Inaugurata ieri, giovedì 4 giugno a Scicli, Casa Valverde, una struttura nel cuore della città, “segno” di quella carità cristiana che è tale, se si manifesta concretamente e fattivamente nelle opere. Ubicata presso l’ex Convento di Valverde, la casa rientra nell’iniziativa denominata “Housing first”, un progetto di accompagnamento abitativo, allo scopo di aiutare singoli e nuclei familiari sfrattati o in condizione di forte disagio, persone in uscita dal carcere o dalla prostituzione, senza fissa dimora, migranti in difficoltà. Al dì la della pronta assistenza che sarà offerta a queste fasce deboli della nostra società, l’obiettivo prioritario sarà il recupero della dignità della persona, nella logica evangelica della condivisione, che impegna la Chiesa ma anche la società civile, per l’edificazione di una città più giusta e solidale.
L’inaugurazione e la benedizione dei locali di Valverde, sono stati presieduti dal Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, che ha fortemente caldeggiato questa iniziativa di carità, incoraggiando gli sforzi della Fondazione San Corrado e della Caritas diocesana, che generosamente si sono prodigati per la realizzazione del progetto. Tanti e qualificati i contributi degli intervenuti all’evento: il saluto di don Ignazio La China, Vicario Foraneo di Scicli e Presidente della Fondazione San Corrado, il quale ha manifestato viva gratitudine a quanti, a diverso titolo, hanno cooperato per la realizzazione dell’iniziativa; poi gli interventi di Valerio Landri, Direttore della Caritas di Agrigento e delegato regionale per il prossimo Convegno Ecclesiale di Firenze; l’intervento di Domenico Leggio, Direttore della Caritas di Ragusa e membro del direttivo della Fio.PSD e quello di Antonluca Candiano, referente della nostra Caritas diocesana, sull’impostazione dell’accoglienza a Valverde.
Nel suo intervento, il Vescovo di Noto ha evidenziato come Casa Valverde sia il frutto di quella Chiesa auspicata dal Concilio Vaticano II, “una Chiesa che è comunione, fraternità, missione – ha dichiarato Mons. Staglianò – carità che non è solo assistenzialismo, ma che ha il suo motivo d’essere nel comandamento di Gesù: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’”.
“La Chiesa del Concilio è meno ‘clericale’ e più ‘comunionale’ – ha continuato il Vescovo – una Chiesa che punta molto sul laicato, che deve sempre di più maturare nella fede, prima ancora che nelle competenze. Sono laici coloro che si sono impegnati e si impegneranno per questo progetto; essi non sono solo collaboratori nella Chiesa, ma anzitutto corresponsabili di una Chiesa che mostra la sua bellezza nelle opere di misericordia”.
Mons. Staglianò ha inoltre suggerito di guardare al senso profondo di questa iniziativa, cioè “esaltare l’umanità di Gesù, che ha assunto la nostra carne, quella dei poveri. In questa carne io vedo l’umanità di Gesù, che edifica nuova umanità, non solo quella di un mero assistenzialismo, ma quella che ha la sua misura più alta nell’amare alla maniera di Gesù”.
Infine il Vescovo ha esortato la comunità cristiana e quella civile a cogliere la sfida di questo progetto di solidarietà: “La Chiesa diocesana – ha chiesto Mons. Staglianò – sarà capace di valorizzare questo ‘segno’ posto nelle sue mani? Sarà capace, da oggi in poi, di costruire trame di relazioni improntate alla carità e alla fraternità, superando il rischio di una ‘formale’ assistenza? Sarà capace di comunicare la misericordia di Gesù?”. Con questa provocazione-esortazione il Pastore della Chiesa di Noto ha concluso il suo intervento e ha poi scoperto la targa della nuova struttura e benedetto i locali, le cui porte sono pronte ora a diventare soglie di speranza e di futuro per quanti sono nel bisogno.