa (annuncio della Parola, liturgia, carità e servizio) con i cinque ambiti emersi nel convegno di Verona come dimensioni della vita umana (affettività, sofferenza, festa, famiglia e scuola, vita pubblica). La terza relazione, giovedì 23, è stata tenuta da don Luigi Girardi su: “La celebrazione domenicale luogo educativo e rivelativo: vera catechesi in atto”. Molto interessanti sono state le tavole rotonde che dopo brevi presentazioni di 15 minuti dei vari relatori, hanno visto un fiorire di spunti e provocazioni positive da parte dei presenti in sala e dei relatori. Un’altra soluzione alquanto felice è stata quella delle assemblee per ambiti di vita. I partecipanti sono stati suddivisi in cinque assemblee, scelte già precedentemente al momento dell’iscrizione, che hanno avuto per oggetto cinque ambiti: vita affettiva e catechesi, fragilità umana e catechesi, lavoro festa e catechesi, tradizione e catechesi 1 (educare la fede in famiglia; tradizione e catechesi 2 (cultura e media). All’interno delle varie assemblee i vari moderatori hanno fatto una introduzione alla quale è seguita una esperienza significativa e il lavoro a piccoli gruppi; questa fase è stata quella più importante nella quale sono venute fuori dal dialogo e confronto le varie considerazioni e proposte che sono confluite nell’unica sintesi presentata prima della conclusione dei lavori. Dal convegno è emersa l’urgenza che tocca la Chiesa e ogni comunità di polarizzare gli sforzi dell’azione educativa verso gli adulti; sono loro che hanno maggiore possibilità di educare le giovani generazioni facendo passare stili di vita nuovi più consoni al Vangelo e ai valori primari dell’uomo (rispetto della libertà, della vita, dell’ambiente).
Questi “adulti” sono stati in particolare identificati in coloro che già in qualche modo hanno contatto con la parrocchia (animatori pastorali, catechisti, collaboratori, ecc…). Da loro, può partire, il passo successivo verso una cerchia più ampia di persone. Il convegno è stato molto importante non tanto per grosse novità e originalità di contenuti quanto per aver risvegliato un certo entusiasmo e la speranza che si può sempre ripartire e riproporre il messaggio del Vangelo che risuona nella storia da duemila anni ma sa essere sempre capace di entrare nella vita dell’uomo come la più bella novità che si possa mai accogliere.
Questi “adulti” sono stati in particolare identificati in coloro che già in qualche modo hanno contatto con la parrocchia (animatori pastorali, catechisti, collaboratori, ecc…). Da loro, può partire, il passo successivo verso una cerchia più ampia di persone. Il convegno è stato molto importante non tanto per grosse novità e originalità di contenuti quanto per aver risvegliato un certo entusiasmo e la speranza che si può sempre ripartire e riproporre il messaggio del Vangelo che risuona nella storia da duemila anni ma sa essere sempre capace di entrare nella vita dell’uomo come la più bella novità che si possa mai accogliere.