L’esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI Verbum Domini, promulgata il 30 settembre 2010, si pone – insieme ad altri documenti come la Dei Verbum e la lettera di Giovanni Paolo II in occasione del 40o anniversario di questo documento conciliare – come intervento determinante per ribadire l’importanza fondamentale della Parola di Dio nella vita della Chiesa. In quanto tale, si presenta come un appello a ritornare a un cristianesimo maggiormente fondato sulla Parola di Dio e, pertanto, più essenziale, più libero da tutte quelle sovrastrutture che ne offuscano il messaggio e lo specifico. In un’epoca in cui siamo portati ad inseguire gli sviluppi della scienza e della tecnologia come vie esclusive verso “paradisi” temporali, la Chiesa ha ragione d’interrogarsi su come essere ancora sale, lievito e luce del mondo. Tuttavia, è chiaro a tutti che né la scienza né la tecnica né l’economia possono dare un senso alla vita e alla storia. Esse sono al servizio dello sviluppo, della dignità e dell’integrità di ogni uomo e, in quanto tali, vanno apprezzate e usate salvaguardandone il valore strumentale. Quando però diventano autoreferenziali, cioè svincolate da ogni principio etico e da ogni fondamento antropologico, rischiano di diventare esse stesse “religioni dogmatiche”, con la pretesa di dettare leggi autonome e col rischio di smarrire il loro proprium. Il messaggio di questo documento, che si inserisce coerentemente nel lungo solco della tradizione, è un ulteriore invito a ritornare al fondamento della Parola di Dio per riscoprire la genuinità della fede, che cresce come risposta al Dio che si manifesta come Padre. Oltre ad essere alla base della comunione ecclesiale e del dialogo con la storia, essa è per tutti i credenti riferimento fondamentale dell’esperienza quotidiana nella misura in cui se ne recepisce la dimensione dialogica (Dio incontro all’uomo) e il messaggio liberante. Oggi si richiede, forse con sempre maggiore responsabilità, una presenza testimoniante dei cristiani, da non intendere solo in senso morale, ma come espressione dell’adesione vitale alla proposta evangelica, che orienta la vita e le azioni verso la “misura” di Cristo. Una presentazione comunitaria del documento sarà fatta giovedì 17 febbraio – alle 19.00, a Noto in Cattedrale – da don Rosario Gisana, biblista e patrologo.
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