“Per un Vescovo la Diocesi è la sua carne! Carne della mia carne siete, perciò vi amo”. Con queste parole il nostro Vescovo Mons. Antonio Staglianò, nel quinto anniversario del suo ingresso nella Diocesi di Noto, ha ribadito l’altissimo dovere di carità verso questa porzione del popolo di Dio, in quanto pastore che, a immagine del Bel Pastore, “offre la vita per le pecore” (cfr Gv 10,11). “La mia fatica è di potervi amare, non secondo il mio amore, ma secondo l’amore di Dio”. Dovere di carità, quello di un Vescovo, che è padre nella fede, che genera figli a Dio. Questi figli, d’altra parte, necessitano di questo amore offerto: “Voi avete diritto a questo amore di Dio”.
Durante la solenne Eucaristia di ringraziamento, celebrata nella Basilica Cattedrale, splendente di bellezza per i nuovi affreschi, ci sono stati tanti motivi per lodare il Signore: i cinque anni di fruttuoso servizio pastorale del Vescovo, l’anniversario della morte del Beato Giovanni Paolo II, la memoria liturgica di San Francesco di Paola, santo che condivide con Mons. Staglianò le radici calabresi, il conferimento dei ministeri del Lettorato e dell’Accolitato ad alcuni alunni del Seminario.
Mons. Vescovo ha sollecitato, ancora una volta, i numerosi fedeli alla necessità di “restare umani”, conservando quei tratti di figli che mostrano il volto del Padre misericordioso, “figli del Padre – ha proseguito ancora Mons. Staglianò – per dare forma, nel nostro corpo, a Cristo che vive in me. Figli nel Figlio, per diventare figli del Padre”. Un Dio che è Padre è un Dio vicino, un Dio che salva, che non giudica, che ha mandato Gesù, “non per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,17).
Un Dio che non ci giudica e che vuole salvare in noi la dignità filiale che ci fa belli in umanità. “Ecco perché il giudizio si volgerà a misericordia” (cit). “Come immaginare il giudizio di Dio?” ha incalzato il Vescovo: “Il giudizio di Dio è il bene, è la misericordia, il perdono”. Ecco allora come Dio, nel Figlio Gesù Cristo, cambia la faccia del mondo; ecco come i cristiani che seguono il Figlio, rimangono umani, “peccatori sì – ha concluso Mons. Staglianò – ma che sanno sempre rialzarsi”.
Mons. Vescovo ha voluto ulteriormente rafforzare il suo desiderio di donarsi alla Diocesi, nell’offerta di un amore che è anche sofferenza, dolore; poiché nell’amore si dona tutto, senza trattenere niente per sé. Amare col cuore di Cristo, è la “croce” di un Vescovo, la fatica e la gioia di accogliere tutti e di farsi uno con tutti.
Al termine della celebrazione, il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti ha rivolto il suo saluto augurale a Mons. Staglianò, per la testimonianza di paternità e per la fattiva collaborazione con l’Amministrazione Comunale, che ha portato alla sottoscrizione del Patto Sociale e ad un impegno concreto a favore dei giovani, con azioni a sostegno degli oratori parrocchiali.
Anche il Vicario Generale, Mons. Angelo Giurdanella, ha rivolto un ringraziamento a Dio per i cinque anni di ministero a Noto del Vescovo Antonio, sottolineando il suo attivo impegno per la rinascita della Chiesa Cattedrale, non solo in quanto edificio sacro, ma anche quale “Madre di tutte le Chiese della Diocesi”. Il Vicario Generale ha pure ricordato l’attenzione del Vescovo per una Pastorale più missionaria, a partire dal rinnovamento dell’atto catechistico e per una più incisiva Pastorale Vocazionale.
Certi dell’amore del nostro Vescovo Antonio, che cinque anni fa, nel giorno della sua elezione episcopale, scrisse a questa comunità diocesana: “Non vi conosco, ma già vi amo!”, anche noi vogliamo rinnovare l’impegno ad amare, ancor di più, il nostro Pastore, per essere più meritevoli del suo amore per noi.